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Altro che Marquez della F1, Max Verstappen va salvato da se stesso

Paolo Sala

Pubblicato 30/04/2018 alle 14:21 GMT+2

Le intemperanze dell'olandese costano punti pesanti e creano ulteriori tensioni all'interno del team. Che continua a difenderlo mettendo in difficoltà Ricciardo e a rischio il talento cristallino ma inquieto di Max.

Max Verstappen sconsolato, GP Azerbaigian, Imago

Credit Foto Imago

Questa volta il botto è stato fragoroso, e non più derubricabile a inesperienza; la Red Bull ha in casa un campione ed un problema allo stesso tempo. Perché se il pubblico non chiede di meglio, Helmut Marko vede evaporare punti e soldi pesanti, gara dopo gara, nell'anno che doveva consacrare Max Verstappen principe e futuro campione del mondo del team austriaco, e che sta invece vedendo l'olandese prendere una piega da sfasciacarrozze che stride con la luminosità del talento tecnico di cui è dotato. Dopo la vittoria gettata alle ortiche in Cina, la zuffa prolungata con Ricciardo a Baku, culminata nel disastro in mondovisione, certifica che Verstappen, forse deresponsabilizzato dai tappeti rossi a lungo termine stesi da Marko, ha un grosso problema nella gestione del proprio potenziale.

Incidente: concorso di colpa con Ricciardo

L'incidente in Azerbaigian non è certo tutta colpa sua: vero che ha cambiato lato due volte, oscillando come spesso fa in fase difensiva, ma c'è una buona parte di responsabilità anche da parte di un troppo ottimista Ricciardo, esasperato dalla battaglia precedente e dall'esserselo ritrovato ancora davanti dopo il pit stop. Anche i commissari, nel dopo gara, hanno optato per una divisione delle responsabilità, sostanzialmente accettata dai due piloti.



Max portato a non pensare

Tuttavia, dopo quello che era accaduto in Cina, vederlo prendersi ancora così tanti rischi, per di più nella difesa dal compagno di squadra, ha fatto emergere tutta la sicumera con cui Max ha evidentemente modo di muoversi all'interno del mondo Red Bull. Può permettersi di essere cieco e precipitoso in tutte le situazioni, sentendosi evidentemente coperto dal team, cosa che rischia di costargli la naturale evoluzione delle sue immense capacità tecniche. In questo momento Verstappen non è portato a pensare, e lo si vede da come si comporta in pista. Qui ha battagliato senza senso col compagno fino al clamoroso crash, ma diversi episodi evidenziano come si muova d'istinto senza ragionare sulla manovra: in Cina, si giocò la vittoria con un assurdo attacco ad Hamilton, all'esterno, in quinta marcia, che gli fece perdere la posizione proprio su Ricciardo. Ben prima di speronare Vettel al tornantino.

Marquez vince

Nelle ultime settimane si è spesso accostato Verstappen a Marc Marquez, anch'egli nell'occhio del ciclone delle critiche in MotoGp. Entrambi vengono additati come pericoli dai rispettivi colleghi, entrambi rispondono per le rime alle critiche attirandosi schiere di fans e di haters, entrambi sono i giovani rampanti del momento che rompono le regole e minano le certezze dei 'vecchi'. Ma a differenza di Verstappen, Marquez ha dimostrato di saper anche capitalizzare, e tanto, il suo talento, al netto del fatto che corra da più tempo. Forse Honda e Repsol non lo hanno deresponsabilizzato come Red Bull sta assurdamente facendo con Verstappen.
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Max Verstappen, Marc Marquez, Imago

Credit Foto Imago

Red Bull se ne lava le mani

All'interno del team Red Bull non c'è evidentemente modo di lavorare sinergicamente coi due piloti, e nemmeno dopo Baku Verstappen è stato messo davanti alle proprie responsabilità. Il team si è limitato a sfruttare l'assist della Fia dividendo a metà le colpe e spedendo entrambi i piloti a chiedere scusa agli 800 dipendenti del team. Un modo come un altro per non prendere posizione alcuna, rendendo una volta di più difficile la vita a Daniel Ricciardo, tentato dal mercato e da domenica ancor meno in sintonia coi bibitari. I quali, a partire da Helmut Marko, sono ora anche chiamati a fare qualcosa per non disperdere il talento di Verstappen. Responsabilizzandolo e salvandolo da se stesso.
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