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F1, l'analisi dopo il GP del Bahrain: Ferrari, inizio da 6 ma il 3° posto nel Mondiale è possibile

Umberto Zapelloni

Aggiornato 29/03/2021 alle 12:19 GMT+2

FORMULA 1 - Il primo GP ci ha raccontato che il 2021 della Formula 1 non sarà un anno banale. Hamilton ha vinto con una macchina inferiore alla Red Bull di Verstappen tradito da un sorpasso imperfetto e regole in antitesi con la voglia di spettacolo dei fan. Il Bahrain ci ha detto anche che la Ferrari non può sognare la vittoria in nessun GP ma può lottare per il 3° posto nei costruttori.

Ferrari, inizio da 6 ma il 3° posto nel Mondiale è possibile

Credit Foto Eurosport

Il primo gran premio della stagione ci ha raccontato che il 2021 della Formula 1 non sarà un anno banale. Alla faccia del congelamento dei regolamenti che avrebbe dovuto proporci un anno fotocopia a quello concluso pochi mesi fa con il settimo Mondiale di Hamilton. Il fatto che il 2021 sia ricominciato con una vittoria di Lewis e della Mercedes non deve ingannare. Era dal 2015 che Hamilton non vinceva la prima gara dell’anno, ma questa volta ha vinto con una macchina inferiore alla Red Bull e dopo un duello al limite della pista con Max Verstappen, sconfitto dalla radio, da un sorpasso imperfetto e soprattutto da delle regole che non rispecchiano la voglia di spettacolo dei tifosi.

Le emozioni non si anestetizzano: lasciamoli combattere!

Punire Max (o autopunire come ha deciso il box Red Bull) perché nel sorpasso vincente è andato oltre i limiti della pista alla curva quattro (indotto ad esagerare dalla difesa legittima di Lewis) è un controsenso per uno sport alla disperata ricerca di spettacolo e di duelli ruota a ruota. Con regole così Schumacher non avrebbe vinto il suo primo mondiale, Villeneuve e Arnoux sarebbero stati squalificati a Digione nel duello più iconico di 70 anni di gare. E’ questo quello che vogliono i tifosi? Non credo proprio. Lasciamoli combattere. Se non si creano pericoli lasciamoli fare. Non anestetizziamo le emozioni. Stefano Domenicali dovrebbe riflettere sull’argomento. Radunare i suoi commissari e rivedere le regole. In attesa di piste con la ghiaia (o la sabbia) al posto dell’asfalto a bordo pista non fermiamo la lotta in assenza di rischi. La regola oggi ci dice che Verstappen abbia fatto bene a cedere la posizione, la ragione ci dice che avrebbe potuto rinviare il tutto e magari prendersi 5” di margine e vincere il gran premio. Il consiglio alla Formula 1 è di rivedere quella regola in attesa di ridisegnare le piste.
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Lewis Hamilton e Max Verstappen in bagarre nel finale del GP col Bahrain

Credit Foto Imago

Ferrari sulla buona strada per essere la 3ª forza del Mondiale

La prima gara dell’anno ci ha anche detto che la Ferrari sulla buona strada nonostante Leclerc abbia chiuso al sesto posto a 59” dal vincitore. Un distacco importante, è vero. Ma un anno fa Charles era arrivato decimo a un giro dal vincitore. La Ferrari è migliorata. Lo abbiamo visto soprattutto in qualifica dove Leclerc ha potuto metterci tanto di suo. In gara il miglioramento è sparito, ma non del tutto. L’obbiettivo stagionale è il terzo posto nel mondiale costruttori e la Ferrari è sulla strada giusta: la McLaren è arrivata a 13” un margine recuperabile anche se quest’anno non vedremo grandi sviluppi alle monoposto. Mercedes e Red Bull sono irraggiungibili, ma McLaren e Alpha Tauri (sparita dalla lotta i gara) sono a portata, mentre Aston Martin e Alpine sembrano al momento dietro alla Rossa di Binotto.
Charles ci ha anche provato nei primi giri a tenere il ritmo, ma al contrario di quanto aveva fatto spesso lo scorso anno, non ha dovuto prendere rischi eccesivi. Quei giri davanti a Bottas fanno l’effetto di un cocktail di vitamine. Come la collaborazione tra Charles e Carlos che è partita con il piede giusto. Hanno lavorato per la squadra. Carlos ha pensato soprattutto a non commettere errori e si è portato a casa l’immagine di un doppio sorpasso a Vettel e Alonso.
Non si può esultare per un sesto posto a 59” dal vincitore, ma visto da dove partiva la Ferrari il passo avanti è indiscutibile. Resta un sacco di lavoro da fare, ma la direzione è quella giusta, sperando che su altre piste ci sia la conferma dei progressi di motore (visti anche sull’Alfa Sauber) e nell’efficienza aerodinamica. Il bicchiere è mezzo pieno. Il voto è un 6. Non di più. Oggi la Ferrari non può sognare la vittoria neppure in un gran premio. Ma tornare sul podio, approfittando di qualche défaillance altrui, non è un miraggio nel deserto.
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