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Sprofondo rosso: questa Ferrari in curva non va e lo sviluppo è un'incognita

Paolo Sala

Pubblicato 13/05/2019 alle 14:30 GMT+2

Barcellona conferma il trend delle ultime due gare, i test di Febbraio sono un'era geologica fa. La SF90 è tremendamente lenta sul misto e sembra difficile porvi rimedio al cospetto di una Mercedes che al contrario cresce e domina. Il Mondiale è lontanissimo, servono una reazione ed un piano a lungo termine.

Sebastian Vettel, focus

Credit Foto Getty Images

Ha un bel dire Mattia Binotto quando, prima delle libere di venerdì, afferma che Barcellona non è l'ultima spiaggia per la Ferrari. Con ragioni da ricercare più nella necessità di tenere unito e motivato il team che non nell'aritmetica, che invece indica ora una direzione ben precisa al Mondiale 2019 che ci si attendeva combattuto e che è invece appeso a Valtteri Bottas, rimesso al suo posto in gara da Lewis Hamilton dopo la lesa maestà di sabato in qualifica. Entrambi al volante di una W10 velocissima ed in continua crescita, al contrario di una Ferrari che ha ora una certificazione precisa: macchina veloce sul dritto ma scorbutica, sottosterzante e tremendamente poco performante nei tratti più lenti.

Carico e sospensioni i punti deboli

Come temuto alla vigilia, l'evoluzione del motore rischiava di non bastare di fronte ai problemi di carico aerodinamico e di stabilità sul misto già emersi in Cina e Bahrein. E infatti il terzo settore di Montmelò, lento susseguirsi di curve strette, ha rilevato numeri imbarazzanti per la Ferrari, che beccava quasi un secondo dalle Mercedes facendo gli stessi tempi delle Haas. Due settori quasi alla pari con le frecce d'argento e uno che ha finito per far perdere la sfida anche con la Red Bull. Un vulnus tecnico evidente, che denuncia un deficit di carico aerodinamico e di efficienza del sistema sospensivo di tipo strutturale, e dunque non facile da risolvere nel breve.
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Charles Leclerc e Sebastian Vettel impegnati nella battaglia per la quarta e quinta posizione nel GP di Spagna.

Credit Foto Getty Images

Prospettive: incognita sviluppo

Si è molto parlato anche della scelta progettuale sull'ala anteriore, orientata all'"out wash" dei flussi rispetto alle soluzioni degli avversari, più nel solco della tradizione rispetto alle ultime stagioni. E le difficoltà dell'Alfa Romeo, che ricalca diverse peculiarità tecniche della Rossa, ala anteriore compresa, sembrano confermare che possa essere quanto meno uno dei problemi. Se le criticità risiedono così all'origine del progetto, sarà difficile arrivare a breve - come continuano ad auspicare a Maranello - a trovare una competitività da Mondiale. Dovendo pure fare i conti con una tradizione recente poco incoraggiante in termini di sviluppi. La rossa potrà avere chances di vittoria su piste veloci come Canada, Monza, forse Spa, ma al momento non ha (già più) senso lavorare pensando al Mondiale. Se anzi l'ultimo settore di Montmelò fosse un aperitivo di Montecarlo, c'è da lavorare sodo per evitare di ritrovarsi in un incubo.

Lotta in famiglia Mercedes

Stando così le cose, la Mercedes si presenta da favorita anche nel Principato, accreditata di un sistema sospensivo affinato, sull'architettura di quello dello scorso anno, che rende la W10 maneggevole e velocissima proprio sugli angoli più stretti, come dimostrato in Spagna. Hanno inoltre funzionato perfettamente gli aggiornamenti portati in pista, che hanno dato un ulteriore plus ai piloti. Al momento il Mondiale è roba solo loro, e forse non è un caso che Lewis Hamilton, dopo una qualifica così così, si sia ripreso scena e leadership nel momento in cui si celebrava il suo compagno Valtteri Bottas. Che resta l'unico a poter dare un significato al resto della stagione.

Verstappen, un anno senza errori

Oggi come oggi i ferraristi devono fare i conti, più che con le lontane Mercedes, con la Red Bull e soprattutto con Max Verstappen, definitivamente maturato in termini di gestione della gara e delle proprie capacità tecniche. Come tutti i campionissimi in erba, da Senna a Schumacher allo stesso Hamilton, è stato spesso accusato di essere uno sfasciamacchine, passaggio quasi obbligato quando si ha troppo talento rispetto all'esperienza. Max ci ha messo del suo per alimentare tale fama, e dovrà farne di strada per ricalcare le orme dei nomi citati. Ma è evidente come sia ormai un pilota totalmente affidabile e pronto, macchina permettendo, per giocarsi un titolo Mondiale. A Montecarlo sarà un anno pieno senza più errori in pista, in classifica è tornato davanti ai ferraristi. E in Formula 1 i numeri raramente mentono.
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