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Partenza in salita per Francesco Molinari: è a +3 dopo il primo giro. Comanda J.B. Holmes

DaOAsport

Aggiornato 18/07/2019 alle 22:42 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Francesco Molinari of Italy high fives patrons as he walks off the 18th green during the third round of the Masters at Augusta National Golf Club on April 13, 2019 in Augusta

Credit Foto Getty Images

Si è concluso un primo giro appassionante e ricco di sorprese per il British Open 2019, quarto ed ultimo appuntamento della stagione golfistica internazionale per quanto riguarda il calendario dei Major. Le stelle del panorama mondiale si sono date appuntamento sul percorso del Royal Portrush Golf Club, situato sulla costa settentrionale dell’Irlanda del Nord e sede dell’Open Championship per la seconda volta nella storia dopo l’edizione del 1951. Le condizioni atmosferiche particolarmente variabili hanno condizionato non poco le prestazioni dei giocatori, con pioggia e vento che hanno reso il campo decisamente complicato soprattutto tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio. Il protagonista della giornata è stato lo statunitense J.B. Holmes, al comando in solitaria con lo score di -5 dopo aver chiuso un giro di assoluto valore con sei birdie ed un solo bogey. Il 37enne americano nativo di Campbellsville, in Kentucky, vanta in carriera cinque vittorie sul PGA Tour e come miglior risultato in un Major ha conquistato un terzo posto proprio al British Open, nel 2016, alle spalle di Henrik Stenson e Phil Mickelson.
La seconda posizione provvisoria è occupata dall’irlandese Shane Lowry (-4), ma il gruppo decisamente numeroso che ha chiuso al terzo posto con lo score di -3 dimostra il grandissimo equilibrio che ha caratterizzato la prima giornata: ne fanno parte lo svedese Alex Noren, gli statunitensi Webb Simpson, Tony Finau e Brooks Koepka (una sicurezza nelle posizioni di vertice in occasione dei grandi appuntamenti), gli spagnoli Sergio Garcia e Jon Rahm (a lungo in testa alla classifica ma penalizzato da due bogey nelle ultime quattro), il sudafricano Dylan Frittelli, il giovane scozzese Robert MacIntyre, il tailandese Kiradech Aphibarnrat, il neozelandese Ryan Fox (autore del record del miglior score nella storia del torneo nelle seconde nove buche con uno stellare 29), e gli inglesi Tyrrell Hatton, Tommy Fleetwood e Lee Westwood. Tra le principali sorprese di giornata da sottolineare senza dubbio il rendimento complessivamente disastroso dei vincitori del passato, esemplificato dal primo giro disastroso di Rory McIlroy (+8) e Tiger Woods (+7), tra gli uomini più attesi alla vigilia. Il nordirlandese ha cominciato con un drammatico quadruplo bogey alla prima buca, ha provato a risollevarsi nella parte centrale, ma è stato nuovamente affossato da un triplo bogey alla 18. Lo statunitense non è invece mai riuscito ad ingranare, apparendo anche piuttosto affaticato nei movimenti probabilmente a causa dei persistenti dolori alla schiena. Entrambi avranno bisogno di una sensazionale rimonta nel secondo giro per non terminare in anticipo la propria avventura all’Open Championship 2019.
Davvero impossibile nascondere la delusione riguardo al rendimento dei giocatori italiani presenti. La punta di diamante era naturalmente Francesco Molinari, sul quale gravava la pesante responsabilità di difendere il titolo conquistato lo scorso anno. Il fuoriclasse torinese ha cominciato con un birdie, ma si è completamente smarrito nella parte centrale del percorso scivolando anche a +4 prima di recuperare un colpo nel finale sino al definitivo +3 di giornata valido per la 94a posizione. Le qualità per risalire la classifica sono sicuramente presenti nel bagaglio tecnico del campione in carica, ma il superamento del taglio non è assolutamente scontato e servirà un secondo giro di alto livello per proseguire il torneo nel fine settimana. Il migliore degli italiani è stato sorprendentemente Nino Bertasio (54° a +1), decisamente regolare nonostante l’emozione del debutto e capace di chiudere in positivo le seconde nove buche (34) dopo il doppio bogey alla 9. Grande rammarico invece per Andrea Pavan (72° a +2), autore di un primo giro piuttosto altalenante cominciato in salita, proseguito in rimonta sino ad arrivare anche a -1 e terminato nel peggiore dei modi possibili con tre colpi persi nelle ultime tre buche.
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