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Mick Schumacher, racconta l'incidente in Arabia: "Sarei pronto per correre. Per fortuna nostre vetture sono sicure"

Stefano Dolci

Pubblicato 27/03/2022 alle 17:32 GMT+2

F1 - A neanche 24 ore dal devastante impatto nel Q2 delle qualifiche del GP di Arabia Saudita, Mick Schumacher si è presentato regolarmente nel paddock di Jeddah parlando anche coi giornalisti presenti del suo incidente: "Ero intorno ai 270 km/h quando ho colpito quel muro. Penso che su un'auto stradale non sarebbe finita bene ma per fortuna le nostre vetture sono sicure".

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Ha fatto prendere un grandissimo spavento a tutto il paddock Mick Schumacher con quel tremendo incidente alla curva 11 nel corso del Q2 del sabato di qualifiche del GP dell’Arabia Saudita. Vederlo però sorridente, voglioso di scherzare e di tranquillizzare tutti coloro che ieri sera sono stati in apprensione per lui dopo l’impatto a oltre 240 km/h contro le barriere è davvero un meraviglioso sollievo.
Dopo aver lasciato l’ospedale di Jeddah, con esami e TAC che hanno dato esito negativo, ed aver trascorso la nottata nella propria stanza d’hotel: quest’oggi Mick ha varcato i cancelli del paddock sulle sue gambe, sfoggiando un largo sorriso a favore dei fotografi e salutando tutti gli uomini della sua squadra e le persone che si sono preoccupate per la sua salute.
Ai microfoni di Sky Sport Italia, il tedesco ha anche raccontato le proprie impressioni sul devastante impatto (ben 33G di decelerazione), uno di quegli incidenti che in un’altra epoca avrebbe potuto avere esiti decisamente più drammatici.
Sto bene. Non mi sento nemmeno così scosso come ci si aspetterebbe dopo un incidente del genere. E' stato un brutto incidente. Da quello che ho sentito, ero intorno ai 270 km/h quando ho colpito quel muro. Penso che su un'auto stradale non sarebbe finita bene.Ma voglio dire, per fortuna, le nostre vetture sono davvero sicure e sono stato in grado di venirne fuori senza problemi. Vorrei ringraziare tutti coloro che si impegnano costantemente perché ci sia una maggiore sicurezza in Formula 1. A cosa ho pensato quando ho capito che sarei andato a sbattere? È un po' strano. Quando si ha un incidente, dall’abitacolo si ha l'impressione che il tempo scorra improvvisamente più lentamente. Ho visto il muro venire verso di me e sono stato in grado di prepararmi all'impatto. E' stato davvero un peccato, perché la macchina era abbastanza veloce per permettermi di poter ambire ad entrare per la prima volta nella top ten. L’obiettivo è riuscirci a Melbourne".
"Cosa non ha funzionato in quella curva? La temperatura degli pneumatici e il posizionamento dell'auto non erano ideali. Sul cordolo ero 20 o 30 centimetri più a destra del previsto. Il sottoscocca è poi atterrato, cosa che succede molto velocemente con queste nuove monoposto così basse, e quando ciò accade, difficilmente puoi evitare che la vettura vada in testacoda. Anche nella Q3 abbiamo visto che ci sono stati dei piloti che hanno avuto delle difficoltà in quel tratto. Quindi penso che sia qualcosa che dovrà essere sicuramente rivisto ed aggiustato se torneremo qui in futuro”.

"Ma perché se sto bene non gareggio? Questione di componenti"

Mick ha poi spiegato perché insieme al team principal Guenther Steiner e a tutti gli uomini della Haas, abbia deciso di non prendere parte comunque al GP: “Sarei pronto a correre. E' solo una questione di gestione dei componenti, perché dobbiamo assicurarci di essere in grado di correre a Melbourne. Questa è solo la seconda gara e in questa fase dell'anno è abbastanza difficile avere troppi ricambi. Quindi sapevo che sarebbe stato complicato, anche se speravo di poter correre oggi”. Mick chiosa non esponendosi riguardo alla pericolosità del tracciato di Jeddah: “Questo è il secondo incidente che ho avuto su questa pista. L'anno scorso è stato un incidente diverso. Penso che questo sia stato più tosto, anche perché avevamo il potenziale per la Q3. Non spetta a me giudicare se sia sicuro o meno. Spetta alle persone che decidono, anche se credo che ci siano alcuni punti in cui sarebbe meglio dare un'occhiata”.
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