Mondiale F1 2020 - Red Bull punta Mercedes, enigma Ferrari: ecco la griglia virtuale
Aggiornato 02/07/2020 alle 17:59 GMT+2
Le Frecce d'Argento (ora con livrea nera) sono ancora le macchine da battere, con l'innovazione del sistema di camber variabile a sorprendere la concorrenza. Red Bull crede nel Mondiale, ha tutti gli ingredienti per farlo. Ferrari attardata, ma c'è il nodo motore. Racing Point e AlphaTauri le sorprese, Williams in ripresa.
La Mercedes detta legge
Nell'anno in cui la Formula 1 festeggia i sett'anni e la Ferrari i 1000 Gp, la Mercedes ha già messo le carte in tavola per prolungare la propria impressionante striscia di 12 titoli fra Piloti e Costruttori. La W11 è la solita astronave targata Brackley, ed il sistema DAS sembra fatto apposta per soffocarenella culla le velleità degli avversari. Precisa in entrata curva, stabile nei cambi di direzione, niente di nuovo insomma. Hamilton punta i sette allori di Michael Schumacher, e non c'è motivo per non designarlo come favorito. Anzi uno solo: l'inattesa fragilità dei motori Mercedes emersa a Barcellona nei test invernali.
Red Bull ora ha tutto
L'ottimismo che regna nel box Red Bull è tutt'altro che artificioso. I 'bibitari' si sentono più che mai competitivi per sfilare lo scettro alla Mercedes, e a Barcellona si sono ampiamente coperti, lasciando comunque intuire il potenziale della RB16. Il motore Honda non è più una zavorra ma una risorsa. Max Verstappen si sente finalmente al palo di una stagione in cui mira all'obiettivo grosso, mentre il difficile viene per Alex Albon: la prima (mezza ) stagione gli si è perdonato qualcosa in nome dei punti portati a casa dopo le difficoltà di Gasly, ma un 2020 in cui prende costantemente decimi da Verstappen potrebbe risultargli pericoloso.
Ferrari, quanto margine c'è?
Al di là di una prudenza ostentata tanto da apparire a tratti forzata, resta l'incognita motore: l'accordo segreto con la FIA va a tombare solo l'indagine sul 2019 o è un via libera anche per il 2020? Più probabile la prima ipotesi, ma che la rossa a Barcellona fosse giù di motore è quasi certo. Sarà interessante vedere quanto margine resta da tirar fuori, le difficoltà sul dritto in Catalogna non possono essere solo frutto del concetto aerodinamico. Il circuito dello Spielberg sembra fatto apposta per fugare i dubbi in proposito. Se andrà male, potrebbe essere il segnale che dà ragione a chi sostiene che a Maranello si guardi al 2022, quando cambierà il regolamento tecnico. Attenzione ai piloti: Leclerc ha un contratto blindato, Vettel è stato sostanzialmente defenestrato. Rischio scintille altissimo.
Racing Point, la Mercedes rosa
Nell'inverno delle accuse incrociate, ha trovato spazio anche una Racing Point, ex Force India rinvigorita dai dollari di Stroll padre, fotocopia della Mercedes 2019. Nessuno può provare che ci sia stato un passaggio di file, nè verificare sotto la carrozzeria se tutto è effettivamente uguale. Sono le famose pieghe del regolamento. Certo nei test è sembrata andare forte come la Mercedes 2019, accreditandosi per il ruolo di quarta forza. Almeno all'inizio.
Alpha Tauri a sorpresa
La ex Toro Rosso, a sua volta, ha parecchie soluzioni che ricordano la Red Bull dello scorso anno. Ed è infatti sembrata veloce e stabile in entrambe le sessioni di test, col Motore Honda che gira a meraviglia. Ipotizzarla quinta forza in griglia non è una follia.
McLaren, quanti avversari
Se lo scorso anno si era imposta alla distanza come quarta forza, in questa stagione la McLaren dovrà sudarsi non poco la piazza alle spalle dei top team. Perché Racing Point e Alpha Tauri fanno paura, e perché anche la Renault punta all'aggancio. Le certezze sono la buona base telaistica 2019 (per quanto fra le nuove macchine sia quella maggiormente innovativa rispetto alla progenitrice) e i due piloti, una delle coppie più interessanti del panorama, al netto di un Sainz già proiettato in Ferrari. Da verificare se il motore Renault sarà all'altezza.
Renault in cerca del salto
Sul piano estetico è stata una delle monoposto più apprezzate, ma questo interessa poco ai piani alti della Règie. Che vuole incece completare il salto di qualità necessario ad entrare nella contesa che conta. I piloti ci sono, il telaio sembra buono, e i tempi nella top six a Montmelò fanno ben sperare. Ma il motore francese, è evidente, è ormai l'anello debole dei quattro.
Alfa Romeo luci e ombre
Poco chiaro quanto ha fatto vedere l'Alfa Romeo, al di là dell'exploit di Robert Kubica. E' sembrata capace di guizzi interessanti, meno di mostrare consistenza nei long run. Ma sarà cruciale anche lo sviluppo: nel 2019 la C38 partì bene con Raikkonen per poi perdersi nella seconda parte di stagione. Un errore da non ripetere se non si vuole rischiare di scivolare indietro. Stagione decisiva per Antonio Giovinazzi.
Haas su una china pericolosa
Due anni fa, dopo i test di Barcellona, fummo fra quelli che la definirono la potenziale quarta forza in campo. E lo era, non fosse che i disastri di Grosjean e Magnussen consentirono alla Renault di chiudere davanti nel Costruttori. Oggi la Haas, sempre coi piloti immutati, è pericolosamente in declino per una struttura seria e solida come quella americana. I test non hanno detto nulla di buono, fattore chiave la finestra di utilizzo delle gomme, che nel 2019 ha fatto ammattire gli uomini agli ordini di Steiner.
Williams, almeno gira
Non è detto che possa schiodarsi dall'ultimo posto in griglia, ma intanto la FW43 gira senza problemi (se non quelli del motore Mercedes) e sembra davvero fortunatamente lontana dalla disgraziata FW42. George Russel può finalmente provare a misurarsi con quelli che in Gp2 batteva spesso ed ora sono là davanti, Nicholas Latifi è l'unico vero debuttante del Mondiale.
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