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Cuffie per capelli afro approvate dalla FINA: Alice Dearing vince la sua battaglia per l'inclusività

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Pubblicato 13/09/2022 alle 13:28 GMT+2

L'atleta, prima di colore a rappresentare la Gran Bretagna nel nuoto ai Giochi Olimpici, ha ottenuto dalla FINA dopo circa un anno che venisse approvato l'utilizzo di cuffie più grandi per contenere capigliature voluminose come la sua. La ragazza ha collaborato con un marchio per lo sviluppo e la produzione della cuffia specifica, che però era stata vietata perché non segue la forma della testa.

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Alice Dearing vince la sua battaglia per l'inclusività nel mondo del nuoto. La nuotatrice, specializzata nelle gare in acque libere, è stata la prima ragazza di colore a rappresentare la Gran Bretagna nel nuoto ai Giochi Olimpici, ma ha dovuto scontrarsi con una norma che le ha impedito di essere a proprio agio, fino alla svolta: la FINA ha infatti dato il via libera all'utilizzo di cuffie create appositamente per le capigliature afro, e quind più grandi delle solite.

La battaglia di Alice

Come racconta repubblica.it, Alice è abituata a portare i capelli al naturale, quindi con la classica capigliatura afro, oppure acconciati con lunghe treccine: si tratta chiaramente di acconciature molto voluminose e anche una donna con capelli più sottili, ma lunghi, sa che a volte bisogna litigare per indossare la cuffia e riuscire a trattenere tutta la chioma, bisogna chinarsi in avanti con grandi perdite di tempo, a volte farsi aiutare, spesso strappando involontariamente anche delle ciocche, e quando si ottiene un risultato accettabile ci si ritrova con il silicone che poi stringe oltremodo la testa creando una sensazione fastidiosa, se non addirittura dolorosa. Nel caso della britannica il problema era serio. Lo si è visto anche in gara: la cuffia non le calzava bene, era decisamente troppo piccola e rischiava addirittura di sfilarsi dalla testa. Così Dearing ha iniziato una collaborazione con un marchio produttore di cuffie per sviluppare l'accessorio più adatto per ragazze (e ragazzi) come lei, con questi problemi di "contenimento". Il risultato è arrivato ed è stata realizzata una cuffia più grande, ma capace di avvolgere alla perfezione testa e capelli di Alice. La FINA, però, ai Giochi Olimpici di Tokyo ha impedito a Dearing di utilizzare quella cuffia: non era omologata e non era indossabile perché, a differenza di quelle standard, non seguiva il natuale profilo del cranio.

Un anno dopo, l'autorizzazione

Inutile dire che in un periodo in cui temi come uguaglianza e inclusivtà sono centrali, il veto della FINA suonava come una stortura, causando sdegno e reazioni soprattutto da parte di alcuni movimenti per i diritti dei neri come la Black Swimming Association, ma la sfida più grande l'ha sostenuta proprio Alice attraverso la sua esposizion mediatica. Così, di fronte a tanti riscontri verso una questione che non è estetica, ma una reale esigenza, la FINA ha ribaltato la decisione e ha scelto di autorizzare gli atleti all'utilizzo di queste cuffie innovative e non discriminatorie.

La gioia di Dearing

In un editoriale commissionatole dal Guardian, Alice ha espresso la stessa soddisfazione che aveva già manifestato su Instagram:
Sono sollevata ed emozionata. In quanto donna nera e nuotatrice professionista che ama i suoi capelli intrecciati e nella loro forma naturale, quella afro, so quanto questo cambiamento sia epocale. Avere la possibilità di indossare una cuffia che si adegua alla propria capigliatura dà alle atlete maggiore sicurezza e riduce i momenti potenzialmente stressanti nello spogliatoio e in acqua. È cruciale avere una cuffia che si adegui ad ogni tipo di capello, è una sfida alla visione ristretta della nuotatrice standard.
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