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Dovizioso e un ridimensionamento inatteso: 11 GP per dimostrare di essere l'antagonista di Marquez

DaOAsport

Pubblicato 10/07/2018 alle 16:45 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Andrea Dovizioso (Ducati Team) - GP of Catalunya 2018

Credit Foto Getty Images

La stagione di Andrea Dovizioso, e della Ducati nel suo complesso, si potrebbe riassumere con un termine: ottovolante. Raramente si è visto un sali-scendi simile in seno ad una scuderia e, nello specifico, anche a livello di piloti. Il romagnolo, vice-campione nel 2017 (altra annata nella quale ha vissuto diversi momenti particolari) sta attraversando un campionato che, per come era iniziato, è lontano anni luce da quello che tutti gli addetti ai lavori si sarebbero aspettati.
Tra un rinnovo di contratto meno semplice del previsto, qualche problema con la moto, e la resurrezione del compagno di scuderia Jorge Lorenzo, Andrea Dovizioso non sta ripetendo i fasti di 12 mesi fa. E pensare che, nei tre pre-stagionali, ed a Losail all’esordio, sembrava essere imprendibile per tutti. L’inverno della Ducati era risultato brillante, e il successo in Qatar aveva corroborato questo aspetto. Il binomio Dovizioso-Desmosedici era pronto, davvero, a puntare al titolo mondiale.
Da quel giorno, tuttavia, tutti gli scenari sono cambiati profondamente. Se le gare di Termas de Rio Hondo ed Austin si potevano annoverare come passi falsi dovuti alla conformazioni delle piste stesse (non troppo congeniali per la Ducati), da quel momento in avanti il pilota classe 1986 ha inanellato una serie di risultati con tanti bassi e pochi alti. A Jerez de la Frontera la gara di Dovizioso si è conclusa in anticipo per colpa della carambola con Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa, mentre a Le Mans la scivolata in curva Dunlop è stata tutta farina del suo sacco. Dopo due “zero” pesantissimi, il romagnolo si è riscattato con un secondo posto al Mugello, anche se alle spalle del compagno di team, prima di un nuovo errore a Barcellona che porta a tre ritiri in quattro gare il computo. Nell’ultimo fine settimana, poi, è arrivato il quarto posto di Assen che ha fatto nuovamente tornare un minimo di sereno in casa Ducati, anche se i sogni di gloria sono ormai ampiamente fuggiti.
Dovi-Lower: tre ritiri nelle prime 8 gare come nel 2016 e un saldo negativo di -36 punti rispetto al 2017
2018 (punti, vittorie, podi)2017 (punti, vittorie, podi)Differenza
MARQUEZ140 (4 v, 6 p)104 (1 v, 5 p)+36
ROSSI99 (0 v, 4 p)108 (1 v, 4 p)-9
VINALES93 (0 v, 2 p)111 (3 v, 4 p) -18
DOVIZIOSO66 (1 v, 2 p)104 (2 v, 3 p)-36
LORENZO75 (2 v, 2 p)60 (0 v, 1 p)+15
La comparazione con il campionato scorso è stridente. In Qatar nel 2017 fu secondo, contro il trionfo di quest’anno, mentre in Argentina arrivò un ritiro dopo essere stato messo ko da Aleix Espargaro. A quel punto l’annata del forlivese sembrava quasi da buttare, ma ha saputo cambiato marcia in un crescendo inarrestabile. Sesto posto in Texas e quinto in Spagna, quindi quarto in Francia e due brillanti vittorie tra Mugello e Barcellona. Ultimo impegno con quinto posto in Olanda molto simile al quarto di pochi giorni fa. Un andamento pressoché opposto a 12 mesi di distanza.
In questo 2018 nessuno, Dovizioso in primis, si poteva attendere così tanti problemi. Un anno fa aveva fatto vedere di essere un pilota veloce, cattivo quando serviva e costante. Fast forward. Il “DesmoDovi” attuale sembra sfiduciato e in leggera crisi. Vede l’obiettivo stagionale sempre più lontano, il feeling con la sua moto sempre in bilico e, non ultimo, un compagno di scuderia ingombrante soprattutto dopo i due successi di Mugello e Barcellona. Per il numero 04 gli scenari si fanno complicati ma, dopo la pausa estiva, avrà tutte le chance per rimettersi in carreggiata e tornare sui suoi livelli. Il titolo mondiale non è più alla portata, soprattutto con un Marc Marquez simile, ma il 2018 si può ancora raddrizzare, e rintuzzare la risalita di Jorge Lorenzo.
alessandro.passanti@oasport.it
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