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Formula 1, il protocollo per ripartire: GP doppi e a porte chiuse, viaggi solo con voli privati

Lorenzo Rigamonti

Aggiornato 29/04/2020 alle 10:25 GMT+2

Le corse riprenderebbero dal GP d'Austria, ma mancano autorizzazioni dai governi nazionali. In porgramma un rigido protocollo di sicurezza. La Formula 1 dovrebbe realizzare il suo piano di ripresa esclusivamente a porte chiuse, seocndo quanto riporta la Gazzetta dello Sport.

Charles Leclerc (vorne rechts)

Credit Foto Getty Images

GP doppi, a porte chiuse e caratterizzati da un rigido protocollo di sicurezza per prevenire ogni forma di contagio. Queste le 3 chiavi principali che, salvo colpi di scena come la cancellazione del GP di Francia, permetteranno alla Formula 1 di ripartire. L'indiscrezione arriva dalla Gazzetta: il nuovo calendario dovrebbe aprirsi a Zeltweg (Austria) all’inizio di luglio. Le scuderie si preparano a correre due GP consecutivi in terra austriaca, rispettivamente il 5 e il 12 luglio. Tuttavia manca ancora qualche tassello non trascurabile: il governo di Vienna dovrà permettere alle scuderie di insediare i loro impianti sul territorio austriaco, dettaglio non da poco considerato i blocchi precauzionali dei confini dovuti all’emergenza Coronavirus. Stessa decisione dovrà essere attuata in Gran Bretagna, che dovrebbe garantire il trasferimento della Formula 1 da Zeltweg a Silverstone e rinunciare a imporre misure di quarantena su piloti e staff.
Sticchi Damiani sicuro: "Monza non sarà cancellato dal calendario"
Dopo il GP britannico (si terrà probabilmente il 26 luglio), si continuerebbe a correre (con molti punti interrogativi) in Ungheria, dopodiché le strade conseguibili diventano opache: si potrebbe passare per la Spagna e poi per l’Olanda, ma quest’ultimo paese non sembra disposto ad ospitare una gara a porte chiuse. Spa e Monza non dovrebbero essere in pericolo, ma anche in questo caso si attendono conferme e permessi dalle istituzioni. Per ora l’unico a parlare è stato il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, che ha smentito una eventuale cancellazione del GP in Italia.
Una volta concluso il capitolo Monza, il mondiale potrebbe salutare il vecchio continente per approdare in Canada (Montreal), poi Russia (Sochi), Giappone (Suzuka). Da lì in poi la traccia delle gare si ricongiungerebbe al modello tradizionale, escluso il GP del Brasile. Il gran finale è atteso ad Abu Dhabi in dicembre.

Il protocollo: piloti blindati fra paddock-hotel e tamponi per essere ammessi

Risposte sono attese entro il 6 maggio quando i team principal torneranno a vedersi, ma fissare il calendario è solo la prima parte per definire una ripresa dolorosa e costosa per molti: gli autodromi e i team saranno i primi a perderci, a causa dell’assenza di pubblico sugli spalti. In poche parole, il mondiale si reggerà in maniera sempre più massiccia sui diritti televisivi.
Il protocollo, in fase di elaborazione, andrà a sigillare gli impianti destinati ad accogliere piloti e lavoratori rispetto ad ogni possibile contatto esterno. Tutti i partecipanti (ogni team non dovrà avere verosimilmente più di 60 membri, ndr) saranno obbligati a sostenere test sierologici e tamponi per poter essere ammessi. Gli spostamenti dei team avverranno nella maniera più asettica possibile: solo voli privati, spostamenti ridotti nei paddock e rispettosi delle giuste distanze. Ai piloti, una volta entrati nella bolla del circuito, verranno consentiti solo spostamenti tra paddock e hotel.
La ripresa del lavoro nelle fabbriche è fissata tra il 21 maggio e i primi di giugno, dopo che il Consiglio Mondiale Fia ha prolungato il fermo da 35 a 63 giorni.
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