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Valentino Rossi su Marquez: “Perdonarlo per il 2015? Impossibile”

Giulia Cicchinè

Aggiornato 08/02/2021 alle 14:06 GMT+1

MOTOGP - Valentino Rossi intervistato dal Corriere della Sera, si lascia andare in merito a qualche commento della stagione appena trascorsa, in cui non si è nemmeno fatto mancare il coronavirus, e poi qualche sassolino nei confronti di Marc Marquez: "Se lo perdono? No, impossibile".

Valentino Rossi - GP Portugal 2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

È prossimo ai 42 anni, che compirà il 16 febbraio eppure, quando si parla di MotoGp, Valentino Rossi dimostra sempre di avere grinta e spensieratezza da 20enne, mescolate all’esperienza di chi ha macinato km di stagioni in sella alla sua moto.Tra alti e bassi ovviamente e stagioni da cancellare, intervistato da Giorgio Terruzzi al Corriere della Sera, Vale parla proprio di una di quelle stagioni, il 2015 e quel famoso biscotto di Marquez e Lorenzo.
Perdonare Marc Marquez? Impossibile! Quello che ha fatto non è perdonabile. Quando ripenso a quei giorni ho le stesse sensazioni di allora. E sono passati sei anni. Mi pare difficile che possano cambiare
Da ricordare che Marquez proprio quest’anno ha subito tre operazioni nel giro di pochi mesi all’omero destro e che è al lavoro per rientrare a correre il prima possibile.
"Mi dispiace moltissimo che non possa correre. Se guarirà, cosa che al momento non sa nessuno, nemmeno lui, tornerà forte come prima. Ma non è stato Marquez l’avversario più forte che ho incontrato. Il suo errore quest’anno è stato voler tornare a correre troppo presto dopo l’operazione e non ho capito come abbiano permesso che accadesse"
Non solo Marquez però perché Valentino Rossi ha parlato anche della stagione in cui purtroppo non si è fatto mancare nemmeno l’esperienza del coronavirus...
"Non mi sono fatto mancare niente, nemmeno il Covid. Contagiato nel momento peggiore, due gare perse, molto tempo per tornare negativo. Una volta smaltita la malattia sono stato quasi contento di aver superato l’ostacolo, mi sono un po’ rilassato, ma questo virus porta la solitudine. Nessuno ti viene a trovare, sembri un appestato. Per chi deve lavorare per forza sotto pandemia la vita è uno schifo. E ho capito che nessuno capisce bene cosa stia accadendo".
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