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Coppolino quarto

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Pubblicato 18/08/2008 alle 18:14 GMT+2

Azzurri sfortunati nella finale agli anelli: alle spalle della coppia cinese Chen-Yang, il bronzo va all'ucraino Vorobiov che beffa Coppolino per un decimo di punto. Solo sesto Morandi, ma avremmo meritato di più

Ancora gli anelli, ancora i giudici. L'Italia esce amareggiata dalla finale di specialità che nelle ultime edizioni olimpiche ci aveva sempre regalato gioie grazie alle fantastiche esecuzioni di Jury Chechi.
Questa volta Andrea Coppolino e Matteo Morandi, però, hanno mancato l'appuntamento con il podio, anche se probabilmente una medaglia gli azzurri l'avrebbero meritata.
I cinesi Chen Yibing e Yang Wei sfruttano il valore di partenza superiore dei loro esercizi per una doppietta che esalta il pubblico di casa: Chen oro a 16.600, mentre il vincitore dell'All-Around va a prendere l'argento a quota 16.425 (da segnalare che si tratta del quinto oro su cinque nella ginnastica maschile per la Cina).
Tante perplessità, invece, sul bronzo dell'ucraino Oleksandr Vorobiov che sale sul terzo gradino del podio con 16.325 nonostante una netta imprecisione nella fase d'uscita, errore che invece non ha commesso un grande Coppolino, autore di un esercizio superbo premiato dalla giuria con un 16.225 che lascia francamente perplessi.
La differenza nel punteggio di partenza (un decimo a favore dell'ucraino) non giustifica infatti il risultato finale, tanto che ginnasti e tecnici non possono che esprimere la loro delusione riguardo al verdetto dei giudici. "Non mi sta bene la classifica - commenta il Direttore Tecnico Maurizio Allievi - perché sicuramente un italiano doveva starci: i due ragazzi hanno fatto veramente degli esercizi splendidi. Non sono d'accordo con la seconda posizione del cinese: il valore di partenza non era quello, mentre l'ucraino ha commesso un fallo da tre decimi in uscita...".
Sesto punteggio per Morandi (16.200), anche lui rammaricato a causa di un'ottima esecuzione che non è stata premiata a dovere, come peraltro era già accaduto ad Atene quattro anni fa. Questa finale pone nuovamente una luce grigia sul metodo di giudizio della ginnastica artistica, un problema che i vertici internazionali si illudevano di aver risolto abbattendo la barriera del "10". Non è stato così.
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