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Molinari torna a Orlando per difendere il titolo: "Il golf è una scuola di vita"

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Aggiornato 04/03/2020 alle 14:38 GMT+1

Francesco Molinari torna questa settimana a Orlando per l'Arnold Palmer Invitational: tenterà da giovedì di diventare il primo giocatore a confermare il titolo dopo Tiger Woods.

Francesco Molinari

Credit Foto Other Agency

Francesco Molinari torna questa settimana a Orlando, dove difende il titolo dell’Arnold Palmer Invitational by Mastercard. È passato un anno da allora, da quella incredibile rimonta e dalla vittoria del maglioncino rosso, simbolo del torneo. Chicco, che tenterà da giovedì di diventare il primo giocatore a confermare il titolo dopo Tiger Woods, non sta vivendo un grande momento, ma la voglia di tornare a vincere è forte.
Circa un anno fa io e il mio caddie stavamo abbuffandoci con un panino gigante in un ristorante lungo la strada tra Orlando e Jacksonville. È stato il nostro modo di celebrare il successo dopo una settimana di difficoltà costanti. Capisco che per alcuni sono meglio i party a base di champagne, ma per me è importante celebrare i momenti importanti con le persone che mi sono state accanto contribuendo al mio successo
Sono arrivato lo scorso anno dopo un buon torneo in Messico. La settimana precedente avevo giocato bene, avevo buone sensazioni anche se era solo il secondo torneo della stagione. E ho subito fatto casino. Il primo giorno ho mandato la palla tra i cespugli alla buca 4, doppio bogey. Poi la hole in one al par 3 ha raddrizzato le cose e ho chiuso con 73. Il sabato non riuscivo a controllare le distanze e il putt non funzionava. Ricordo la riunione del pomeriggio, per preparare l’ultimo giro. Ci siamo detti 'cerchiamo di essere più positivi, parliamoci di più e cerchiamo di essere più decisi nella scelta dei ferri'
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Francesco Molinari

Credit Foto Other Agency

La domenica è iniziata bene, ed è finita con il giro perfetto, un 64 senza bogey e il titolo. Era il mio quarto titolo in 10 mesi, una striscia iniziata con Wentworth, proseguita con il Quicken Loans National, a Washington ed è culminata con l’Open Championship, a Carnoustie, dove abbiamo stappato alcune ottime bottiglie per festeggiare. Ha un sapore speciale celebrare le vittoria con le persone che ti stanno vicine
Nel golf ci sono molte più sconfitte che vittorie, dunque è giusto festeggiare queste ultime come si deve, ma anche analizzare le sconfitte è importante. Anche se non sembra, prendo le sconfitte davvero male. E penso che sia uno dei motivi per cui sono arrivato fin qui. Le sconfitte sono la benzina che ti spinge a lavorare sodo per il successo. Il momento in cui avessi smesso di impegnarmi per il successo, avrei perso interesse per il golf. Il mio segreto è limitare il lato emotivo e cercare di essere pragmatico, realistico, analizzando la situazione a mente fredda
Il golf è lo sport che ti aiuta più di tutti a separare le emozioni dalla ragione. È una grande scuola di vita. Ti insegna a rispettare le regole e a controllare quello che accade intorno a te. È in più a me ha dato la possibilità di girare il mondo fin da ragazzino e adesso quando è possibile porto anche mia moglie e i miei figli. Forse anche per questo mio figlio Tommaso ha una grande passione per la geografia...
Però anche se vivo a Londra dove mi trovo benissimo, un po’ mi manca lo stile di vita italiano, gli amici, i caffè alla mattina. E dopo anni sul PGA TOUR ho anche imparato a conoscere gli Stati Uniti, ho avuto l’opportunità di confrontarmi con i migliori al mondo e giocare sui campi più impegnativi
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