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Ex drogato, quasi da podio

Eurosport
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Pubblicato 22/02/2010 alle 07:20 GMT+1

La splendida storia di Chris Del Bosco, quarto nella prova di skicross, arricchisce di interesse una disciplina giovane, appassionante e spettacolare. Oro per los vizzero Schmid mentre l'austriaco Matt porta a casa la prima medaglia di freestyle per il suo paese

Christopher Del Bosco - Canada

Credit Foto From Official Website

C'era molta attesa per il debutto olimpico dello ski cross, la disciplina più giovane tra quelle ammesse dal CIO alla rassegna dei cinque cerchi: e le aspettative non sono state tradite. Quattro atleti in corsa per ognuna delle sedici run inserite in calendario, si passa o si torna a casa: competizione tanto semplice quanto spietata, ricca di spettacolarità e anche di crash visto che in sei delle sedici gare previste qualcuno è finito a terra, senza completare la run.
Medaglia d'oro, come da pronostico, per lo svizzero MichaelSchmidt (quinta medaglia d'oro olimpica a Vancouver), leader di Coppa del Mondo in questa specialità davanti all'austriaco Andreas Matt (prima medaglia dell'Austria nel freestyle) e al norvegese Groenvold (dodicesima medaglia di questi giochi per la rappresentativa scandinava). Tante le curiosità di questa disciplina, a cominciare dalla presenza di DaronRahlves, ex sciatore professionista che si è convertito al freestyle ottenendo una 28esima posizione assoluta che non è male considerando un brutto e recentissimo infortunio al fianco. Mentre il suo allievo prediletto, il giamaicano ErrolKerr, è arrivato nono. Ex rider di BMX e motocross è arrivato al freestyle seguendo proprio l'esempio di Rahlves: su Facebook è un autentico mito per la comunità di appassionati del settore.
Tante cadute si diceva... E' accaduto anche nella finalissima: e il pubblico che affollava (tutto esaurito) le tribune di Cypress Mountain si è sicuramente divertito. Sembrava di essere a una corsa di motocross: solo che a scendere a rotta di collo su una pista flessuosa ma velocissima, c'erano semplici sciatori.
Una sola caduta è dispiaciuta davvero tanto al pubblico di casa, e forse anche a tutti gli appassionati: quella del canadese Christopher Del Bosco, che sperava di poter portare a casa la prima medaglia olimpica di questa disciplina del suo paese.
Terzo prima di un ampio loop che poteva dargli altra spinta per salire sul podio, Chris, americano di nascita ma canadese di adozione (aveva un doppio passaporto), ha fatto per tagliare la curva a chi gli stava dietro. E la sportellata gli è costata il podio, la discesa e un naso tumefatto.
Fa notizia: ma non per il quarto posto o la medaglia mancata. Quanto perché Chris è un atleta molto particolare, protagonista di una vicenda personale drammatica: 27 anni, è arrivato allo sport molto tardi, e per seguire una terapia. Si drogava, molto; e beveva, moltissimo. Sta ancora seguendo una lenta riabilitazione nella quale lo skicross, e forse anche cadute e nasi sanguinanti, hanno un ruolo importante.
Da oltre un anno ha chiuso definitivamente con l'alcol, la droga non la tocca più da diverso tempo: "Vincere una medaglia sarebbe stato splendido per me e per tanti miei compagni che scelgono di uscire dalla dipendenza in solitudine, e in anonimato. Fatevi aiutare ragazzi, non nascondetevi" è la sua prima dichiarazione di rammarico una volta all'arrivo.
Ma la seconda, dopo una brutta caduta, con il naso sanguinante e lo sguardo basso Del Bosco, la dedica facendo i complimenti a chi aveva vinto... "sono caduto da scemo, sono cose che capitano in questo sport".
Già perché da oggi lo skicross è uno sport olimpico: a tutti gli effetti. Per il lieto fine Del Bosco dovrà aspettare altri quattro anni: "Se non altro a Sochi sarò sobrio da un pezzo" chiude scherzando.
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