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Dinastia Schumacher in Formula 1. Ecco Mick, il figlio di Michael che non ha fretta

Paolo Sala

Aggiornato 03/12/2020 alle 11:03 GMT+1

FORMULA 1 - Mentre si gioca il titolo in Formula 2 (domenica ha il match point per laurearsi campione), Mick Schumacher ha siglato l'accordo che lo farà esordire in Formula 1 nel 2021 con la Haas. Per perpetrare la dinastia Schumi, anche se Mick è pilota diverso dal padre Michael.

Mick Schumacher correrà in Formula 1, 9 anni dopo l'ultima apparizione del papà Michael Schumacher in Formula 1, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Per chi segue le corse da qualche lustro, l'immagine non è inedita: un bimbo che scorrazza per i box dietro a papà e vent'anni dopo si ritrova nell'abitacolo a seguire le orme paterne. Negli anni a cavallo fra i '70 e gli '80 non era raro ammirare il caschetto di Jacques Villeneuve, con la sorellina Melanie, aggirarsi nel box Ferrari sotto lo sguardo divertito di Gilles. Nei primi anni 2000 lo stesso accadeva con Gina Maria e il secondogenito Mick Schumacher, oggi pronto a giocarsi il titolo in Formula 2 con Callum Ilott ed a sbarcare in Formula 1 il prossimo anno con la Haas, ovviamente sotto l'egida Ferrari.

Così uguali, così diversi

Eppure, proprio come Jacques Villeneuve, il giovane Mick ha probabilmente ereditato il talento di famiglia, ma è pilota molto differente rispetto al padre. Jacques è figlio del temerario per eccellenza, ma seppe vincere il Mondiale in Formula 1 affidandosi a doti opposte rispetto a quelle prettamente istintive di Gilles. E alla stessa stregua, se Michael il Cannibale ha bruciato le tappe sia in F1 sia prima di arrivarci, Mick si è scelto un percorso a tappe senza salti nel buio, un sentiero di crescita che gli permettesse di sviluppare le proprie doti e in qualche modo 'schermarlo' dalla fretta che inevitabilmente il suo cognome inocula negli appassionati.

Le tappe di Mick

Erano bastati pochi giri ed un tempo più che interessante nel test dell'aprile 2019 in Bahrain, al volante della SF90 nel suo primo test in F1, per dare il la a tutte le possibili suggestioni che il binomio Ferrari-Schumacher è (ancora) in grado di creare. Con mamma Corinna ai box a fare virtualmente da collante fra l'epoca del grande Michael, sette titoli mondiali di cui cinque vinti a Maranello, e un possibile futuro in rosso per il giovane Mick, che molti volevano subito nel Circus direttamente dalla Formula 3. Ma il ragazzo non ha mai voluto affrettare i tempi, pretendendo una stagione in Formula 2 per preparare al meglio il grande salto. Forse proprio perché con cotanto nome sulle spalle la pressione è tanta, e vuole essere tecnicamente pronto al 100% prima di scendere nell'arena. Forse proprio per dimostrare che forse sì, è lì grazie a quel nome, ma che vuole esserne all'altezza.
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I 22 anni di Mick Schumacher: sulle orme di papà Michael in F1

Crescita costante

E del resto la carriera di Schumacher Jr. racconta esattamente questo: una progressione piuttosto che un bagliore, un lavoro metodico su se stesso e sulle macchine prima che l'evidenza di un talento fuori dal normale. Con la certezza di non avere il limite del proverbiale 'treno che passa una sola volta sola', ma la volontà di prendere comunque quello giusto. Sia in Formula 3 che in Formula 2 Mick è partito piano, ha voluto conoscere perfettamente tutto prima di iniziare a spingere al 100%, e in entrambe le categorie si è assistito da parte sua ad una notevole progressione nella seconda parte di stagione. Un'applicazione ed una visione prettamente teutoniche, che gli permettono magari di arrivare laddove Michael arrivava spesso solo col talento.

Titolo in arrivo?

Un approccio ed una metodica di lavoro che hanno premiato Mick, che proprio nel prossimo fine settimana in Bahrain si giocherà con Callum Ilott - altro giovane della Ferrari Drivers Academy - il titolo iridato di Formula 2. Mick avrà da gestire 14 lunghezze sull'avversario, un paniere riempito con l'applicazione e l'approccio metodico di cui sopra, una costanza di rendimento con meno picchi ma maggiori introiti rispetto agli avversari. Ilott, per dare dei numeri, vanta due vittorie, cinque podi e quattro pole positions; Schumacher lo stesso numero di vittorie, nemmeno una pole position ma ben dieci podi. Cifre da Professore, prima che da Kaiser.
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Mick Schumacher

Credit Foto Getty Images

Futuro in rosso?

Naturalmente uno sbarco in Formula 1 con il titolo di campione F2 in tasca, e per di più sotto l'ala protettiva della FDA, non può non alimentare suggestioni di un futuro in rosso che già si erano ampiamente manifestate dopo il test dell'anno scorso, e ancor più dopo la passerella al Mugello con la F2004 di papà. La Ferrari naturalmente osserva con attenzione, perché replicare con Mick Schumacher il percorso di Charles Leclerc vorrebbe dire, oltre che riannodare i fili della storia, allevare due campioni in casa con quello che ne consegue in termini di immagine e non meno di risparmio economico. Mick è pilota vero, al netto dei facili sentimenti potrebbe davvero costruirsi e meritarsi un futuro a Maranello. Meritarselo a cominciare dall'ultimo atto della Formula 2, domenica in Bahrain. Del resto lui è fatto così, una tappa alla volta.
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Mick Schumacher sulla Ferrari! Il video del test di Fiorano

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