Valentino Rossi: "Questo podio è quasi come una vittoria. Ora la Yamaha creda in me"
Aggiornato 27/07/2020 alle 10:41 GMT+2
469 giorni dopo l'ultima volta, Valentino Rossi nel GP di Andalusia a Jerez de la Frontera torna a salire su un podio in classe MotoGP, grazie al terzo posto portato a casa in una giornata gloriosa per la Yamaha che completa la tripletta con Quartararo (1°) e Viñales (2°). La soddisfazione del Dottore a fine gara: "Non è come una vittoria ma la soddisfazione che provo è molto, molto simile".
Ieri pomeriggio, dopo il quarto crono nelle qualifiche, non ci credeva nemmeno lui di poter salire sul podio. Nella canicola di Jerez de la Frontera (ben 36° C e 57 sull’asfalto) però Valentino Rossi ha realizzato l’ennesima impresa della sua formidabile carriera, centrando un terzo posto e un podio che gli mancava da 17 Gran Premi e 469 giorni (14 aprile 2019, secondo posto nel GP di Austin).
Niente male per un pilota 41enne che appena sette giorni fa era stato costretto a ritirarsi dopo un weekend stregato e che non l’aveva mai visto protagonista. Da venerdì però Valentino insieme al nuovo capotecnico David Munoz e a tutta la sua squadra, ha risolto i problemi che lo avevano assillato in buona parte della scorsa stagione e in una gara combattuta col cuore e col talento è riuscito ad arpionare un terzo posto, che a 41 anni suonati ha il dolce sapore della vittoria.
Sono molto, molto contento. E’ passato molto tempo. Questo weekend abbiamo iniziato a lavorare in un modo differente e i risultati si sono visti. La gara è stata lunga ma bene così: questo terzo posto non è come una vittoria ma la soddisfazione che provo è molto, molto simile
"La Yamaha mi è stata ad ascoltare e, finalmente, i risultati si sono visti"
Intervenuto dopo la cerimonia del podio ai microfoni di Sky Sport, Valentino Rossi - sfinito ma raggiante - ha spiegato come è avvenuta la svolta e perché è arrivata proprio in questo particolare weekend.
E’ un podio importantissimo è quasi come una vittoria. Viene dopo un weekend frustrante e un 2019 veramente difficile. Abbiamo dovuto spingere con Yamaha per cambiare perché la moto sta in una posizione in curva che non mi piace. Andavo solo più piano, e non riuscivo a risparmiare le gomme. Dunque la realtà è che per me c’erano solo svantaggi. Da venerdì mattina però finalmente le cose sono cambiate e mi sono anche divertito. A Jerez negli ultimi anni avevo sempre sofferto, se gli ultimi 4 giri non avessi avuto un bel calo avrei potuto anche difendere la seconda posizione ma va bene lo stesso. Questa domenica ho sofferto solo gli ultimi 4 giri, mentre domenica scorsa avevo sofferto dal primo giro. C’è una gran bella differenza!
"Yamaha deve credere in me, perché ci sarò anche l’anno prossimo..."
Visto che ci sono e ci sarò anche l’anno prossimo, ho bisogno che la Yamaha creda in me. Io sono uno molto preciso, sento quello che succede in moto e do indicazioni molto nette. Abbiamo dovuto lottare quattro giorni per cambiare il setting... Se non avessimo lottato a quest’ora saremmo qui a commentare una gara simile a quella di sette giorni fa o di Motegi o di Aragon 2019. Sarò anche vecchio ma non si può correre così... Per fortuna sia con David (Munoz, il capotecnico, ndr) che con tutto il team abbiamo lottato e abbiamo mostrato che con questo setting possiamo portare a casa buoni risultati. Perché la Yamaha non mi ha ascoltato prima? Semplice, hanno Vinales e Quartararo che vanno fortissimo: io ho 41 anni e mi dicono impara a guidare come loro ma ho mostrato che anche se non sono il più veloce, posso fare delle belle gare.
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