Ferrari: a Baku danni contenuti. Ma serve una svolta contro i cavalli Mercedes
Pubblicato 26/06/2017 alle 07:53 GMT+2
Alla fine di una gara pazza Vettel guadagna due punti su Hamilton. Ma serve migliorare la qualifica ed avere più potenza in alto per poter mantenere vivo il sogno di portare il pilota tedesco al titolo.
BAKU, AZERBAIJAN - JUNE 23: Sebastian Vettel of Germany driving the (5) Scuderia Ferrari SF70H on track during practice for the Azerbaijan
Credit Foto Getty Images
La roulette delle safety car ha reso il Gp di Azerbaijan una gara più simile alla Formula Indy che alla Formula 1, regalando un epilogo inimmaginabile non solo alla vigilia, ma neppure a metà gara. In una domenica piena di problemi, inconvenienti e imprevisti che ha avuto il suo zenit nel clamoroso scambio di colpi in pista fra Vettel e Hamilton, Ferrari e Mercedes hanno comunque proseguito il loro duello sia nel mondiale piloti, dove Sebastian ha guadagnato due punti si Lewis con un bilancio dunque positivo, sia in quello costruttori, dove la clamorosa rimonta dall'ultimo al secondo posto di Bottas ha dato un discreto boost alla classifica dei tedeschi.
Potenza e scarso degrado gomme
Un boost che in realtà è stato anche e soprattutto tecnico. Qualche segnale, per chi aveva voluto coglierlo, c'era già stato in Canada: dalla Spagna in poi, con la parentesi dell'indigesta Monaco per il passo lungo della W08, la Mercedes sembra essere progredita più tangibilmente della Ferrari. Il pacchetto di sviluppo aerodinamico ed il 'compromesso tecnico' (Hamilton dixit) per ottimizzare lo sfruttamento della finestra d'utilizzo delle gomme funzionano, le power unit tedesche continuano ad avere un vantaggio di potenza sui circuiti con tanto dritto (le prestazioni di Force India e Williams sono lì a certificarlo), e le Frecce d'Argento sono tornate ad essere le macchine da battere. Soprattutto se il sabato rifilano un secondo a chiunque. Al netto delle voci non ancora verificabili (ne parliamo nelle 10 istantanee del Gp di Azerbaijan) sul 'bottone magico' che potrebbe essere in realtà un olio speciale, il dato è questo. Tanto più su circuiti come Montreal e Baku, praticamente privi di curvoni in percorrenza, in cui il riscaldamento (e l'eventuale degrado) delle gomme è esclusivamente longitudinale, tutte condizioni che vanificano la particolare gentilezza della SF70-H sugli pneumatici.
Mai un Gp pulito
Certo, è pure vero che ultimamente la Ferrari non riesce a mettere insieme un Gp pulito in grado di restituirne l'effettiva consistenza in pista, e che gli episodi di gara risultano spesso avversi al team italiano. A differenza di Montreal, però, in Azerbaijan il Gp pulito non lo hanno avuto nemmeno gli altri. Se Vettel ha gettato alle ortiche la gara per la reazione nervosa all'inchiodata di Hamilton, l'inglese ha dovuto rinunciare per il distacco della protezione dietro il casco. Circostanza che è difficile non definire beffarda. E se Raikkonen è stato il bersaglio di qualunque sciagura presente in pista, detriti compresi, il suo 'killer' in curva 2 Vallteri Bottas ha oggettivamente fatto una rimonta importante.
Serve un colpo di reni
L'impressione è che per la Ferrari non sia più sufficiente essere la macchina col miglior passo gara (e Vettel era il più veloce nell'ultima parte così come venerdì pomeriggio) per vincere. Serve trovare qualcosa soprattutto in qualifica, perché poi passare la Mercedes sui dritti diventa impresa ardua. Non che a Baku siano mancati buoni segnali, anzi: Vettel resta di una costanza e di una consistenza impressionanti, e la strenua resistenza alle scatenate power unit Mercedes di Perez e Massa alla ripartenza dalle safety car ne è la più limpida dimostrazione. Senza dimenticare che Kimi Raikkonen era secondo dopo curva 2. Ma se Mercedes ha accorciato il gap con la rossa nei tratti misti, resta ancora invariato a favore dei tedeschi quello sulle velocità di punta. Ora fra Austria, Gran Bretagna e Ungheria si tornerà a girare su piste calde, guidate e molto severe sulle gomme, che potrebbero tornare a far brillare le peculiarità della SF70-H. Ma dopo l'estate, soprattutto in vista di Spa e Monza, sarà necessario anche e soprattutto trovare cavalli e incrementare la potenza massima, circostanza evidente già a Montmelò. Perché è vero che la Ferrari tende a girare leggermente più carica sulle ali e che nel paddock la distanza fra le power unit di Maranello e quelle di Brackeley è definita minima, ma è anche vero che su piste da farfalla spalancata è fin troppo evidente la prestazionalità di tutte le vetture motorizzate Mercedes, presenti con sei macchine su dieci nelle prime cinque file di Baku. E se già per l'Azerbaijan si era vociferato di una versione più 'spinta' della power unit Ferrari prevista per Spa, vuol dire che anche a Maranello il tema è giudicato sensibile.
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