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Marquez: "Valentino Rossi è un pilota come gli altri, non cambierò il mio modo di correre"

Luca Stamerra

Pubblicato 10/04/2018 alle 19:10 GMT+2

Il pilota della Honda chiarisce quanto successo nel GP d'Argentina, smentendo in maniera categorica la possibilità che questi 'incidenti' avvengano sempre con Valentino Rossi al suo fianco: "Quello che è successo, non è successo perché c'era Valentino. Poteva succedere con qualsiasi altro pilota o con un mio compagno di squadra. Proprio in Argentina ho rischiato molto con Zarco e Pedrosa".

Marc Marquez Valentino Rossi Argentina 2018

Credit Foto Imago

La querelle Rossi-Marquez non si è ancora conclusa, anzi. Due giorni dopo il GP d’Argentina, parla ancora Marquez che - all’evento organizzato da Estrella Galicia, suo main sponsor - ha parlato del suo rapporto con Valentino Rossi.
L'incidente con Rossi? Io continuerò ad essere me stesso. Ho sempre cercato di correre con intensità, però quel che è successo in Argentina è stato un insieme di cose e circostanze sfortunate. La pista era bagnata e proprio in quell’angolo di pista mi si è bloccata la parte anteriore. È stata sola sfortuna se ho toccato Valentino. Mi dispiace che sia finito sull’erba. Ho capito l’errore e sono stato penalizzato per questo. [Dichiarazioni raccolte da Radio Marca]
Quando mi sono tolto il casco, la prima cosa che ho fatto, è stata quella di andare a chiedere scusa. Viviamo tutti al limite, però sono tranquillo, il mio è stato un errore e l'importante è che io possa apprendere da quello. Dovevo rimontare dopo tanti episodi negativi, e per farlo ho dovuto spingere andando al limite, e nella mia rimonta ho commesso alcuni errori
Succede solo con Valentino Rossi? Non voglio commentare le sue dichiarazioni. Le avrà dette in un momento di tensione, subito dopo la corsa. Quello che è successo, non è successo perché c'era Valentino, per me è un corridore come gli altri. Poteva succedere con qualsiasi altro pilota o con un mio compagno di squadra. Proprio in Argentina ho rischiato molto con Zarco e Pedrosa, ma non è successo nulla per fortuna
Cambierò il mio modo di correre? Non si può cambiare il DNA di una persona. Io corre sempre al limite, questo mi ha permesso di diventare Campione del Mondo. Devo imparare dai miei errori, ma non cambierò
Cercare, o perlomeno provare a farlo, una difficile ricucitura in modo da evitare strascichi di veleno. Questa deve essere la mission per la Dorna da qui ad Austin… La manovra dello spagnolo che ha portato alla caduta del Dottore nel finale della gara argentina, le pesanti accuse rivolte dal numero 46, le scuse di Marquez rimbalzate al mittente con lo staff di Rossi che scaccia dai box il campione del mondo in carica: un bagaglio di tensioni che sembra il triste replay di Sepang 2015 - anche se la situazione sembra molto più grave - e che minaccia di trascinarsi nel proseguo di un Mondiale che si è messo alle spalle solamente la seconda delle 19 gare previste.
Il fortissimo rischio è che le due settimane di distacco tra l'Argentina ed Austin, sede del prossimo appuntamento della stagione, non bastino a raffreddare i bollori tra i due piloti. Ma se le grandi rivalità rappresentano una ghiotta calamita per il pubblico - non manca una parte di tifoseria che ritiene le sportellate ai limiti del proibito parte integrante del mondo delle due ruote - è altrettanto vero che il Circus del Motomondiale deve evitare che la pista si trasformi in ring perché si parla sempre di uno sport dove non si può scherzare con il rischio.
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A tentare un primo passo, in tal senso, sarà Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna, la società spagnola che gestisce il Motomondiale
Ad Austin, il venerdì, parlerò con i piloti di quanto successo in Argentina, al Comitato per la sicurezza. Mi piacerebbe che ci fossero entrambi. Marquez viene sempre, Rossi quasi sempre. Valentino è molto arrabbiato e Marc frustrato, li capisco. Io non ho parlato con nessuno dei due e non è il momento di farlo. L'aspetto psicologico è importante e deve essere rispettato. Sono cose che accadono, la rivalità è grande. Marquez in gara era superiore agli altri, e ha fatto quello che ha fatto, ma non sono io che devo giudicare. [Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna]
Sanzioni? Due anni fa, dopo Sepang 2015, l'organizzazione è cambiata, così come la Direzione di gara e i commissari che decidono le sanzioni. La Dorna è un organo non può farlo, non sarebbe logico
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