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Terza pole position di fila, zero vittorie: perché la Ferrari vola solo il sabato?

Paolo Sala

Pubblicato 28/10/2019 alle 15:12 GMT+1

Nel weekend in cui Max Verstappen sbaglia tutto sull'asfalto che lo aveva visto vincere le ultime due edizioni, Lewis Hamilton batte tutti con una gara fatta di sapienza e visione strategica da (quasi) sei volte campione del Mondo. Ferrari ancora una volta velocissime in qualifica, meno sul passo gara. Ma la direzione, in vista del 2020, resta quella giusta.

Charles Leclerc, Sebastian Vettel, Ferrari, Getty Images

Credit Foto Getty Images

E' stata innanzitutto la gara di chi poteva vincere e non ha vinto: a partire da Charles Leclerc, scattato in pole position ma messo poi fuorigioco dalla strategia a due soste. Ma anche Sebastian Vettel, abile nel gestire il primo lunghissimo stint su gomma gialla e poi frenato anche dal traffico nel finale. E qualche rammarico può averlo persino Valtteri Bottas, unico ad aver provato nelle libere le gomme dure e più veloce di tutti, Hamilton compreso, nella seconda parte di gara. A mettere tutti d'accordo ci ha pensato allora Max Verstappen, che se non avesse gettato alle ortiche la pole con una leggerezza da invasato e compromesso il resto della gara coi contatti nelle prime curve, sarebbe stato il favorito d'obbligo. Anche se non avesse conservato la prima posizione in curva 1, come dimostrano il suo ritmo con gomme bianche montate al sesto giro e le tante variabili emerse in gara.
Lewis, vittoria da Maestro
E se gli altri sbagliano, Lewis Hamilton sente l'odore del sangue e fa bottino pieno, tanto più in una gara che gli era spesso stata ostica come quella messicana, teatro invece di investiture Mondiali. E' stato Lewis, di concerto con la squadra, a mettere in campo la sosta singola, impensabile venerdì dopo le libere e azzardata alla vigilia della gara. Vettel lo ha coperto con una grande gestione delle gialle montate al via, ma la capacità di Hamilton di sfruttare l'undercut, conservare le gomme per una decina di giri e spingere nel finale è stata semplicemente da Maestro, quale Lewis è alla vigilia del suo sesto titolo iridato. In realtà dai team radio non sembrava convintissimo delle tempistiche, ma è paradigmatico come la squadra abbia avuto totale fiducia in lui nell'affidargli la strategia teoricamente più azzardata. Basata in buona parte sull'osservazione dei tempi di Ricciardo, al via con gomma bianca.
Ferrari, terza pole a vuoto
Per Maranello altro boccone amaro, considerata la prima fila tutta rossa. La terza pole consecutiva non seguita da una vittoria - detto che gli episodi a Sochi e Suzuka hanno avuto il loro peso - certifica di una SF90 che tira fuori il meglio di sè in qualifica, mentre ha ancora alcune difficoltà soprattutto quando si tratta di far funzionare le gomme in condizioni critiche. Come nell'aria rarefatta di Città del Messico, dove il carico aerodinamico deve fare i conti anche con questa variabile unica nel Mondiale. Non è del resto la prima volta, anche nelle ultime settimane, che le rosse brillano il sabato ma già il venerdì sono le Mercedes ad avere un miglior ritmo gara. A Vettel non sono bastati 13 giri di vantaggio di gomma su Hamilton per avere il margine per attaccarlo, ed il secondo stint di Leclerc su gomma gialla è stato parecchio complicato.
Strategie
C'è chi è tornato a parlare di Leclerc penalizzato dalla strategia, cosa vera in termini oggettivi ma assurda in termini ideali. Il sospetto che Mercedes, forte del passo gara e del conclamato feeling con le gomme dure, avrebbe provato a fare una sola sosta, c'era. Ma la realtà è che prima del semaforo verde questa era una gara indecifrabile sul consumo gomme, e dunque priva di strategie consolidate. Con le due soste considerate un po' da tutti il piano A, come del resto dimostra anche la gara di Albon. Leclerc è stato il primo a scegliere, ed era poi inevitabile provare a differenziare Vettel anche per coprire Hamilton. Piuttosto, i tempi di Verstappen avrebbero potuto consigliare ai ferraristi di montare a Leclerc gomme dure, e lasciarsi aperta eventualmente la possibilità di non fermarsi nuovamente. E fermare Vettel prima di imbattersi nei due doppiati in lotta avrebbe dato qualche chance di vittoria in più.
Vettel c'è
Dire che è tornato è il modo migliore per essere smentiti, ma il Vettel post Monza è un Vettel sicuramente diverso, anche nella ritrovata giovialità nel paddock. Il pacchetto Singapore gli ha restituito feeling con la macchina, e se qualche errore resta - vedi partenza a Suzuka - la consistenza nell'arco del week end è tornata ad essere tangibile. Fatica ancora in qualifica rispetto a Leclerc, ma ha spesso un passo gara uguale o migliore di quello del compagno. Se la macchina 2020, oltre che in grado di sfidare fin da subito la Mercedes, gli consentirà di sfruttare al meglio il suo stile di guida, sarà davvero una bella gatta da pelare per Binotto maneggiare la sfida interna fra i due.
Regolamento 2021 in alto mare
Il 31 ottobre è la data in cui si sarebbe dovuto disvelare il nuovo regolamento tecnico in vista del 2021. In realtà l'accordo fra team e Liberty Media è ancora in alto mare, e sembra che domenica prossima ad Austin verranno presentate solo delle linee guida, prorogando I tempi per un accordo che possa mettere d'accordo tutti. L'avvenuta bocciatura del format della mini-gara a classifica invertita al posto delle qualifiche (col nonsense di farlo solo in tre gare su ventuno) ha ulteriormente alzato la tensione con Ross Brown. Staremo a vedere.
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