Justin Rose vince il Nicklaus-Jacklin Award, il simbolo per eccellenza della Ryder Cup

Il trofeo Niklaus-Jacklin è ora in buone mani. Quelle di Justin Rose. Il britannico, già campione olimpico di golf nel 2016, si è distinto per tutta la durata di questa 44ª Ryder Cup, affermandosi come colonna portante della squadra europea e mettendo sempre il team al primo posto, come ha dimostrato sin dal primo giorno con il suo putt alla buca 18, quando si è subito girato verso i suoi compagni per festeggiare con loro.

"Vincere questo premio è un vero onore. Questo evento ti spinge davvero al limite perché c'è tanta passione. Devi trovare il limite e avvicinarti ad esso il più possibile, rimanendo sempre dalla parte giusta e rispettando l'avversario. (...) Ricevere questo riconoscimento rende la vittoria della Ryder Cup ancora più dolce ai miei occhi", ha commentato Justin Rose, degno vincitore del Nicklaus-Jacklin Award.

Grazie al suo altruismo e al suo spirito di squadra, Justin Rose è stato una guida spirituale per il suo compagno Robert MacIntyre, con cui ha fatto coppia per due giorni. Il giovane scozzese era comprensibilmente emozionato per il suo debutto nella Ryder Cup, ma ha potuto contare sulla pazienza e sulla saggezza di Rose per affrontare l'evento. Insieme, i due hanno contribuito in modo determinante alla vittoria finale dell'Europa sugli Stati Uniti.

"La Ryder Cup è prima di tutto un lavoro di squadra", ha sintetizzato il vincitore del trofeo Nicklaus-Jacklin. "E anche se io ho imbucato qualche putt al momento giusto, Robert è riuscito a dimostrarsi sempre regolare e costante, permettendoci di mantenere vivo lo slancio iniziale". I due atleti hanno creato un legame non dissimile da quello che esisteva tra Jack Nicklaus e Tony Jacklin, con la sola differenza che questi ultimi non erano partner, bensì avversari.

"Il golf è uno sport che abbraccia i valori della sportività, dell'integrità e del rispetto", ha dichiarato recentemente Guy Kinnings, direttore della Ryder Cup. Per dare vita alle sue parole non c'è esempio migliore del gesto che nel 1969 rese indimenticabile la competizione che vede fronteggiarsi gli Stati Uniti contro l'Europa. Quel giorno due uomini lasciarono un’impronta indelebile nella storia della Ryder Cup, del golf e dello sport in generale.

Un gesto diventato iconico, noto in inglese come "the concession", talmente emblematico dei valori di fair play che il golf trasmette da concretizzarsi in un ambitissimo premio onorario: il Nicklaus-Jacklin Award.

Ritorniamo indietro nel tempo, fino al 1969: gli Stati Uniti e l'Europa si contendono la 18ª edizione del torneo, che si svolge al Royal Birkdale nel Lancashire, in Inghilterra. Nella squadra americana figurava un principiante che tuttavia era considerato il miglior giocatore del suo tempo: Jack Nicklaus.

Soprannominato "L'Orso d'oro", aveva già vinto 7 Majors, ma secondo le regole in vigore non poteva essere selezionato per la squadra statunitense prima di aver trascorso 5 stagioni nel circuito professionistico. Per la sua prima partecipazione alla Ryder Cup, il nativo dell'Ohio era deciso a lasciare il segno. E non solo grazie alla sua maestria con le mazze da golf.

Lo scenario era perfetto. Americani ed europei si erano affrontati duramente. Tutto si sarebbe deciso all'ultimo singolo dell'ultima giornata. Nicklaus contro Jacklin. Jacklin in mattinata aveva già battuto il suo rivale. Ma questa volta la sfida si sarebbe rivelata molto più serrata tra i due atleti, che arrivarono a fronteggiarsi alla 18ª e ultima buca che avrebbe decretato il vincitore!

La tensione sul green era palpabile: sia gli spettatori che i giocatori trattenevano il fiato. Jack Nicklaus, competitivo per natura, non aveva ceduto alla pressione e aveva imbucato il suo ultimo colpo, un putt da 1,20 m. Per pareggiare, Tony Jacklin doveva effettuare lo stesso colpo, ma da 60 cm di distanza. L’inglese sarebbe riuscito a imbucare nonostante la tremenda tensione? Non lo sapremo mai, perché a quel punto accadde l'impensabile: Nicklaus si avvicinò alla pallina di Jacklin e la raccolse, decretando la fine della partita e il pareggio finale tra le due squadre!

Un gesto inusitato ma di assoluta classe. Come disse Nicklaus: "Non credo che avresti sbagliato, Tony, ma non volevo darti la possibilità di farlo". Questa famosa "concessione" ha suggellato nel modo più elegante il primo pareggio nella storia della Ryder Cup.

Al di là del risultato sportivo, è stato l'atteggiamento cavalleresco di Jack Nicklaus a segnare quella edizione. L'americano aveva appena dimostrato che era possibile essere un agguerrito avversario e al contempo trascendere le regole per valorizzare ulteriormente il proprio sport. "Quel gesto ci legherà per sempre", ha detto Nicklaus in un'intervista incrociata con Jackin. "È solo spirito di cameratismo, è cercare di fare la cosa giusta al momento giusto", ha aggiunto con modestia.

"Quando mi hai concesso quel punto, hai dimostrato al mondo che la sportività è importante quanto la vittoria", ha dichiarato un commosso Tony Jacklin all'americano. "E sono orgoglioso che questa concessione sia diventata una tradizione e che il suo spirito continui a vivere attraverso il premio Niklaus-Jacklin".