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Hamilton è il sogno, Ricciardo un'idea: la Ferrari pensa al dopo Vettel

Paolo Sala

Aggiornato 18/07/2019 alle 17:41 GMT+2

Le acclarate difficoltà di Sebatian Vettel accelerano il casting per il prossimo compagno di Charles Leclerc. Hamilton, Vettel, Verstappen e Ricciardo vincolati fino al 2020, ma a certe condizioni tutto può cambiare.

Sebastian Vettel, Lewis Hamilton, Daniel Ricciardo

Credit Foto Getty Images

Il piano Marchionne era chiaro e lineare: Leclerc a crescere per due stagioni all'ombra di Sebastian Vettel - punta di diamante in cerca del quinto titolo Mondiale da vincere sotto le insegne di Maranello - e futuro da decidere con tutta calma intorno al 'predestinato'. Ma la crescita prorompente del monegasco e la paurosa involuzione del tedesco hanno rapidamente cambiato le carte in tavola, ed ora in Ferrari c'è da capire come affrontare l'inattesa inversione di ruoli. I contratti vincolano tutti i top driver fino al 2020 compreso, ma si sa che i contratti, con la volontà di tutti ed un ritorno per tutti, possono essere stracciati. Specie nell'ultimo anno di validità. Ecco perché la crisi di Vettel potrebbe scatenare un inaspettato effetto domino.

Sconcerto Seb

Ciò che sta accadendo a Sebastian Vettel è sinceramente preoccupante, anche perché c'è il curriculum - quattro titoli mondiali, 56 pole position, 52 vittorie - ad alimentare lo sconcerto. Un'involuzione oscura, iniziata con l'errore di un anno fa ad Hockenheim e proseguita sotto i colpi incessanti di un Charles Leclerc in ascesa. Le criticità della SF90, precaria sull'anteriore laddove Seb ha uno stile di guida che lo vuole preciso per portare tanta velocità in curva, certo non lo stanno aiutando. Ma né il ragazzino terribile né la macchina difficile possono bastare a spiegare la caduta di prestazioni e la tendenza a sbagliare, e di grosso, ogni volta che è sotto pressione. I prodromi, del resto, furono evidenti già a Baku 2017 con quel 'fallo di reazione' su Hamilton, ben prima di Hockenheim 2018. Abbastanza perché la fiducia reciproca fra lui e il Cavallino venga meno. Forse, come diceva Enzo Ferrari, arriva un momento in cui un pilota, semplicemente, smette di essere veloce, e spesso arriva improvvisamente. Questione di carica, incoscienza, stimoli, pressioni, un insieme difficilmente definibile ma oggettivo, come raccontano le carriere di diversi altri campioni soprattutto nella storia più recente della F1. O forse, come si è spesso vociferato nel paddock, i motivi vanno ricercati in una carriera non così dura - dalle Red Bull del periodo d'oro a compagni di squadra mai troppo impegnativi - da averlo preparato adeguatamente alle difficoltà, sia sul piano tecnico che su quello mentale.
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Sebastian Vettel non vince dal Gran Premio di Spa del 2018: nelle successive 18 gare ha conquistato 4 secondi posti e 4 terzi posti.

Credit Foto Getty Images

Cosa fare nel 2020?

Sia come sia, ora il contratto fino alla fine del 2020 rappresenta un problema anche per lui. Perché Leclerc, da prospetto futuro, è già diventato l'arma su cui puntare fin da subito, e diventa difficile ipotizzare che Seb possa reggere un altro anno e mezzo in queste condizioni agonistiche e mentali. E lo è evidentemente anche per la Ferrari, che ha sì già pronto in casa il monegasco, ma deve ora capire se nel 2020 potrà affiancargli ancora la brutta copia di Vettel (a 40 milioni l'anno) o se sia meglio cambiare cavallo. Detto ovviamente che il contratto può essere rotto solo con la volontà del pilota. E che Spa e Monza, i due circuiti su cui la rossa promette battaglia, potrebbero pure rilanciarlo.

Suggestioni di mercato: cambio di casacca per i tre top driver

Sul tavolo, pur negata da Seb e dal suo entourage, c'è l'ipotesi del ritiro, che spalancherebbe ovviamente le porte a diverse soluzioni. Ma circolano suggestioni di mercato che coinvolgono anche il tedesco, a partire da uno scambio di volanti con Lewis Hamilton di cui avevamo già parlato qualche settimana fa. A rilanciare la voce ci ha pensato a Silverstone Eddie Jordan, secondo cui lo scambio sarebbe a tre: Hamilton in Ferrari, Max Verstappen (che ha peraltro una clausola che gli consente di liberarsi con un anno di anticipo avendo vinto una gara) in Mercedes e Vettel di ritorno alla Red Bull. Bernie Ecclestone, a suo tempo, avrebbe fatto carte false per mettere il sigillo su un giro di sedili del genere.
Ferrari, chi al fianco di Charles Leclerc nel 2020?

Ferrari-Hamilton: perché sì

Dando il giusto credito a quelle che sono qualcosa di più che semplici voci, uno scenario con Lewis Hamilton in Ferrari darebbe certamente parecchio vigore all'ambiente di Maranello. Che in un colpo solo si metterebbe in casa il pilota più vincente dell'epoca contemporanea scrollandoselo di dosso come avversario. E per Lewis, campionissimo cui però cominciano a pesare un po' i successi contesi ai Rosberg o ai Bottas di turno con un'astronave sotto il sedere, sarebbe il modo perfetto per chiudere la carriera, dimostrando il pieno il suo valore con una macchina meno quotata e con addosso colori che tutti, un giorno o l'altro, sognano di indossare.

Ferrari-Hamilton, perché no

C'è una sola possibile controindicazione al matrimonio anglo-italiano di cui sopra, ma grande come una casa. E si chiama Charles Leclerc. Avrebbe infatti senso tarpare le ali al 21enne prodigio dopo quanto sta facendo vedere, e soprattutto alla luce dell'affetto che si sta conquistando fra i tifosi ferraristi? Dopo una prima parte di 2019 in cui è stato, anche logicamente, sacrificato sull'altare delle strategie in favore di Vettel, con che animo si ritroverebbe fianco a fianco con Sua Maestà Lewis Hamilton? Animo pugnace, senza dubbio, ma si sa che in Formula 1 certe gerarchie, anche economiche, sono difficili da scalfire. E Lewis si presenterebbe con tutta probabilità da sei volte campione del Mondo.
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Charles Leclerc e Lewis Hamilton a colloquio durante le qualifiche del Gran Premio del Bahrain.

Credit Foto Getty Images

Verstappen, azzardo improbabile

Molto più difficile arrivare a Max Verstappen, per diversi motivi. Intanto l'olandese era già stato vicino alla Ferrari ai tempi della Toro Rosso, tanto che Helmut Marko corse a promuoverlo in Red Bull a stagione in corso anche per rintuzzare le avances di Maranello. Poi perché lo ha messo nel mirino la Mercedes, che avrebbe tutte le carte in regola per fornirgli da subito, ossia nel 2020, una macchina in grado di vincere il Mondiale. Infine perché anche in questo senso sarebbe ben difficile una convivenza con Leclerc, visto che i due si sfidano e si detestano cordialmente fin da bambini sui kart e rappresentano con tutta probabilità il prossimo grande dualismo della Formula 1.

La logica dice Ricciardo

Ecco perché il maggior credito, al momento, ce l'ha Daniel Ricciardo. Anch'egli sotto contratto con Renault fino al 2020 compreso, ma per i contratti vale il discorso di cui sopra. Daniel viene da un evidente 'downgrade' dopo la Red Bull, e quindi la convivenza con Leclerc, pur di tornare a guidare per la vittoria, non sarebbe un problema. Così come non lo sarebbe per il monegasco, che resterebbe prima guida, o per lo meno pari guida, per meriti acquisiti. Inoltre Ricciardo sarebbe meno caro sia di Vettel che ovviamente di Hamilton, e l'origine italiana sarebbe un bel vantaggio per lui in termini di ambientamento e per il Cavallino in termini commerciali in Australia. Senza contare che è un pilota che di punti ne ha sempre fatti parecchi, e si sa quanto i team tengano particolarmente alla classifica Costruttori. Più defilato, ma non impossibile, il compagno Niko Hulkenberg. Per Mick Schumacher non c'è fretta.
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