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La vittoria di Norris a Miami può fare immaginare un Mondiale diverso?

Paolo Viganò

Pubblicato 06/05/2024 alle 18:35 GMT+2

GP MIAMI - Il primo successo del giovane pilota britannico in F1 ha avuto luogo con Max Verstappen in pista e in piena efficienza. Dunque la Red Bull si può battere. Ma attenzione a dare troppo peso al Gp di Miami, in cui le condizioni hanno avuto un ruolo decisivo.

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Dopo 110 Gp finalmente Lando Norris ha rotto il ghiaccio, con la prima vittoria in Formula 1 che l'intero Circus ha celebrato con gioia. Compreso Max Verstappen, ben lieto di condividere la gioia con l'amico "a patto che non diventi un'abitudine", perché tutti i piloti conoscono il valore di Norris e sanno perfettamente che ha il talento e la velocità per vincere e che da tempo meritava il gradino più alto del podio. Fino ad ora gli era mancata la macchina vincente, l'impressionante crescita della McLaren lo ha finalmente messo nelle condizioni di sfidare, e battere, il rivale-amico olandese. E naturalmente non sfugge a nessuno il messaggio che Norris ha mandato al Mondiale: Max e la Red Bull non sono (sempre) imbattibili, il lavoro paga.

NESSUNO COME LA McLAREN

Soprattutto se si è in grado di lavorare come hanno fatto a Woking nell'ultimo biennio. Dove è stato mandato in soffitta un progetto evidentemente sbagliato, che zavorrava Norris e Piastri a fondo griglia, per presentarne uno totalmente rinnovato a partire da Silverstone 2023. In poche settimane le monoposto color papaya passarono dalle difficoltà a superare la Q1 a sfidare Mercedes e Ferrari per il ruolo di seconda forza in pista. E oggi - col primo corposo pacchetto di aggiornamenti montato proprio a Miami sulla macchina 2024 - la MCL38 è addirittura in grado di rappresentare una sfida per la Red Bull.

VENTATA D'ARIA FRESCA

Nessuno infatti nega che il trionfo di Norris a Miami sia una ventata d'aria fresca su un Mondiale claustrofobico, che spezza finalmente il dominio di Verstappen e Red Bull che era durato fino a poche ore prima, Sprint Race e qualifiche comprese. Un dominio che può finalmente essere messo quanto meno in discussione, soprattutto se si azzeccano gli sviluppi. C'è infatti una considerazione da cui non si può prescindere: Red Bull aveva già portato in pista il suo primo pacchetto di sviluppi in Giappone, la McLaren ha cambiato abito a Miami, ora manca la Ferrari, che ha programmato importanti novità per Imola. Il solo fatto che la Red Bull non possa più passeggiare su ogni circuito è sufficiente a dare una piega diversa alla stagione, e a lasciare spazio alle incognite, come la safety car di domenica che ha ovviamente avuto il suo peso nella vittoria di Norris.

RED BULL PIÙ UMANA

Perché certo, senza il vantaggio del pit stop durante la safety car Norris non sarebbe passato al comando, ma poi è successo ciò che non era mai accaduto fino ad oggi: Verstappen e la Red Bull non ne avevano per attaccare la McLaren, nè per seminare la Ferrari di Leclerc. Il che basta e avanza per definire la Red Bull 2024 più umana, o meno marziana, rispetto a quella del 2023. Anche nelle dinamiche accessorie: il primo vero errore di Verstappen da mesi (il birillo centrato in gara), Perez risucchiato nel gruppo, il programmato saluto di Newey sul podio di Miami in caso di vittoria di Max, evaporato. Tutti segnali piccoli, ma significativi. Lo scorso anno i 'bibitari' concessero solo Singapore alla concorrenza, in un week end in cui la gestione dei sobbalzi e delle altezze da terra risultò fatale. Quest'anno gli avversari hanno già banchettato in Australia, dove la RB20 ha avuto problemi di affidabilità, e appunto a Miami, dove il setup non ha mai realmente soddisfatto Verstappen, al contrario dello scorso anno.

I FAVORI DEL PRONOSTICO

Dunque il team di Milton Keynes, dilaniato dalle rivalità interne e dalle uscite presenti e future, risulta decisamente meno compatto che in passato, e la macchina necessita di una messa a punto perfetta per non esporsi alla ormai possibile pressione di McLaren e (si spera) Ferrari. Tuttavia non va nemmeno preso come paradigma ciò che è accaduto a Miami, dove il quasi nullo degrado delle gomme ha in un certo senso appiattito le prestazioni, laddove la Red Bull ha proprio nella miglior gestione delle gomme un grosso vantaggio sugli avversari. Vantaggio che tornerà a essere tangibile a Imola e nelle gare successive. Difficile pensare che il Mondiale 2024 possa prendere una piega diversa da quella che si è fin qui immaginata. Si può invece sperare in un campionato in cui la pressione degli avversari costringa anche la Red Bull a sbagliare e/o a tentare degli azzardi, invece che fare passerella. E che nel finale di stagione le prestazioni degli avversari possano arrivare ad un livello tale da far pensare a un 2025 equilibrato, in attesa della tabula rasa nel '26.

FERRARI, BICCHIERE MEZZO PIENO

In casa Ferrari il Gp di Miami si chiude con bilancio sostanzialmente positivo: il doppio podio di Leclerc porta punti importanti soprattutto in chiave Costruttori, dove la Red Bull sembra sfidabile. Gli sviluppi hanno portato la McLaren davanti alle rosse, ma a Imola sarà il turno del Cavallino, che porterà in pista corpose novità sul fondo e nuove pance stile Red Bull. Intanto è importante lavorare bene sull'ottimizzazione del week end, cosa che in Florida è stata fatta. Se poi le novità porteranno i decimi che i tecnici si aspettano, ci sarà da divertirsi.
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Norris insidia Verstappen? Numeri e curiosità: il GP di Miami in 1'

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