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La crisi irreversibile della Yamaha: serve una rivoluzione, ma Valentino Rossi può aspettare?

DaOAsport

Pubblicato 25/09/2018 alle 22:33 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Valentino Rossi (Yamaha Factory) - GP of San Marino 2018

Credit Foto Getty Images

Record e lacrime in casa Yamaha dopo il GP di Aragon, 14° round del Mondiale. Reduce dall’8° posto di Valentino Rossi e dal 10° di Maverick Vinales, la squadra di Iwata ha toccato il fondo con 23 round senza vittorie e non si era mai verificato nella top-class. L’essere giunta alle spalle di Suzuki e di Aprilia è un campanello d’allarme chiaro, ma le soluzioni faticano a trovarsi. La moto nipponica non va: poca trazione, eccessivo consumo delle gomme ed incidenza dell’elettronica scarsamente premiante. Criticità identificate a cui però non si riesce a porre rimedio. Da diverso tempo il Dottore lamenta questi aspetti e nei fatti la creatura 2018 è quella che, nel confronto con quella dell’anno passato, è migliorata meno.
Se gli altri hanno compiuto degli step in avanti sensibili, in tutte le aree, la M1 evolve lentamente e non tiene il passo dello sviluppo delle concorrenti. Un male da identificare nel progetto e, forse, nella filosofia di lavoro. Ci vorrebbe un’altra rivoluzione, come quella che avvenne nel 2004, nel periodo dell’avvento del Valentino vincente con la Honda. Seguirono stagioni entusiasmanti, condite dai Mondiali conquistati nel 2004, 2005, 2008 e 2009. Ora, però, la polvere nasconde le immagini di quei trionfi e bisogna ripartire da capo. Cambiare il motore? Cambiare il telaio? I punti interrogativi sono tanti e, regnando la poca chiarezza, il prototipo 2019 parte in ritardo. In questo contesto Rossi che cosa farà? Il suo contratto scade nel 2020, ma sarà in grado di aspettare e vivere un’annata da comprimario, ricordando per certi versi gli anni difficili vissuti in Ducati.
Solo il tempo saprà fornire delle risposte, ma di sicuro vedere un marchio così prestigioso in difficoltà mette tristezza perché questo Valentino potrebbe ancora farci divertire in sella alla sua moto.
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