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Fenati atteso in tribunale a Roma e in Svizzera: il rischio di radiazione è concreto

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Pubblicato 12/09/2018 alle 10:47 GMT+2

Dopo il gesto folle di Misano il pilota di Moto2 è atteso dai massimi vertici del motociclismo nazionale e internazionale: la stangata è dietro l'angolo.

Romano Fenati

Credit Foto Getty Images

Sono giorni da incubo per Romano Fenati dopo il gesto folle di domenica scorsa a Misano. Licenziato dal suo team attuale e da quella che doveva essere la sua futura squadra nel 2019, il centauro ascolano si è visto anche ritirare la licenza velocità dalla Federazione Motociclistica italiana.
Fenati venerdì 14 settembre dovrà presentarsi a Roma davanti al Tribunale della Federazione italiana per un'audizione, accompagnato da un legale. Secondo indiscrezioni è in arrivo una pesante stangata che servirà da esempio per tutti gli altri piloti. Fenati dovrà, infatti, convincere i giudici che si è trattato di un colpo di testa che non si ripeterà. Il problema è che la situazione è ancor più grave data la recidività del pilota di Moto2 in un passato turbolento (nel 2015 tirò un calcio ad Ajo): il rischio di radiazione è concreto.
La seconda udienza si terrà a Mies, in Svizzera, dove Fenati si confronterà con il presidente della Federazione internazionale, il venezuelano Vito Ippolito. Il diretto interessato aveva spiegato così la propria posizione a 'Repubblica':
Col motomondiale ho chiuso. Non correrò mai più. Non è più il mio mondo. Troppa ingiustizia. Ho sbagliato, è vero: chiedo scusa a tutti. Volete vedere il mio casco e la tuta? C'è una lunga striscia nera: la gomma di Manzi. Mi ha attaccato tre volte e anche lui avrebbe potuto uccidermi, come dite voi. L'ultima volta lo aveva fatto 500 metri prima, allora ho pensato: adesso faccio lo stesso, ti dimostro che posso essere 'cattivo' come te. E magari finalmente capirai cosa significa. Però non ho mai pensato di fargli male, giuro
Per un po' lavorerò nei negozi di ferramenta del nonno, con lui e la mamma. Del resto, lo facevo già. E poi, ho un progetto ad Ascoli: ma preferisco non parlarne. Se mi mancheranno le corse? Io sono sempre sceso in pista per vincere. Per essere Romano Fenati. Ma mi rendo conto che a nessuno importa di me, di quello che sto soffrendo. E allora, meglio dire addio. Per sempre
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