In Qatar piove e l'organizzazione fa acqua: la falsa partenza della MotoGP

Un’organizzazione che fa acqua. Usando un po’ d’ironia è questa (purtroppo) la lezione che si può trarre dal primo sabato del motomondiale 2017, in cui si sarebbe dovuto correre ed invece si è finito per restare ai box, scontentando pubblico sulle tribune e spettatori a casa che hanno assistito a un teatrino da commedia dell’assurdo.

Fra marshall armati di scopettone che tentavano di drenare lunghe lingue d’asfalto senza riuscirci ed annunci puntualmente disattesi si è finiti per arrendersi a una condizione climatica che non era certo sconosciuta agli organizzatori.

Da almeno dieci giorni nel paddock gli addetti ai lavori, la direzione gara e Dorna erano a conoscenza del fatto che a Losail, questo fine settimana, sarebbe potuto piovere. Eppure gli organizzatori non sono riusciti a pianificare una exit strategy o un programma d’azione chiaro da attuare per evitare figuracce. Si è proceduto per tentativi, sperando che i meteorologi facessero cilecca e che il vecchio assunto ‘nel deserto non piove mai’ valesse ancora una volta. Invece alla fine a Losail è diluviato: e in questa pista in cui la parola drenaggio è semplicemente sconosciuta si è finiti per annaspare. Si sarebbe potuto pensare a tante soluzioni: per esempio correre il quarto turno di libere al mattino, quando la pista era completamente bagnata e non un po’ umida e un po’ bagnata come in notturna. Non si è fatto nulla di tutto questo e ciò che peggio è che se la situazione si dovesse riverificare, il caos tornerebbe d’attualità…

Non può piovere per sempre, diceva la frase simbolo del Corvo. Speriamo sia davvero così se si vogliono evitare altri guai.