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Spunti, considerazioni, domande dopo il GP d'Australia

DaMoto.it

Aggiornato 18/10/2015 alle 20:40 GMT+2

Dal nostro partner Moto.it

Marc Marquez e Jorge Lorenzo, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Quali sono state le chiavi del GP?
1) L’ultimo giro di Marc Marquez. Quello che ha fatto il campione spagnolo all’ultimo giro è davvero straordinario: Marc ha iniziato l’ultimo giro a 0”778 da Lorenzo e ha vinto con 0”249 di vantaggio, girando in 1’29”280, miglior giro della gara, nonostante abbia dovuto effettuare tre sorpassi: due a Iannone e uno a Lorenzo. Proprio quanto avvenuto alla prima curva è stato probabilmente decisivo per l’esito della gara: Iannone è finito leggermente largo in percorrenza e Marquez ha potuto infilarlo immediatamente. Sullo slancio, Andrea è ripassato, ma è andato di nuovo un po’ largo alla due, favorendo il definitivo sorpasso di Marquez, che così non ha perso tempo, come invece sarebbe successo se il pilota della Ducati fosse riuscito a fare la traiettoria ideale.
2) La velocità della Ducati in rettilineo. I numeri spiegano meglio delle parole il valore di questa affermazione: la più alta velocità di Iannone è stata di 344,4 km/h, per una media delle cinque migliori velocità massima di 343,9 km/h. Questi, invece, i dati di chi ha lottato con lui per la vittoria. Marquez: 338,0 km/h (media 336,7 km/h); Lorenzo: 332,0 km/h (330,6 km/h); Rossi: 337,0 km/h (336,5 km/h). Una considerazione: la velocità di Jorge è inferiore a quella di Valentino, ma va ricordato che Rossi è sempre stato in scia a Marquez o a Iannone, mentre Jorge era davanti da solo.
3) L’arrendevolezza – tra virgolette naturalmente – di Lorenzo all’ultimo giro. Jorge è stato troppo conservativo nel passaggio conclusivo e non ha opposto nessuna resistenza all’attacco di Marquez. D’accordo, Marc non aveva nulla da perdere e lui tantissimo, ma un po’ più di caparbietà avrebbe complicato un po’ la vita del rivale della Honda.
Lorenzo battuto da Marquez e Rossi da Iannone all’ultimo giro: quale dei due risultati è più sorprendente? Chi tra i due avrebbe potuto fare di più?
Lorenzo ha iniziato l’ultimo giro con 778 millesimi di vantaggio su Marquez, mentre Rossi era già dietro a Iannone: se la si guarda sotto questo aspetto, non c’è dubbio che è più sorprendente la sconfitta di Lorenzo. E’ anche vero, però, che nell’ultimo giro, Valentino era comunque riuscito a passare il rivale della Ducati, che però ha risposto per due volte al sorpasso: così Rossi, per la seconda volta in questa stagione (l’altra era stata ad Aragon con Pedrosa) ha perso una sfida all’ultimo giro. In definitiva, quindi, entrambi avrebbero forse (il dubitativo è d’obbligo al termine di una gara così tirata e di questo livello) potuto fare di più, ma visto il vantaggio che aveva, Lorenzo ha più da recriminare con se stesso.
Giri veloci in gara.
Marquez: 1’29”280 (27° giro); 1’29”369 (8); Iannone: 1’29”509 (20); Vinales 1’29”622 (3); Lorenzo 1’29”711 (5); Pedrosa 1’29”796 (21); Crutchlow 1’29”875 (9); Dovizioso 1’30”067 (4); A. Espargaro 1’30”078 (3); Redding 1’30”169 (12).
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Andrea Dovizioso al Mugello

Credit Foto AFP

Perché Andrea Dovizioso è arrivato 13esimo a 29”168 da Marquez (e, di fatto, anche dal compagno di squadra)?
Nel dopo gara lo stesso Dovizioso non è riuscito a dare una spiegazione convincente. La sensazione è che il problema del Dovi sia soprattutto psicologico, per tanti motivi: a metà campionato, quando la Ducati ha perso competitività (o gli avversari hanno aumentato la loro) Andrea si è probabilmente avvilito, conscio di non potersi più giocare la vittoria come era successo in Qatar e nelle prime gare; sembra soffrire moltissimo le prestazioni del compagno di squadra; non sente più fiducia attorno a sé all’interno del box Ducati.
Perché la Suzuki, nonostante nessuna novità tecnica è stata così competitiva su questo tracciato dalla media elevata?
Due i motivi principali: poche ripartenze dalla prima marcia, quindi la mancanza di potenza (e di conseguenza di accelerazione) si è fatta sentire meno che in altri tracciati; le grandi qualità di guida di Maverick Vinales, uno che su questo tracciato fa la differenza.
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