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Violenze ed abusi mentali, così la ginnastica inglese ‘"formava"’ le campionesse del futuro

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DaEurosport

Aggiornato 08/07/2020 alle 16:23 GMT+2

Dopo lo scandalo americano, anche la Gran Bretagna al centro delle polemiche legate al trattamento delle proprie ginnaste d'elite. Violenze psicologiche, abusi mentali e soprusi alimentari: questa la disumana formazione per il raggiungimento del successo.

Ginnastica

Credit Foto Getty Images

Una vera e propria cultura della paura instaurata nelle proprie atlete attraverso violenze verbali e fisiche, abusi e condizionamenti psicologici. Questo è quello che è emerso dalle dichiarazioni fatte alla BBC di ex atlete e addetti ai lavori legate al mondo della ginnastica del Regno Unito. Proprio sulla scia di ‘’Athlete A’’, documentario di Netflix che ha voluto ritrarre il mondo della ginnastica statunitense, anche l'emittente inglese ha voluto approfondire la tematica anche nel panorama britannico, portando alla luce fatti e dichiarazioni che creeranno non poche polemiche. Una delle protagoniste di questa inchiesta è Nicole Pavier, ex ginnasta britannica che a 24 anni ha trovato il coraggio di raccontarsi alla BBC portando alla luce quelli che sono gli effetti che, ancora adesso a 7 anni dal ritiro, hanno avuto gli abusi e le violenze subite intorno ai 14 anni.
Solo oggi, che sono un'adulta, posso capire le conseguenze a lungo termine di quel periodo, dai disordini alimentari al cronico dolore, dai costanti incubi notturni al non sentirmi mai bene con me stessa. (…) Eppure ancora oggi odio il mio corpo, mi sento sempre grassa. Mi sveglio la mattina e non voglio fare colazione. Certi giorni poi non mangio del tutto.
E proprio in seguito alle dichiarazioni della Pavier, la direttrice generale della federazione britannica Jane Allena ha dato avvio ad una indagine interna per cercare di smascherare quelle che, ancora adesso, possono essere le violenze e gli abusi messi in atto. Sotto accusa, al momento, ci sarebbe proprio l’allenatrice della giovane Pavier, Claire Barbieri, la quale ha riconosciuto i costanti controlli verso le atlete, negando però ogni tipo di violenza psicologica e fisica.
Soprusi e divieti legati al cibo, abuso di farmaci e antidolorifici per sorvolare il mancato trattamento degli infortuni, violenze verbali e fisiche che ancora oggi portano non poche ripercussioni nella mente delle ormai ex atlete di cui Nicole Pavier si è fatta portavoce, danni psicologici persistenti che si tramutano in ansia e depressione.
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