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Riscossa Kimi Raikkonen e meno sviluppi: la Ferrari riparte da qui

Paolo Sala

Aggiornato 22/10/2018 alle 15:11 GMT+2

La vittoria di Kimi Raikkonen cinque anni dopo il suo ultimo successo in Lotus combacia con la ritrovata competitività della SF71-H, tornata veloce dopo i passaggi a vuoto fra Singapore e Suzuka. E se il Mondiale Piloti è chiuso, quello Costruttori potrebbe ancora riservare sorprese.

Kimi Raikkonen - GP Austin - Cover Focus

Credit Foto Eurosport

Dopo le scoppole di Monza, Singapore, Sochi e Suzuka la Ferrari rialza finalmente la testa, e la ritrova biondo Raikkonen. Il ritorno al successo del finlandese, che non saliva sul gradino più alto del podio dalla gara inaugurale del 2013 in Australia, fa il paio con un ritorno in auge della rossa che non è ovviamente spiegabile solo con la giornata di grazia di Kimi, finalmente perfetto in tutte le fasi di gara, ma anche con una competitività tecnica riemersa dal buco nero delle gare post estive. Un ritorno di fiamma che va analizzato con attenzione per preparare al meglio la stagione 2019 e chiudere al meglio questa, blindata da Mercedes per quanto riguarda il titolo Piloti ma a questo punto ancora aperta nel Costruttori. Con un Raikkonen così, un obiettivo non impossibile.

Colpo di coda Kimi

Difficile non definirlo tale, vista la tempistica. E difficile a questo punto non tornare a Monza, il week end in cui dai piani alti di Maranello si è deciso di cambiare cavallo retrocedendo Kimi in Sauber e intaccando un armonia interna al team che ha poi presentato un conto pesante. E' sempre difficile parlare serenamente di Raikkonen, uno dei piloti più amati e allo stesso tempo criticati dell'intero Circus. La prepotente vittoria di Austin ci restituisce un campione completo ed affidabile, il che si è visto raramente nella seconda vita ferrarista del finlandese. Il nostro parere è che il miglior Raikkonen si sia visto fino alle due stagioni al volante della Lotus, e che questo sia un campione in grado di brillare a sprazzi soprattutto ora che il suo compagno Sebastian Vettel è in netta crisi. Non ci compete dire se la Ferrari abbia fatto bene o meno a mollarlo per puntare su Leclerc, quel che è certo è che Austin ha dimostrato che il team avrebbe dovuto e potuto gestire meglio la situazione chiarendo prima e meglio le sue scelte. Per il proprio bene e anche per quello di Kimi.

Vettel, serve un reset

Se Raikkonen si è tolto un sassolino dalla scarpa tornando al successo in rosso, Sebastian Vettel è oramai imprigionato in un loop negativo che solo la chiusura della stagione può interrompere. Il tedesco ha ormai chiaramente mollato sul piano mentale, gli errori si susseguono ed i rimpianti aumentano. Ma ormai è inutile criticarne eccessi e sbagli, la stagione è andata e magari gli fa anche bene correre qualche gara 'scarico'. Quel che è certo è che a Sebastian serve un reset mentale completo, che azzeri tutto ciò che è accaduto quest'anno e gli permetta di ripartire con le giuste motivazioni e soprattutto con le certezze tecniche smarrite. Ma per questo serve anche e soprattutto che Sebastian compia l'ultimo, fondamentale salto di qualità. Tutti sappiamo quanto talento abbia e quanto sia in grado di esprimerlo nel momento in cui le cose girano al meglio, ora serve che emerga anche nelle difficoltà. L'epoca d'oro della Red Bull incollata a terra e imbattibile, di un team al suo completo servizio e di un compagno di squadra morbido come Webber è finito, a maggior ragione con l'approdo a Maranello del rampante Charles Leclerc. Nel 2019 occorre un Vettel mentalmente preparato ad affrontare le difficoltà tecniche che una sfida tirata come quella con Mercedes propone, e soprattutto in grado di tornare a sfidare un Hamilton che quest'anno lo ha schiacciato psicologicamente oltre che tecnicamente.

Sviluppi Ferrari, serve un'analisi

Infine una nota tecnica non da sottovalutare: già a Suzuka, e più ancora ad Austin, la Ferrari è tornata ad andare forte nel momento in cui ha rinunciato ai nuovi sviluppi per tornare indietro e adottare specifiche vecchie. In Giappone il fondo era stato bocciato il venerdì, negli Usa una versione ulteriormente implementata del fondo vettura è stata nuovamente smontata dopo le libere e rimandata in soffitta, e tornando ad una configurazione simile a quella di Spa e Monza la rossa si è dimostrata nuovamente veloce e più gentile sulle gomme rispetto alla Mercedes. Il che impone un'approfondita analisi sul perché gli sviluppi da dopo l'estate in poi non abbiano funzionato a dovere; sia per provare a chiudere in bellezza giocandosela fino alla fine per il Costruttori, sia soprattutto per avere una base certa su cui impostare gli affinamenti della vettura 2019.

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