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Ferrari, il colpaccio di Vettel "a casa loro" lascia il segno: la Mercedes sbanda

Paolo Sala

Aggiornato 09/07/2018 alle 09:25 GMT+2

Il successo di Vettel a Silverstone è un altro boccone indigesto per la stella a tre punte dopo il doppio ritiro in Austria. Toto Wolff furioso oltremisura a fine gara. La rossa punta all'allungo prima della sosta.

La gioia di Sebastian Vettel dopo il trionfo a Silverstone, Formula 1, GP Gran Bretagna, Getty Images

Credit Foto Getty Images

I paragoni con gli altri sport si sprecano, visto il periodo: un break nel linguaggio di Wimbledon; un gol in trasferta in quello calcistico; un jeb d'incontro nel pugilato. Il successo di Sebastian Vettel a Silverstone, tana di Hamilton e della Mercedes, è un colpo parimenti importante nell'economia del Mondiale di Formula 1 2018. Perché colto nella gara che doveva risultare più problematica per la SF71-H, e perché lascia un segno evidente nella psiche e nel morale dell'avversario, poco avvezzo alla lotta dopo anni di confronto esclusivamente interno e in difficoltà nel gestire gli affanni di una estate che gli sta mettendo contro una Ferrari tecnicamente forte e mentalmente meglio forgiata dalle batoste degli ultimi anni. Le pesanti parole di Wolff a fine gara, poi in parte ritrattate, ne sono la testimonianza più significativa. Ora la rossa può e deve provare a consolidare il vantaggio prima della pausa.

Il colpo perfetto della Ferrari

Una vittoria che vale doppio quella del Cavallino. Nel regno di Lewis Hamilton e sulla pista di casa della Mercedes, che ha sede a Stoccarda ma dal punto di vista del team di Formula 1 ha uomini e quartier generale a pochi chilometri dallo storico tracciato a nord di Londra. Un successo dal peso specifico importante non solo per le ragioni geografiche accennate, ma anche e soprattutto per fattori tecnici. Silverstone è un tracciato che esalta la stabilità Mercedes nelle curve veloci, unico vero plus rimasto alla W09 rispetto alla SF71-H, e che esalta soprattutto Lewis Hamilton, come confermato dallo stratosferico giro di qualifica con cui lui, e solo lui, ha potuto togliere la prima fila alle rosse. E si trattava per di più dell'ultima gara in calendario con le famigerate Pirelli ribassate di 0.4 mm, che permettono alle frecce d'argento di ottimizzare lo sfruttamento delle gomme e che hanno portato la Ferrari a tenersi un set di gomme gialle per la gara, teoricamente inutile e risultato invece decisivo sull'ultima safety car. Un colpo perfetto che ha fatto male agli avversari, protagonisti di dichiarazioni da crisi isterica nel dopo gara.

Wolff, Allison e Hamilton accusano Raikkonen

Il dito è puntato su Kimi Raikkonen, reo confesso del leggero lungo in curva 3 che ha messo fuori Hamilton. Certo la responsabilità del contatto è del ferrarista, cui Lewis aveva lasciato lo spazio per girare. E del resto Kimi ha ammesso l'errore accettando senza problemi una penalità maggiore rispetto a quella in cui era incorso Vettel in Francia (una disparità poco comprensibile, che la Federazione ha spiegato col fatto che Vettel aveva danneggiato anche se stesso). Ma dalla Mercedes si sono levate parole gravi, con Hamilton che ha parlato di "necessità di piazzarsi meglio per evitare contatti ravvicinati con le rosse, che si sa come vanno a finire" e James Allison, ex ferrarista, che ha dato dell'incompetente a Kimi. Ma soprattutto Toto Wolff, che ha addirittura alluso a manovre deliberate da parte della Ferrari per poi fare parzialmente retromarcia ai microfoni italiani. Una caduta di stile davvero poco comprensibile per un episodio oggettivamente dannoso per la stella a tre punte ma totalmente casuale, anche al di là della pessima partenza di Lewis. Come nulla di deliberato aveva l'aggancio di Verstappen a Vettel in Cina, per il quale non ci fu alcuna penalizzazione. E come non c'era nulla di deliberato anni fa a Montreal, quando Lewis tamponò Raikkonen in corsia box. Sono le corse, e bisogna saper mandar giù.

Sorpassi e pubblico: viva le piste vere

Anche perché il Gp di Gran Bretagna è stato fra i più spettacolari, se non il più spettacolare, di tutto il 2018. Una dimostrazione in più del fatto che le buone vecchie piste europee, oltre a richiamare una passione senza eguali altrove, offrono ancora l'opportunità di vedere chi ne ha di più. Menzione d'onore per il sorpassone di Sebastisan Vettel su Bottas, agevolato dalla differenza di gomme ma letteralmente inventato in una situazione in cui Seb aveva tanto da perdere e poco da guadagnare. E per il duello d'altri tempi Raikkonen-Verstappen, vinto dall'olandese con un sorpasso da urlo all'esterno prima della vecchia partenza prima di essere fermato da un problema ai freni.

Ferrari, obiettivo allungo prima della sosta

Il gol in trasferta a Silverstone - dal punto di vista di Maranello - va ora concretizzato nelle prossime due gare prima della sosta estiva. Dopo una settimana di pausa si va ad Hockenheim, pista cui la Ferrari guarda con comprensibile fiducia, e la domenica dopo a Budapest, dove anche la Red Bull potrà inserirsi nella lotta. Ora che finalmente anche Raikkonen riesce a creare fastidi alle Mercedes ed a portare punti pesanti, l'obiettivo dev'essere quello di provare a consolidare il piccolo vantaggio costruito fra Austria e Gran Bretagna prima che si abbassino le serrande e si rimandi tutto a Spa e Monza. Piste Mercedes, in teoria. Perché in pratica la Ferrari le sta cancellando una ad una dal calendario.
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