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Ferrari, ora piedi per terra: Mercedes ha ancora un leggero margine

Paolo Sala

Pubblicato 26/03/2018 alle 08:57 GMT+2

Il colpo di genio di Melbourne regala a Maranello una vittoria pesante proprio perché strappata ad un avversario che ha ancora un piccolo vantaggio tecnico. Ma la Rossa dimostra di evolvere bene durante il week end ed è veloce anche sul dritto.

Sebastian Vettel (Ferrari), Lewis Hamilton (Mercedes) - GP of Australia 2018

Credit Foto Getty Images

La prima missione la Ferrari l'ha compiuta: dimostrare, e dimostrarsi, che la Mercedes è un grande avversario ma non uno spauracchio. Che il mezzo secondo e oltre accusato in qualifica era in buona parte uscito dal bagaglio tecnico di Hamilton, mentre in gara la SF71-H ha il ritmo per stare al passo con le Frecce d'argento e quindi tentare anche azzardi vincenti come quello riuscito a Melbourne. E che può attaccare con due punte e contare su un team perfetto ai box. Ora però, sebbene il team Principal di Maranello si sia voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa a fine gara, bisogna tornare a lavorare duro e stare coi piedi per terra. Perché l'obiettivo di provare a star davanti alla Mercedes in qualifica non appare ancora prossimo, e anche sul passo gara sembra mancare ancora un piccolo salto di qualità. Al netto della particolarità tecnica del circuito di Melbourne e delle risposte certo più probanti che arriveranno già dalla seconda gara in Bahrain.

Ferrari, squadra unita e margine di crescita

Il primo dato che la Ferrari si porta a casa dall'Australia è la consapevolezza di essere un team dall'altissima efficienza tecnica. Il lavoro nei box ed al muretto è stato perfetto, un Raikkonen più pimpante e più a suo agio con la macchina rispetto all'inizio del 2017 permette di stare in alto con due macchine, e la SF71-H ha dimostrato di poter evolvere parecchio nell'arco del week end, e di avere quei margini di crescita che il passo allungato fa immaginare ai tecnici. Peraltro il Gp d'Australia ha lasciato intravvedere come il passo più lungo, ed una decina di cavalli trovati nel motore, abbiano reso le rosse meno aggredibili sul dritto rispetto allo scorso anno.

Ma davanti c'è la Mercedes

Tuttavia una fredda analisi dei dati del fine settimana australiano suggerisce prudenza, poiché davanti, in termini di prestazione pura, c'è ancora la Mercedes. Non di molto, perché l'errore di Bottas in qualifica e un paio di lunghi di Hamilton in gara certificano che anche da quelle parti spingono al massimo, tanto da costringere Lewis a mollare nel finale. Ma un leggerissimo margine tecnico, soprattutto in qualifica, resta. E dovranno lavorare duro anche a Brackley se vorranno mantenerlo, vista la vicinanza della Ferrari e visto anche il potenziale della Red Bull, che su piste lente può inserirsi stabilmente nella lotta. Il motore Renault non ha al momento la potenza e l'efficienza dei Ferrari e dei Mercedes, e la gara di Melbourne è stata condizionata dalla penalizzazione a Ricciardo e dall'erroraccio di Verstappen. Ma il passo dei 'bibitari' c'era eccome, tanto che Ricciardo ha chiuso a 7" dal vincitore e in qualifica Verstappen era a pochi centesimi dalle Ferrari.

Incubo sorpassi

Detto che la Haas conferma di essere la macchina maggiormente cresciuta rispetto al 2017, che la battaglia per essere la quarta forza è effettivamente apertissima e che Fernando Alonso può tornare a sbirciare le posizioni che gli competono, il Gran Premio d'Australia ha lasciato un inquietante dubbio: che macchine ancora più veloci dello scorso anno possano definitivamente uccidere i sorpassi. A Melbourne quasi non se ne sono visti, sembrava impossibile passare anche sul dritto, pure per i motorizzati Mercedes. Non sarà sempre così, le caratteristiche delle piste contano. Ma i tempi scendono di più di un secondo al giro, e il dubbio resta.
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