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Valentino Rossi dalla MotoGP a pilota nel GT World Challenge: cosa bisogna aspettarsi e a quali risultati può ambire

Stefano Dolci

Aggiornato 31/03/2022 alle 17:05 GMT+2

AUTOMOBILISMO - Domenica aImola Valentino Rossi farà il proprio debutto sulle quattro ruote nel Fanatec GT World Challenge Europe 2022 al volante dell'Audi R8 GT3 LMS Evo II del Team belga WRT. Per il Dottore, che sarà affiancato dai due piloti ufficiali Vervisch e Muller, inizierà ufficialmente la seconda parte della sua seconda carriera. Ma cosa bisogna attendersi? Proviamo a capirlo...

Grazie Valentino, il campione infinito che ha segnato un'epoca

"Io sono stato sempre un pilota, da quando mi ricordo. Anche quando avevo cinque anni mi sentivo un pilota. E ancora adesso mi sento tale”. Nell’ultima puntata della serie di Amazon Prime "MotoGP Unlimited", Valentino Rossi spiega così la sua vera indole e perché, mentre il circus della MotoGP e i diversi piloti della sua Academy saranno impegnati a Termas de Rio Hondo nel Gran Premio d’Argentina, lui questo weekend sarà in quel di Imola ad iniziare la sua seconda carriera sportiva, quella da pilota di auto al volante di un’Audi R8 GT3 LMS Evo II, una vettura capace di sprigionare fino a 585 cavalli di potenza. Dopo 26 anni da star indiscussa del Motomondiale, il fuoriclasse di Tavullia riparte dal Fanatec GT World Challenge Europe 2022, campionato organizzato da SRO e riservato a vetture di categoria GT3.
52 equipaggi, 156 piloti ai nastri di partenza, 9 marchi storici a sfidarsi (Aston Martin, Audi, Bentley, BMW, Ferrari, Lamborghini, McLaren, Mercedes-AMG e Porsche), 10 round (equamente distribuiti fra gare Sprint ed Endurance): questa la sfida che attende Valentino, che potrà godere dell’esperienza del Team belga WRT (diretto da Vincent Vosse, ex pilota di grande esperienza nelle gare di durata, e squadra che ha dominato l’edizione 2021 completando addirittura l’en plein di successi in tutte le tre categorie) con il quale in cantiere c’è la volontà di imbastire un progetto di crescita che porti (magari già nel 2023?) il Dottore a cimentarsi con la 24 Ore di Le Mans.
Nei primi test andati in scena mercoledì sul tracciato di Imola, la vettura #46 composta da Valentino Rossi-Nico Muller e Frederich Vervisch ha fatto registrare il 5° tempo assoluto, in una qualifica che però ha confermato l'assoluta competitività del campionato con addirittura 22 vetture raccolte in un misero secondo.
Cosa è lecito attendersi da questa nuova esperienza? Ma soprattutto, Rossi riuscirà a togliersi soddisfazioni anche sulle quattro ruote? L’abbiamo chiesto a Fabio Magnani, una delle storiche voci del Motorsport di Eurosport che ci ha provato a dirimere un po’ di dubbi riguardo alla nuova avventura di Valentino.
"Credo che Rossi abbia fatto un’ottima scelta, a mio avviso avrebbe potuto anche anticipare di qualche anno visto il suo interesse sempre più forte per le quattro ruote. Il GT World Challenge è un campionato assai competitivo, sicuramente non si si può pensare di vederlo subito nelle prime posizioni, perché il livello è veramente alto, sono presenti molti piloti professionisti che gareggiano da anni, supportati dalle case. È anche vero che i compagni di squadra col quale dividerà l’abitacolo da subito, il belga Frederich Vervisch (presente sia nella serie Sprint che nella Endurance Cup) e lo svizzero Nico Müller (quest’ultimo solo per le gare lunghe della serie Endurance), sono piloti ufficiali Audi ma inevitabilmente dai migliori Rossi ha ancora un po’ di margine. Potrà far bene ma immaginarselo da subito in lotta per la vittoria… la vedo dura”.

Un top team alle spalle ma tante cose da imparare

Valentino Rossi non è un totale novizio in fatto di quattro ruote: dal Rally di Monza alla 12 Ore del Golfo fino al celebre doppio test in Ferrari F1 datato 16 anni fa, l’asso di Tavullia ha mostrato di avere potenziale per essere veloce anche in auto. Le variabili e le cose da imparare però saranno inevitabilmente tante.
"Lasciando perdere il Rally di Monza che è più una kermesse, uno show fatto a fine stagione più per puro divertimento personale che per altro, l’esempio più calzante riguardo al potenziale di Valentino in questo tipo gare fu l’esperienza con la Ferrari 458 Italia del Kessel Racing in due round del Blancpain Endurance Series 2012 a Monza e al Nürburgring. Gareggiò insieme ad Andrea Ceccato e a 'Uccio' e chiuse con un 18° e un 19° posto assoluto, un risultato buono considerato il livello e che si trattasse della prima esperienza in un campionato Endurance. Poi successivamente ci sono state le partecipazioni alle 12 Ore del Golfo con la Ferrari 488, che però è una competizione che considererei un gradino più sotto perché gli iscritti erano pochi. Di sicuro essendo al primo anno, gli manca tutto quel bagaglio di esperienze che impari solo riuscendo a gareggiare non sporadicamente. Le metodologie di lavoro, i pit stop, banalmente anche solo l’adattarsi a una macchina che è condivisa da due piloti, con un assetto che non può essere perfettamente cucito alle tue esigenze non è affatto banale. Inoltre c’è la gestione della safety car, delle neutralizzazioni in pista, la gestione dei consumi, il tenere in temperatura le gomme, la gestione del traffico in pista, il guidare di notte a Spa… sono tutte situazioni che in moto non ci sono e che inevitabilmente all’inizio potrebbero rendergli la vita complicata”.
  • Da Giacomo Agostini a Mike Hailwood, le leggende delle moto che hanno provato a sfondare nelle auto come Rossi: solo Surtees è riuscito a vincere un mondiale con le due e le quattro ruote
John SURTEES7 mondiali in moto, un titolo in F1 (1967)
Mike HAILWOOD9 mondiali in moto, 2 podi in F1, Campione Europeo F2
Giacomo AGOSTINI15 mondiali in moto, 7 podi fra F2 e F1 britannica ('77-80)
Johnny CECOTTO2 mondiali in moto, 23 GP in F1, 1 campionato italiano Turismo vinto
Eddie LAWSON4 mondiali in 500, 11 GP nell'IndyCar (miglior risultato 6° posto)
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Valentino Rossi, le 10 vittorie più belle della carriera

Ma Valentino, visto il suo passato e le sue aspettative che inevitabilmente genera (già a Imola si va verso il tutto esaurito per il suo debutto in questa nuova veste) da questa esperienza ha più da guadagnare o da perdere?
"Per me Valentino non ha necessariamente nè da guadagnare o da perdere. A Rossi piace la velocità e competere con le quattro ruote, è semplicemente il secondo tempo della sua carriera agonistica. Non penso abbia velleità di diventare campione del GT World Challenge perché lo sa anche lui che la strada è veramente ripida, considerando tutte le variabili in campo e il valore di piloti più giovani ed esperti. A mio avviso vuole divertirsi, vuole partecipare a gare iconiche come la Le Mans e magari anche alle grandi classiche americane come la 24 Ore di Daytona o la 12 Ore di Sebring, che sono il Gotha dell’Endurance a quattro ruote. Riguardo alla Le Mans non escludo che il debutto possa avvenire anche quest’anno, qualche rumors in merito c’è, anche se ci sono dei cambi regolamentari e una nuova tipologia di macchine e tutta una serie di cose che potrebbero far slittare all’anno prossimo,l’esordio in questo tipo di rassegna. Non dimentichiamoci che già quest’anno gareggerà a luglio nella 24 Ore di Spa-Francorchamps, che fa parte del calendario GT World Challenge, una gara molto difficile, con tante vetture al via e sempre imprevedibile per condizioni atmosferiche, un’esperienza che sicuro lo potrà preparare poi per un’eventuale partecipazione a Le Mans”.
Ma tornando a domenica, Valentino Rossi nella sua gara d’esordio potrebbe dirsi soddisfatto se...
"Se Valentino riuscisse a chiudere tra i primi 15 della classifica generale – chiosa Magnani - sarebbe tanta roba, soprattutto considerando il livello degli avversari (da l’ex pilota di Formula 2 Luca Ghiotto al driver ufficiale Lamborghini Mirko Bortolotti solo tra gli italiani i pezzi da novanta non mancano) e che ci sono 52 vetture al via. Se riuscisse a contenere in pochi decimi il divario al giro da questo tipo di piloti, equivarrebbe già a una vittoria”.
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Come si prepara un pilota per la 24 Ore di Le Mans?

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