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Italia 19a ed eliminata: a Rio per il Test Event solo due individualisti

Luca Stacul

Aggiornato 27/10/2015 alle 01:16 GMT+1

La squadra maschile di ginnastica artistica cade nelle qualificazioni mondiali di Glasgow: il 19° posto esclude gli Azzurri da di Rio 2016 (porteremo al Test Event pre-olimpico due individualisti). Ora serve una riflessione per rilanciare il movimento - accanto ai successi del settore femminile - per tornare protagonisti in vista di Tokyo 2020.

Andrea Cingolani in azione agli anelli

Credit Foto Imago

Niente finale a squadre, niente qualificazione (di squadra) al Test Event, niente finale All-Around e nessuna finale di specialità. Zero.
Il Mondiale di Glasgow rappresenta una pagina triste della ginnastica maschile italiana, modesto contraltare della brillante prestazione delle ragazze di venerdì. Il 19° posto finale raggiunto dalla squadra azzurra - scesa in pedana con Nicola Bartolini, Andrea Cingolani, Ludovico Edalli, Paolo Ottavi, Paolo Principi e Mattia Tamiazzo - segna l'eliminazione dei nostri ragazzi non solo dai Mondiali in corso, ma anche dalla corsa verso le Olimpiadi. Per continuare a sperare infatti serviva rimanere nelle prime 16, ma a causa di una sfortunata serie di errori l'obiettivo è rimasto lì, distante 3 punti e mezzo.
Team results
Che non fosse la serata giusta si è capito subito: 3 cadute nei primi 2 esercizi al corpo libero per una partenza da incubo che ci obbliga fin da subito a rincorrere. Purtroppo le cose non migliorano granché nelle rotazioni seguenti, con l'Italia che prova a ricucire ma rimane vittima dei propri errori, soprattutto in fase d'uscita come dimostrano già al cavallo con maniglie - loro malgrado - Principi ed Edalli.
Agli anelli si riaccende un barlume di speranza con una rotazione solida nonostante l'assenza dell'eterno specialista Morandi (infortunato), ma poi l'errore al volteggio di Bartolini frena nuovamente la rimonta, con gli azzurri che si ritrovano a dover recuperare 3 punti tra parellele e sbarra, storicamente due attrezzi complicati per noi. E infatti la "mission" si rivela veramente "impossible" per i nostri ragazzi, con l'errore in uscita di Edalli alle parallele che di fatto mette la parola fine alla rincorsa, con la Bielorussia ormai imprendibile al 16° posto.
Chiudiamo quindi mestamente, con un'altra caduta in fase d'uscita alla sbarra (Bartolini) e la sensazione che questa squadra sia arrivata all'appuntamento cruciale forse con troppa pressione, soprattutto per un gruppo più giovane del solito considerati i forfait dei veterani Morandi e Busnari. A posteriori si potrebbe facilmente dire che il ricambio generazionale poteva e doveva essere gestito meglio in questo quadriennio pre-Rio, pur considerando che chiaramente il valore tecnico della nostra squadra non può essere comparato a quello delle prime 10-12 nazioni al mondo.
Ci aggrappiamo quindi a due individualisti che andranno a partecipare al Test Event di Rio il prossimo aprile. La federazione poi dovrà sceglierne uno solo che gareggerà effettivamente ai Giochi Olimpici. Briciole che bisognerà cercare di far fruttare al meglio, impostando contemporaneamente un lavoro che possa mettere le basi per presentarsi nel prossimo quadriennio con un progetto più solido e lungimirante in vista di Tokyo 2020.
Se c'è stata una costante che ha caratterizzato la squadra maschile dell'ultima generazione è stata la capacità di reagire splendidamente di fronte a ogni difficoltà (chi si dimentica l'incredibile cavalcata del Mondiale di Stoccarda 2007 o il guizzo decisivo del Test Event di Londra 2012?); le nuove leve sono chiamate a fare altrettanto, il campanello d'allarme l'abbiamo sentito forte e chiaro.
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