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Ferrari: il Mondiale parte fra ritardi, timori e un occhio al 2021

Paolo Sala

Aggiornato 02/07/2020 alle 12:28 GMT+2

In Austria le rosse, al contrario di Mercedes e Red Bull, saranno le stesse che avrebbero corso a Melbourne. E qualcuno sussurra che anche la scelta dei piloti stia a testimoniare un piano a lungo termine piuttosto che una sfida al dominio della stella a tre punte nell'era ibrida.

Ferrari Focus, Getty Images

Credit Foto Eurosport

Fra le montagne della Stiria la Formula 1 si prepara al semaforo verde del Mondiale più strano della sua settantennale storia. Il lungo lockdown ha tenuto in una inedita situazione di sospensione i team, mentre FIA e Liberty Media mettevano in piedi un calendario a vista con l'obiettivo di arrivare a fine estate con 8 gare disputate, ed estendere poi il programma autunnale ai circuiti in cui sarà possibile correre.


Da marzo ad oggi il mondo intorno alla F1 è cambiato, e in buona parte anche i team. A partire dalla Ferrari, che nel frattempo ha congedato Sebastian Vettel (33 anni proprio venerdì) in ottica 2021 ingaggiando Carlos Sainz. Una scelta, secondo diversi sussurri che circolano all'interno del paddock, che certificherebbe una sorta di resa allo strapotere Mercedes nell'era ibrida e che guarda al futuro, a partire dal 2022, quando il nuovo regolamento tecnico potrebbe sparigliare le carte.
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Ritardo tecnico?

E sempre dai sussurri si apprende che mentre Vettel e Leclerc guideranno sostanzialmente le stesse Ferrari che avrebbero corso a Melbourne a marzo, Mercedes e Red Bull sarebbero già pronte a portare in pista i primi aggiornamenti programmati su aerodinamica e motore. Già durante i test di Barcellona erano emerse difficoltà per la SF1000 che celebra i mille Gp della Scuderia, ed il lockdown ha evidentemente reso impossibile recuperare. Da Maranello, infatti, lasciano filtrare l'idea di un ritardo di circa tre settimane rispetto ai due maggiori concorrenti.
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Credit Foto Getty Images

Sviluppi dopo l'Ungheria

Un robusto pacchetto di aggiornamenti si vedrà sulle rosse solo dopo il doppio impegno austriaco e l'Ungheria, quindi alla vigilia dell'altra gara doppia sul tracciato inglese di Silverstone. E si tratterà soprattutto di interventi aerodinamici, poichè in chiave power unit le Ferrari sono chiamate a svoltare già dalle prime due gare austriache.

Il motore dei misteri

Dopo l'annosa questione risolta con l'accordo secretato tra il team di Maranello e la FIA, è rimasto infatti il forte dubbio che nei test di Montmelò le rosse fossero scese in pista con la potenza motoristica autolimitata. Secondo diversi osservatori e tecnici rivali, in Catalogna la SF1000 si sarebbe infatti tenuta in tasca una trentina di cavalli. E non c'è miglior circuito dello Spielberg - dove contano spinta, potenza massima e capacità di raffreddamento - per averne conferma. Se per la Ferrari andrà male da subito, sarà davvero difficile pensare di recuperare terreno nel resto dell'emiMondiale 2020.
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I motivi di ottimismo

Se l'impressione di una Ferrari in difficoltà ed in ritardo sugli avversari più accreditati è tangibile, è anche vero che non manca qualche motico per essere moderatamente ottimisti. C'è infatti parecchia attesa di conoscere gli effetti delle nuove regole della Federazione su recupero energia e consumo d'olio, emanate dopo i test di Barcellona. Chi ne risentirà maggiormente? Le disposizioni sono conseguenza del contestatissimo accordo fra Federazione e Ferrari sui motori 2019, in cui il Cavallino ha 'aiutato' i tecnici federali a comprendere le aree grigie della tecnologia ibrida. Chissà che a risentirne non possa essere la Mercedes, un'astronave che però sul tracciato austriaco ha spesso denunciato qualche difficoltà relativa al raffreddamento del motore e dell'impianto frenante.

Grana Vettel

Quel che appare certo è che la difficile convivenza fra Charles Leclerc e Sebastian Vettel non vivrà capitoli più sereni rispetto al 2019. Il monegasco è stato incoronato de facto prima guida - il mancato rinnovo di Vettel ha rappresentato la consegna a lui delle chiavi della Scuderia - e al di là delle maggiori pressioni da gestire, troverà un compagno "incattivito" dalla rottura del rapporto, tutt'altro che consensuale. La sfida per Mattia Binotto sarà gestire Seb, ansioso di dimostrare a tutti (non ha ancora un sedile per il 2021) che non è finito, e non limitare Charles. Una sfida tutt'altro che facile.
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