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Ferrari: una resa tecnica sconcertante nel Mondiale dei rimpianti

Paolo Sala

Pubblicato 09/10/2017 alle 08:58 GMT+2

Nel momento decisivo la SF70-H è crollata sull'affidabilità con guasti difficili da interpretare. Mentre la Mercedes, pur sotto pressione, non ha fatto errori.

Sebastian Vettel of Germany and Ferrari looks on from the garage during practice for the Malaysia Formula One Grand Prix at Sepang Circuit on September 29, 2017 in Kuala Lumpur, Malaysia.

Credit Foto Getty Images

Un Mondiale andato definitivamente in fumo per una candela: può succedere persino questo nella iper-tecnologica Formula 1 dell'era ibrida. Non che manchino precedenti illustri, anche recenti, di guasti paradossali sulle rosse o su altre monoposto di F1: Vettel ebbe un guaio simile in Bahrain nel 2010 sulla Red Bull, Massa nel 2008 in Ungheria fu appiedato dalla sua Ferrari per una biella, i non più giovanissimi ricorderanno la rottura della batteria sulle rosse di Prost e Mansell a Montecarlo '90. Eppure, sette giorni dopo il doppio problema ad un altrettanto banale condotto di compressione, e col conto di quattro motori "bruciati" in due gare, l'autunno asiatico della Ferrari assume contorni piuttosto sconcertanti.

Tra sviluppo e fragilità


Perché l'affidabilità non era mai stata un problema nei primi due terzi di stagione, e soprattutto perché non è semplice legare guasti di questo tipo allo sviluppo e all'evidente incremento di prestazioni evidenziato dalle SF70-H dopo Monza. Eppure, se si esclude la malasorte, che nelle corse ha un incidenza relativa riguardo i guasti tecnici, l'unica spiegazione possibile può essere l'aver spinto al massimo ogni singolo elemento per provare a battere la Mercedes, pagando magari tutto insieme il conto di una stagione straordinaria sul piano delle prestazioni. Pagare tutto ciò con tubi di conduzione o candele sembra tuttavia davvero beffardo, dando per scontato che forniture e controllo qualità, additati la scorsa settimana da Marchionne, siano rimasti su standard invariati nel corso dell'anno. E non è comunque normale che si accumulino problemi di affidabilità in tale numero in un così breve periodo temporale.

Il Mondiale dei rimpianti


Di certo Marchionne, già furente per l'immagine della Ferrari di Raikkonen rimossa dalla griglia ancor prima del via in Malesia, avrà gradito ancor meno le immagini di Vettel a corto di potenza e sfilato dagli avversari. Il presidente silente di inizio stagione è un lontano ricordo, ora in seno alla Gestione Sportiva si aprirà sicuramente il processo, già avviato su fornitori e controllo qualità, per capire cosa sia accaduto in questo autunno da incubo. Va assolutamente individuata la falla che reso in pochi giorni l'efficientissima SF70-H la macchina più fragile in griglia, e intervenire sulle relative procedure. Senza dimenticare, possibilmente, ciò che di straordinariamente buono ha fatto il team quest'anno, recuperando in un solo inverno - e contro ogni pronostico - il pesante gap tecnico da quella che sembrava l'inarrivabile Mercedes. Perché questo del 2017, a Maranello, verrà comunque ricordato come il Mondiale dei rimpianti e dei sogni d'estate morti in autunno, nella più disastrosa e amara trasferta in Asia che si ricordi. Sperando, quanto meno, che possa rappresentare una base tecnica importante per il 2018.
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Mercedes' Lewis Hamilton of Britain celebrates winning the race next to Bull's Daniel Ricciardo of Australia and Max Verstappen of the Netherlands.

Credit Foto Eurosport

Mercedes corazzata


Sull'altro fronte, proprio nel momento teoricamente meno agevole, la Mercedes non ha sbagliato nulla e raccolto tantissimo. Le piste favorevoli alla Ferrari e il caldo dell'Asia avevano fatto sorgere qualche dubbio sullo sviluppo della W08, tornata a soffrire la gestione delle gomme e pressata dalla Red Bull oltre che dalla rossa. Ma i tedeschi non hanno perso il sangue freddo, la macchina è rimasta totalmente affidabile e Lewis Hamilton ha fatto il resto, con due vittorie ed un secondo posto in tre gare che hanno dato la misura tanto della sua classe quanto della consapevolezza dell'obiettivo, con quella scelta di non resistere più di tanto su Verstappen a Sepang che lo ha certificato anche ragioniere. I panni del ragioniere, tuttavia, gli vanno stretti, ed a Suzuka se li è subito tolti centrando la pole sull'ultima pista che gli mancava nel calendario Mondiale, guadagnandosi il primo match-point ad Austin.
Paolo Sala
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