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Valentino Rossi e una rimonta mondiale che pare già disperata

Stefano Dolci

Aggiornato 11/04/2016 alle 16:17 GMT+2

Un anno dopo il mondo e le prospettive di Valentino Rossi si sono capovolte: nel 2015 Valentino dopo tre gare aveva già due vittorie, tre podi e 66 punti in classifica dodici mesi dopo i punti sono 33 e il distacco da Marquez e Lorenzo è già importante. Fra la difficoltà di guidare con le Michelin e la consistenza di Marquez, Lorenzo e delle Ducati: la rincorsa alla decima appare complicata

2016, Valentino Rossi, AFP

Credit Foto AFP

Un anno dopo il mondo sembra essersi capovolto per Valentino Rossi. Nel 2015 dopo i primi tre GP della stagione, il Dottore guardava tutti dall’alto in basso grazie ai due successi conseguiti in Qatar e a Termas de Rio e ai 66 punti che lo consolidavano leader indiscusso del mondiale e alimentavano i sogni di poter arrivare a conseguire a 36 anni il 10° titolo della sua carriera. Dodici mesi dopo invece la leggenda di Tavullia si trova ad inseguire col fiatone i due odiati rivali spagnoli, il rigenerato Marc Marquez (unico pilota ad essere sempre salito sul podio e che è già in fuga forte dei 66 punti portati a casa) e lo scomodo compagno di squadra Jorge Lorenzo, che rispetto alla passata stagione ha già collezionato 8 punti in più.
Visual Valentino Rossi, Eurosport
Scommettere contro le motivazioni dell’highlander della MotoGP è sempre difficile però è innegabile che il compito che attende Valentino sia titanico e d’ora in avanti non siano più ammessi errori se davvero si vuole provare la riscossa. Queste prime tre gare ci hanno offerto tanti spunti di riflessione, in primis ci hanno detto che salire sul podio è ancor più difficile dell’anno scorso a causa della crescita costante ed esponenziale della Ducati (già due volte a podio con Iannone e lo sfortunatissimo Dovizioso che potenzialmente avrebbe potuto avere 36 punti in più senza i due strike subiti per mano di Iannone e Pedrosa) e, seppur in misura minore, della Suzuki (che con il famelico Vinales su certi tracciati potrebbe rompere tante uova nel paniere). L’altro dato che emerge è che l’introduzione delle Michelin ha finito per accentuare enormemente il pericolo di cadute e di incappare in inattesi ritiri. Proprio Valentino nel parco chiuso ha analizzato lucidamente la situazione…
Con le Bridgestone non si scivolava mai, nemmeno se andavi largo o sbagliavi traiettoria di un paio di metri: nel 2015 ero caduto tre volte in 18 GP, le stesse scivolate che ho già fatto nel 2016 dall’inizio dell’anno. E anche per Lorenzo è così. Diciamo, però, che la situazione è più normale adesso, era anomalo con le Bridgestone. Non cadevo in gara da Aragon 2014: anche questo è un dato significativo… Ci troviamo davanti a un campionato differente, in cui vincerà chi sbaglierà meno

Marquez è tornato Marcziano

Finora quello che ha sbagliato meno è Marquez che dalle feroci polemiche invernali con Valentino Rossi è uscito paradossalmente rafforzato. Il Cabroncito, finora se ne è infischiato bellamente dei buu del pubblico sulle tribune e dà l’impressione di aver ritrovato uno straordinario feeling con la RC213V. Il fatto che non sia mai caduto finora ed abbia limitato al massimo i rischi misura il termometro della confidenza di Marc con la sua moto e soprattutto di come il marziano di Cervera si sia adattato nel migliori dei modi ai cambiamenti tecnici e di coperture voluti dalla Dorna. Anche i numeri non fanno dormire sonni tranquilli ai rivali di Marquez visto che, fino ad oggi, ogni volta Marquez ha iniziato la stagione con tre podi nelle prime tre gare a fine anno si è sempre laureato campione del mondo (è successo nel 2012 in Moto2 e nel 2013 e 2014 in MotoGP).

Il mondiale non attende

Insomma Marquez è tornato a far paura, Lorenzo (nonostante il sempre più probabile divorzio da Yamaha) è messo meglio dell’anno scorso mentre Rossi, paradossalmente l’unico pilota ad avere per il momento certezze solide per il futuro dopo il prolungamento con Yamaha fino al 2018, senza l’harakiri di Iannone-Dovizioso in Argentina avrebbe potuto avere zero podi dopo tre gare e un bottino ancor più magro di punti in classifica piloti. Margine di recupero ce n’è con 15 gare a calendario però il mondiale non aspetta. E già a Jerez sono attese risposte significative…
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