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Ferrari n Cina con la "febbre Leclerc", ultima spiaggia per Vettel?

Paolo Sala

Pubblicato 11/04/2019 alle 16:20 GMT+2

La SF90 punta al primo successo stagionale su un tracciato che potrebbe esaltarne trazione e velocità. Ma si ritrova con un problema imprevisto: Leclerc va fortissimo mentre Vettel, teoricamente prima guida, è ad un bivio: o torna a vincere o rischia seriamente di non uscire più dalla crisi tecnica che lo attanaglia.

Vettel vs Leclerc - Formula 1 - Ferrari

Credit Foto Eurosport

Dopo due doppiette Mercedes, pur concretizzatesi in condizioni opposte fra Melbourne e Sakhir, la Ferrari ha assoluta necessità di cogliere la prima vittoria stagionale. Shanghai, dove domenica (ore 08.10) si corre il Gp della Cina, è l'occasione giusta per rimettere la SF90 in carreggiata per la corsa al titolo 2019 a dispetto di una tradizione non così favorevole. Perché al pari di Sakhir è un tracciato liscio e tecnicamente esigente per quanto concerne trazione e velocità; perché ha diverse curve veloci che avevano esaltato la rossa nei test di Montmelò; e perché in Oriente sbarcherà un Charles Leclerc carico a mille dopo la vittoria sfumata in Bahrain e l'autentica 'febbre Leclerc' che è esplosa intorno a lui in queste due settimane. Tanto che a Maranello, il vero problema, è non 'perdere' un Sebastian Vettel in crisi tecnica e psicologica, per cui Shanghai può rappresentare davvero un bivio stagionale e di carriera.
StagioneVincitoreScuderia
2018Daniel RicciardoRed Bull
2017Lewis HamiltonMercedes
2016Nico RosbergMercedes
2015Lewis HamiltonMercedes
2014Lewis HamiltonMercedes
2013Fernando AlonsoFerrari
*L'ultima vittoria Ferrari in Cina è datata 2013 con Fernando Alonso. Da quel momento in poi, è stato un dominio Mercedes e Red Bull.

Tra incudine e martello

E qui è forse anche ora di uscire dall'equivoco: fin dal suo sbarco a Maranello, Sebastian è stato considerato urbi et orbi l'erede di Schumacher. Ma Vettel non è Schumacher, come ha subito compreso a suo tempo Sergio Marchionne definendolo "tedesco dal sangue latino". Sebastian è pilota vincente e velocissimo quando tutte le condizioni si allineano, ovvero: la miglior macchina, la totale fiducia del team ed un compagno di squadra mansueto. Segnali di una tenuta psicologica precaria si erano già avuti - la ruotata ad Hamilton a Baku 2017, gli errori a Le Castellet e ancora Baku 2018 - ma è stata Hockenheim la vera 'sliding door' del tedesco, un errore che lo ha fatto precipitare in una crisi tale per cui non riesce ad uscire vincitore da un corpo a corpo che sia uno con Lewis Hamilton. Ed ora, oltre all'incudine dell'inglese, si ritrova ad avere a che fare anche col martello Leclerc, come forse temeva allorché caldeggiava la permanenza di Raikkonen in rosso.
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Michael Schumacher e Sebastian Vettel si sono ritrovati in F1 tra il 2010 e il 2012: in quei tre anni, Vettel vinse tre titoli con la Red Bull.

Credit Foto Imago

Recuperare Vettel

L'umore di gran parte degli appassionati e del popolo ferrarista è chiaro: puntare tutto e subito su Leclerc e scaricare Vettel. Il che è comprensibile sul piano emozionale - Charles ragazzino velocissimo e allevato in casa, Sebastian 'sopravvalutato strapagato' su cui scaricare i fallimenti di Maranello degli ultimi due anni - ma molto meno su quello pratico. Perché non è il caso, dopo una stagione e due gare soltanto, di caricare Charles di tutto il peso delle aspettative Ferrari. E perché sarebbe stupido giocarsi Sebastian con diciannove gare ancora da disputare e la coppia Mercedes che macina punti ogni volta che ne è in condizione. Vettel va recuperato alla causa perché serve alla Ferrari, punto. Ora è facile e pure legittimo addossargli tutte le colpe del caso, ma stiamo pur sempre parlando, oltre che di un quattro volte campione del mondo, del pilota che ad oggi - dopo Michael Schumacher e Niki Lauda - ha conquistato il più alto numero di vittorie con la tuta rossa del Cavallino insieme ad Ascari.
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Quarto a Melbourne e quinto in Bahrain: per la prima volta dal 2011, Sebastian Vettel non è salito sul podio in nessuno dei primi due GP stagionali.

Credit Foto Getty Images

Meglio azzerare le gerarchie?

In una situazione del genere, sta a Mattia Binotto gestire al meglio la relazione fra i due. Si è scelto di partire con l'investitura di prima guida per Sebastian, proprio per proteggerlo rispetto ai tanti errori dello scorso anno e dal prevedibile impeto di Leclerc, e la scelta pareva tutto sommato assennata. Ora però la sensazione è che Vettel abbia bisogno dell'esatto contrario: essere deresponsabilizzato, spegnere il cervello e divertirsi al volante della SF90, alleggerito dal ruolo di anti-Hamilton e restituito al talento puro. Serve spensieratezza, e forse azzerare le gerarchie interne potrebbe essere ora la scelta maggiormente funzionale. Un classico attacco a due punte, chi è più veloce sta davanti, al netto ovviamente di inutili e pericolose battaglie fratricide. Vettel potrebbe tornare a pensare solo ad essere più veloce possibile, senza carichi ulteriori, e Leclerc non avrebbe limitazioni di sorta.

Ora o mai più

Fatto sta che Shanghai, per Vettel, diventa un vero e proprio crocevia. Stagionale e non solo. A nessuno serve una vittoria quanto a lui per rilanciarsi nel Mondiale, recuperare il credito perduto e soprattutto ritrovare fiducia in se stesso. Le condizioni ci sono tutte: la pista gli piace, la SF90 è veloce e in Cina vanta un'esperienza ed una conoscenza del tracciato molto maggiore rispetto a Leclerc, che ci ha corso solo lo scorso anno con l'Alfa Romeo. Può e deve cercare di vincere, o quanto meno dare un segnale forte. Finisse ancora alle spalle del compagno, sarebbe davvero difficile rimettere le cose a posto. E non solo per l'anno in corso.
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