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Andrea Iannone ad AS: "Stare senza moto mi fa impazzire, le corse mi mancano ma non ci penso sennò mi uccido"

Stefano Dolci

Pubblicato 22/09/2021 alle 17:51 GMT+2

MOTOGP - Il pilota di Vasto, fermo per 4 anni per una squalifica per doping comminata nel novembre 2020 dal TAS di Losanna, racconta il suo calvario al quotidiano spagnolo As: "Prima di andare a letto ogni sera e quando mi alzo ogni mattina mi sento un motociclista. Le corse mi mancano ma non ci devo pensare sennò impazzisco o mi uccido. Cosa farò fra 18 mesi? Non lo so".

Wurde wegen eines Dopingvergehens für vier Jahre gesperrt: Andrea Iannone

Credit Foto Getty Images

Born to race. Una frase da locandina di un film hollywoodiano, che spesso viene utilizzata per sintetizzare che “un pilota è pilota sempre” anche quando non può più salire in moto. Ad Andrea Iannone la moto l’hanno tolta a causa di una squalifica per doping, il 10 novembre 2020, quel giorno disgraziato per il pilota di Vastro il TAS di Losanna annunciò ufficialmente che la sua difesa contro l’accusa di positività a uno steroide anabolizzante riscontrata il 3 novembre 2019 non reggeva su solide basi e che “The Maniac” meritasse una squalifica di quattro anni. Una mazzata per un pilota che resta convinto di aver subito una palese ingiustizia e che al quotidiano spagnolo As racconta quanto non ci rassegni mai alla sensazione di aver subito un torto e guardare avanti...
E’ come se avessi qualcosa dentro di me che mi uccide pian piano. Mi sento un pilota. Più che mai. La moto mi manca ogni giorno, non mi lasciano più fare quello che sapevo fare meglio. Prima di andare a letto ogni sera e quando mi alzo ogni mattina, mi sento un motociclista e mi alleno come un pilota. Vivo come se fossi un pilota. Ma senza correre. Mi manca ma non posso continuare a pensare solo a quello, perché altrimenti mi uccido o impazzisco completamente”.

"Sono innocente, fra un anno e mezzo non so cosa accadrà..."

In questo anno e mezzo, l’Aprilia ha ottenuto il suo primo podio con l’ex compagno di squadra Aleix Espargaro e grazie al lavoro dei tecnici di Noale e del team principal Massimo Rivola è riuscita a sviluppare la RS-GP in modo da convincere un top rider come Maverick Viñales a rompere con Yamaha e scommettere sul marchio italiano. Aprilia, durante tutta la fase del dibattimento processuale, ha sempre mostrato vicinanza e sostegno nel pilota di Vasto che ammette di essere contento per le soddisfazioni che il marchio italiano si sta togliendo, anche se inevitabilmente c’è pure il rimpianto per non essere in pista ad assaporare e contribuire a questi miglioramenti: “Sono contento per il podio di Aleix Espargararo a Silverstone, il primo della marca in MotoGp, e mi felicito per l’arrivo di un pilota di alto livello quale Maverick (Viñales, ndr). Sono soddisfazioni che compensano le sofferenze patite con la mia vicenda ma purtroppo non merito questa sanzione. Per la Federazione sono innocente, lo ha dichiarato senza esitazione. E la mia innocenza è stata dimostrata, tra l’altro, dal test del capello. Spero che la mia storia sia d’esempio e che serva a cambiare le regole nel futuro: bisogna evitare che si ripetano cose del genere”.
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Andrea Iannone in sella all'Aprilia RS-GP nel Mondiale MotoGP 2019

Credit Foto Getty Images

Fra un anno e mezzo avrà quasi 34 anni e potrà tornare a sentirsi un pilota, un periodo relativamente corto visto ma che può risultare eterno visto con gli occhi di Iannone che ammette di non sapere se nel 2023 sarà in pista in qualche campionato oppure no. "Vivo alla giornata, non so che cosa succederà in un anno e mezzo. Possono capitare tante cose…”.
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