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Ferrari, Austria d'oro nel momento più difficile: ombre sugli sviluppi Mercedes

Paolo Sala

Pubblicato 02/07/2018 alle 11:43 GMT+2

Nel momento più delicato della stagione il ritiro delle frecce d'argento accende un doppio campanello d'allarme a Stoccarda, mentre Ferrari piazza sei motori nei primi dieci classificati e ritrova una SF71-H gentilissima sulle coperture.

Lewis Hamilton of Great Britain and Mercedes GP walks in the Paddock before the Formula One Grand Prix of Austria at Red Bull Ring on July 1, 2018 in Spielberg, Austria.

Credit Foto Getty Images

I fantasmi si erano materializzati tutti appena dopo il semaforo verde: Hamilton primo in curva 1 e Mercedes in fuga; Kimi Raikkonen bastonato da Bottas e Verstappen dopo aver provato a mettere il muso fra le Mercedes allo start; Vettel ad arrancare dietro dopo la penalizzazione ingenuamente rimediata sabato. Il tutto nel week end in cui, dopo Le Castellet e prima di Silverstone, la Ferrari era chiamata a massimizzare i profitti sulle normali gomme non ribassate. E invece il pomeriggio del Gp d'Austria si è trasformato poi nella giornata perfetta per Max Verstappen, tornato al successo al cospetto di migliaia di suoi tifosi, e in una giornata di grasso raccolto per la Ferrari, che lascia Zeltweg coi punti necessari a tornare in vetta ad entrambe le classifiche e con una vagonata di certezze tecniche, specie in relazione ai problemi avuti dai vicini di box della Mercedes.

Mercedes in crisi con le gomme

Comun denominatore delle fortune dell'olandese e delle rosse il doppio ritiro Mercedes, che dopo aver spaventato gli avversari con l'aggiunta di un pacchetto aerodinamico al nuovo motore, si è ritrovata domenica sera con la testa piena di dubbi e timori. A partire dalle gomme, ancora una vota massacrate dalle W09 e tallone d'Achille delle frecce d'argento laddove Fia e Pirelli non hanno imposto il battistrada ribassato. Chi sostiene che l'elemento gomme non abbia influito sulla linearità delle prestazioni Mercedes a Barcellona e Le Castellet, dovrebbe avere proprio dall'Austria la conferma del contrario. E del resto anche l'incertezza strategica che è costata il primo posto ad Hamilton in regime di VSC, figlio del timore che gli altri avrebbero potuto proseguire, certifica le poche certezze che hanno nel box Mercedes a proposito del comportamento delle coperture. Ecco perché il bottino Ferrari è cospicuo anche se non è arrivata la vittoria: la SF71-H ha confermato una capacità di essere veloce gestendo al meglio il consumo delle gomme, peculiarità che potrà avere un peso importante anche nel resto della stagione.

Allarme sviluppo: il doppio ritiro

A togliere il sonno ai tecnici Mercedes è anche e soprattutto il doppio kappaò tecnico proprio nella domenica in cui sono stati portati in pista importanti aggiornamenti aerodinamici, il pacchetto più corposo da inizio stagione a oggi. L'accoppiata col nuovo motore portato a Le Castellet sembrava funzionare perfettamente sia venerdì sia soprattutto sabato, con quella prima fila cementata da un rassicurante distacco sulla Ferrari a prefigurare una gara trionfale. Invece prima Bottas e poi Hamilton hanno fatto i conti con inedite rotture che, proprio in virtù dei pesanti interventi effettuati soprattutto sulla zona delle prese d'aria - un sostanziale arretramento di tutta la zona cofano-prese - assumono ora una dimensione preoccupante sulla direzione presa dai tecnici agli ordini di Toto Wolff in termini di sviluppo. A togliere le castagne dal fuoco alla stella a tre punte, sul fronte gomme, arriva ora Silverstone, terza e ultima gara con battistrada ribassato di 0,4 mm. Ma sulle rotture, e sull'eventuale relazione con una difficoltà di gestione delle temperature dopo l'introduzione delle novità aerodinamiche, andrà capito come e dove intervenire.

Ferrari, avanti coi piccoli passi

In questo senso viene premiata la politica Ferrari, basata su uno sviluppo a piccoli passi e non a strappi. Sabato aveva lasciato un po' di amaro in bocca la qualifica, dove ci si attendeva almeno una rossa in prima fila e dove la Mercedes sembra essere tornata davanti. E paradossalmente le difficoltà nel trovare il giusto set up in prova potrebbero avere dato una mano rispetto al blistering in gara evidenziato dagli altri. Ma la gentilezza sulle gomme è un pregio noto della SF71-H, ed il passo gara è stato buono. Nell'economia delle due classifiche, alla Ferrari mancava giusto una domenica fortunata a riequilibrare alcuni punti di troppo lasciati per strada da Vettel: è arrivata a Zeltweg, ed ora andare a Silverstone in difesa, sempre se così sarà, avrà un peso differente. Peccato per l'errore di Sebastian sabato. E peccato per quel sorpasso subìto in avvio da Kimi ad opera di un grintosissimo Verstappen. A conti fatti, gli è costato la vittoria.

Risorge Verstappen in una gara d'altri tempi

Curioso come proprio l'affidabilità, l'aspetto più estremizzato nelle ultime due decadi di Formula 1, abbia caratterizzato il Gp austriaco riportandolo ai fasti degli anni '70 e '80. Oltre ai problemi di gomme, sono andati arrosto diversi motori e saltati diversi elementi tecnici, con una serie di ritiri e colpi di scena che ha realmente ricordato corse di epoche passate. E forse non è un caso che a vincere sia stato il pilota stilisticamente più vintage, Max Verstappen, Che dopo la serie di errori da cerchiolino rosso e la mortificazione del trionfo di Ricciardo a Montecarlo, ha riacceso il cervello centrando due secondi posti ed una vittoria. L'avesse acceso prima, forse ora avremmo un terzo pretendente al titolo.
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