Ferrari ad Abu Dhabi con Binotto in bilico. Quelle voci sullo zampino di Leclerc

Paolo Sala

Pubblicato 17/11/2022 alle 12:11 GMT+1

GP ABU DHABI - I rumors sulla prossima sostituzione del Team Principal tengono banco nonostante la smentita di Maranello. Il nome di Vasseur sarebbe caldeggiato da Leclerc, in rotta con lo stesso Binotto, e dall'ad di Stellantis Tavares.

Mattia Binotto e Charles Leclerc - Mondiale di Formula 1 2022

Credit Foto Getty Images

L'esperienza di Mattia Binotto a capo della Gestione Sportiva della Ferrari è ai titoli di coda? Possibile, se non probabile, che il Gp di Abu Dhabi possa essere il passo d'addio dell'ingegnere nato in Svizzera al vertice di Maranello, anche se la tempistica delle voci filtrate (o fatte filtrare) sul suo siluramento e sulla prossima chiamata di Frédéric Vasseur lasciano qualche dubbio. Soprattutto riguardo il secondo, il cui nome sarebbe già 'bruciato' dalla fretta. Esistono in ogni caso una serie di elementi pro e contro Binotto, che saranno più chiari a stagione conclusa ma che appaiono già piuttosto delineati.

A favore di Binotto: la crescita

La seconda parte di stagione ha lasciato la Ferrari e i ferraristi con l'amaro in bocca: una macchina vincente nelle prime uscite stagionali, addirittura indicata come favorita per il titolo dopo un terzo di stagione, si è progressivamente persa per strada, stritolata fra sviluppi zoppicanti, strategie spesso sbagliate e una direttiva tecnica - la famigerata 039 - che ha con tutta probabilità reso problematico il setup ottimale della F1-75. Resta però il fatto che la rossa, dopo due anni a guardare da lontanissimo i primi, ha trovato un balzo prestazionale inedito per la complessità della F1 contemporanea, merito che va riconosciuto alla squadra, e quindi a Binotto, indipendentemente dall'epilogo.

A favore di Binotto: la Ferrari 2023 è già pronta

Un altro elemento su cui può poggiare la fiducia di Binotto in un futuro ancora in rosso è la continuità tecnica, laddove già da qualche settimana il lavoro di sviluppo si è spostato sulla macchina 2023, che nelle sue linee guida è praticamente già pronta. Avrebbe allora senso sollevare Binotto proprio nella stagione in cui, almeno in teoria, potrebbe raccogliere ciò che è stato seminato in questa decisiva stagione di cambio di regolamento tecnico? Come ha fatto notare Carlos Sainz, l'essenziale era tornare al vertice e vincere qualche gara, ora manca l'ultimo e definitivo salto di qualità. E in questi casi il buon senso preferisce la continuità ai ribaltoni.
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Mattia Binotto sulla pista di Monza in occasione del Gran Premio d'Italia di Formula 1 - Mondiale 2022

Credit Foto Getty Images

Contro Binotto: la squadra non funziona ancora

L'altra faccia della medaglia è la gestione del team, giudicata legittimamente non all'altezza. Imperdonabile essersi persi ancora una volta a metà stagione in fase di sviluppo, ancora più imperdonabile aver subito la direttiva 039, che lo stesso Binotto ha sempre negato essere fra i motivi del crollo proprio per non ammettere una cocente sconfitta politica, oltre che tecnica. Ma soprattutto inaccettabile che una squadra ormai rodata sia caduta in errori di strategia macroscopici come quelli di Monaco, Silverstone, Budapest e San Paolo (in Q3): errori fatali sia per la classifica che per l'immagine del Cavallino.

Contro Binotto: quelle voci su Leclerc

A rendere ancora più complessa la vicenda è il rapporto di Binotto con Charles Leclerc, che non si sente abbastanza tutelato dal team principal. Gli errori strategici sono sempre andati contro il monegasco, la famosa cena 'riparatrice' post Silverstone non ha risolto il problema di un pilota che vorrebbe sentirsi come Verstappen in Red Bull, ossia prima guida e al centro del progetto tecnico. Non è un caso che Vasseur sia l'uomo che lo ha fatto esordire in F1 sull'Alfa Romeo, che sia in ottimi rapporti col manager di Charles, Nicholas Todt, e che vanti eccellenti rapporti anche con l'Ad di Stellantis Tavares. Se Binotto resterà al suo posto, andrà ricostruito dalle basi il rapporto con Charles. Se arriverà Vasseur, sarà palese lo zampino del monegasco e del suo entourage.
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Charles Leclerc durante il Gran Premio del Brasile di Formula 1 - Mondiale 2022

Credit Foto Getty Images

Abui Dhabi: cosa resta da assegnare

Passando alle questioni meramente tecniche, l'ultimo Gp stagionale sarà importante per l'assegnazione del secondo posto in classifica Piloti, con Leclerc e Perez al momento appaiati, e soprattutto le posizioni finali nel mondiale Costruttori. Ferrari conserva 19 punti di margine sulla Mercedes per il 2° posto, l'Alpine è la favorita per il 3° posto (+19 sulla McLaren), mentre Alfa Romeo ed Aston Martin se la vedranno per il 6° posto, con la scuderia di Hinwil in vantaggio di 5 punti. Rush finale anche tra Haas ed Alpha Tauri, con il team americano forte di un margine di due punti sulla compagine di Faenza.

L'ultima di Vettel

Abu Dhabi sarà anche l'ultima passerella in Formula 1 per Sebastian Vettel, tre volte campione del Mondo con la Red Bull e nel cuore di tanti tifosi ferraristi nonostante il titolo mancato a Maranello. A 35 anni il tedesco ha deciso di dire basta, la sua Aston Martin passerà nelle mani dell'altro 'vecchietto' Fernando Alonso, che al contrario sembra avere un serbatoio infinito di stimoli, oltre che di talento. Buona fortuna ad entrambi.
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