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Mercedes e Ferrari appaiate, Williams nell'abisso: la griglia di partenza del Mondiale di Formula 1

Paolo Sala

Aggiornato 14/03/2019 alle 14:45 GMT+1

Venerdì a Melbourne si apre il Mondiale 2019: una stagione cruciale soprattutto per la Ferrari, stanca di arrendersi allo strapotere Mercedes. E finalmente la Formula 1 ritrova un pilota italiano titolare.

Lewis Hamilton, Sebastian Vettel, Mercedes, Ferrari, F1 2018

Credit Foto Getty Images

La stagione della Formula 1 è alle porte e tante cose sono cambiate rispetto allo scorso campionato. Vediamo insieme come, a partire dal GP d'Australia in programma questa domenica, sarà composta la griglia di partenza.

Mercedes

Scelta d'obbligo mettere la Mercedes in pole position: abitudine al successo, conoscenze tecniche, esperienza, reattività e un pilota superiore a tutti nel 2018 fanno della freccia d'argento la naturale favorita. Anche perché la seconda sessione di test a Montmelò, dopo gli exploit Ferrari nella prima, ha visto i tedeschi portare in pista un numero di aggiornamenti tale da far immediatamente parlare di una versione B della W10. E il deciso passo avanti si è avvertito anche nelle pur relative risultanze cronometriche. Le ultime due stagioni, peraltro, certificano quanto la scuderia con sede a Brackeley non dipenda eccessivamente dai risultati delle prime uscite, vista la capacità di reazione e di sviluppo durante l'arco del campionato. Da verificare le prestazioni di Valtteri Bottas, che dopo la deludente stagione 2018 deve riscattarsi se vuole salvare il sedile dallo scalpitante Ocon.
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Lewis Hamilton ha vinto quattro degli ultimi cinque Mondiali al volante della Mercedes, un dominio spezzato soltanto dal suo ex-compagno Nico Rosberg.

Credit Foto Getty Images

Ferrari

Mai come quest'anno la Ferrari, pur nelle condizioni scarsamente rappresentative dei test di Montmelò, ha creato apprensione agli uomini agli ordini di Toto Wolff: per un approccio meno convenzionale e più estremo sul piano progettuale, per la facilità di guida e di messa a punto emersa fin da subito da parte della SF90, per la naturalezza con cui le rosse hanno fatto i tempi senza cercarli, e per come tanti addetti ai lavori, a partire da Alain Prost ("La SF90 sembra vada sui binari"), ne abbiano apprezzato da subito le peculiarità tecniche. E mettiamoci anche il cambio della guardia al vertice, con un Mattia Binotto che ci raccontano molto più empatico e razionale nella gestione del team rispetto al predecessore Maurizio Arrivabene. Viste le due stagioni precedenti, non basta: servono sviluppi coerenti e serve soprattutto minimizzare gli errori commessi l'anno scorso. Ma per la prima volta ci sentiamo di attribuire un ex aequo, anche se la pole virtuale va alla Mercedes per meriti acquisiti. La sfida è alla pari.
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Charles Leclerc è la grande speranza del futuro in casa Ferrari: arriva da una stagione in Sauber in cui ha raccolto 39 punti e chiuso al 13° posto.

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Red Bull

Vero che un'intera stagione a fare esperienza con una Toro Rosso trasformata in laboratorio mobile ha dato i suoi frutti, in termini di performance e soprattutto in termini di affidabilità; mai si era vista una motorizzata Honda girare tanto e senza problemi negli ultimi anni a Barcellona. Tuttavia, se il progetto firmato Adrian Newey non ha motivi per essere messo in discussione, la partnership fra la Red Bull e il motorista giapponese necessita di una verifica piena sui week end di gara, allorché si va su con la cavalleria e si mettono seriamente alla frusta le power unit. Difficile pensare che Honda possa già essere in grado di sfidare i motori Mercedes e Ferrari - peraltro accreditati di un'ulteriore aumento di potenza rispetto al 2018 - anche se non mancheranno circuiti adatti alle caratteristiche della RB15. Altra incognita è quella legata ai piloti: se da un lato Max Verstappen è ormai pronto per sfidare i migliori, dall'altro è difficile ipotizzare che l'apporto di Pierre Gasly, come dimostrano le due macchine distrutte in pochi giorni a Barcellona, possa essere da subito paragonabile a quello di Daniel Ricciardo.
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Max Verstappen è reduce dalla sua miglior stagione in F1: con 249 punti e due GP vinti, si è piazzato al quarto posto nel Mondiale piloti.

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Renault

Lo scorso anno ha portato a casa il quarto posto nel mondiale Costruttori nonostante una macchina probabilmente inferiore alla Haas, principalmente grazie alla differenza fra i piloti: il duo Hulkenberg-Sainz ha decisamente sovrastato la coppia Grosjean-Magnussen, portando in Francia un bonus economico che potrebbe rivelarsi utile quest'anno. Con l'arrivo di Daniel Ricciardo, che punta ad una permanenza breve alla Règie con vista sulla Haas nel 2020 e soprattutto sulla Ferrari per il dopo Vettel, l'obiettivo è migliorare anche la macchina, confermare in quarto posto alle spalle dei top team e, se possibile, centrare finalmente un podio.
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Dopo due vittorie nei primi 6 GP, Daniel Ricciardo ha chiuso la scorsa stagione in ombra, classificandosi al sesto posto nel Mondiale con 170 punti.

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Haas

Il Team Principal Gunther Steiner ha gli stessi obiettivi della Renault: il quarto posto nel Costruttori e un agognato podio. La partnership con Ferrari aiuta, ma l'asticella sembra essersi alzata soprattutto alle spalle degli americani (Alfa Romeo e Toro Rosso). E allora servirà una stagione di completo riscatto soprattutto da parte di Romain Grosjean, vero miracolato della Formula 1 per aver mantenuto il sedile dopo un 2018 disastroso oltre ogni peggiore aspettativa.

Racing Point

La vecchia Force India ha cambiato nome e management, e rappresenta forse la maggiore incognita del Mondiale. I soldi (Stroll Senior) non sono un problema, i piloti (Stroll junior) già di più, considerando che il buon Perez non può sobbarcarsi l'intera responsabilità del Costruttori. Per il giovane canadese è il momento del dentro o fuori: o fa il salto di qualità e diventa un vero pilota di Formula 1, o non basteranno i soldi di famiglia a mantenercelo. Ha il vantaggio del rapporto con Mercedes, che potrebbe risultare utile nella sfida con Haas, Alfa e Toro Rosso. Anche perché pare che gli obiettivi siano alti: entrare nel giro che conta e, si vocifera, riaccogliere in F1 Fernando Alonso nel 2020.
La griglia della F1 di Eurosport

McLaren

Difficile fare peggio rispetto alle ultime stagioni, eppure il timore esiste: perché il passaggio da Honda a Renault non ha sortito gli effetti desiderati; perché problemi grandi come quelli del 2017-2018 difficilmente si risolvono in un inverno; e perché là dove c'era Fernando Alonso ci sono ora due ragazzi di sicuro talento, ma comunque due ragazzi. I test di Montmelò, peraltro, non sono stati così incoraggianti.

Alfa Romeo

Proprio in seguito al gran rifiuto della Haas, che nel 2018 confermò Grosjean-Magnussen respingendo la proposta Ferrari di far correre Leclerc e Giovinazzi, ha portato l'Alfa Romeo ad essere la 'Ferrarina' del Mondiale, con ciò che ne consegue a livello di partnership tecnica. Si veda in merito la macchina 2019, l'unica a seguire la filosofia progettuale di Maranello nell'inedita ala anteriore. Se Raikkonen ha accettato la ‘degradazione’ senza valutare altre soluzioni, immaginiamo abbia avuto le sue belle garanzie. Certo, rispetto al 2018 c'è un Leclerc in meno, con la relativa dote di punti portati lo scorso anno dal monegasco neo-ferrarista, ma la macchina sembra nata bene e la coppia Raikkonen-Giovinazzi sembra ben assortita. Il quarto posto nel Mondiale sarebbe un colpaccio, ma l'obiettivo può e deve essere quello.
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Il veterano campione del mondo e il giovane promettente italiano: Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi formano la "strana coppia" dell'Alfa Romeo.

Credit Foto Getty Images

Toro Rosso

Se nel 2018 è stata ridotta a vero e proprio laboratorio mobile per preparare lo sbarco Honda in Red Bull, quest'anno dovrebbe tornare ad avere le briglie sciolte. E a giudicare dai test di Montmelò la macchina sembra avere non solo una buona affidabilità, ma anche discrete prestazioni. Per Daniel Kvyat è l'occasione del riscatto, e occhio ad Alborn: nei test è stato più veloce del previsto.

Williams

Difficile trovare le parole giuste per il disastro tecnico e programmatico che sta avvolgendo uno dei team più gloriosi della storia moderna della Formula 1. Forse le più indicate sono proprio quelle di Robert Kubica, secondo cui a Montmelò la macchina, letteralmente, "non stava insieme". Due giorni pieni persi nei test, un feeling da parte dei due piloti pressoché inesistente, problemi organizzativi quasi comici a fronte di un budget molto più consistente rispetto allo scorso anno. E, dulcis in fundo, l'addio di Paddy Lowe a pochi giorni dall'inizio del Mondiale. L'obiettivo più immediato è recuperare il tempo perso e raccogliere dati (la Williams è l'unico team a non aver simulato un Gp prima dell'Australia). Poi, eventualmente, si penserà alle prestazioni.
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