Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Da Londra a Kazan, cosa è cambiato per l'Italia del nuoto?

Francesca Galluzzo

Aggiornato 11/08/2015 alle 09:35 GMT+2

Tre anni fa si parlava di disastro olimpico, oggi si festeggia il record di medaglie in un mondiale, cosa è cambiato in tre anni?

Federica Pellegrini in azione ai Mondiali di Kazan 2015

Credit Foto AFP

Tre anni fa, di questi giorni, ci si interrogava su quello che sarebbe potuto essere il futuro di un’Italnuoto che usciva dai Giochi Olimpici di Londra con due sole medaglie, l’argento del Settebello e il bronzo di Martina Grimaldi nella 10km in acque libere, e tante tante delusioni. La divina Pellegrini chiudeva quinta sia i 200 che i 400 tra recriminazioni e polemiche, Tania Cagnotto annunciava tra le lacrime di due quarti posti che probabilmente non sarebbe riuscita ad arrivare fino a Rio, il Setterosa tradiva le aspettative e non andava oltre al settimo posto e il nuoto sincronizzato, qualificato solo con il duo, non lasciava traccia della propria presenza.
Da Londra a Kazan, cosa è cambiato per l'Italia del nuoto?
Sono passati tre anni, l’Olimpiade di Rio è alle porte, e ci ritroviamo alla fine dei mondiali di Kazan con il record assoluto di medaglie per la nazionale azzurra in una rassegna iridata, medaglie suddivise per la prima volta fra tutte e cinque le discipline, un risultato riuscito solo, in edizioni passate, a Russia e Stati Uniti. Tre anni dopo la Caporetto di Londra una Federica Pellegrini in forma come ai tempi d’oro non solo va a podio nella gara individuale, ma con una rimonta pazzesca trascina la 4x200 stile libero ad un argento storico, Tania Cagnotto, più forte che mai, batte pure le cinesi e si prende il titolo nel trampolino da un metro, il Setterosa si ritrova e vince il bronzo concludendo il torneo senza nemmeno una sconfitta nei tempi regolamentari, il Settebello continua a rimanere fra le prime quattro squadre al mondo, il nuoto in acque libere porta a casa tre medaglie e piazza praticamente tutti i suoi atleti fra i primi dieci di ogni gara e il sincro si riscopre con due medaglie in una disciplina nuova, il sincro misto uomo donna.
Davanti a dati del genere viene spontaneo farsi una domanda, cosa è cambiato da Londra a Kazan? Perchè tre anni fa il nostro movimento acquatico sembrava in ginocchio e ora l’Italia va a medaglia in tutte le discipline? Non c’è una sola risposta per tutto, per cui analizziamo le situazioni caso per caso.
Federica Pellegrini e il nuoto in vasca: nella scintillante carriera di Federica Pellegrini quella delle Olimpiadi di Londra fu solo una brutta parentesi, esito di un anno tribolato in cui Fede aveva cambiato più allenatori che paia scarpe. Dopo la batosta olimpica l’azzurra si è ripresa e già l’anno successivo a Barcellona era tornata sui suoi normali standard. In ogni caso il suo buco nell’acqua sarebbe passato maggiormente inosservato se, magari, la medaglia l’avesse presa Paltrinieri, ma il fenomeno di Carpi a Londra aveva solo diciotto anni e un problema a una spalla che non gli permetteva di esprimersi al meglio in vasca. Anche la 4x200 stile libero donne era ancora una progetto in divenire, un progetto che però stava già dando segnali di crescita.
Tania Cagnotto e un credito con la fortuna: Tania Cagnotto per le Olimpiadi di Londra si era preparata bene, pensava sarebbe stata la sua ultima occasione per una medaglia a cinque cerchi, ma l’eccessiva tensione e una buona dose di sfortuna l’avevano tradita facendola tornare a casa con due medaglie di legno. E Kazan? Prima di tutto va fatta una doverosa premessa, il trampolino da 1 metro, il cavallo di battaglia di Tania che l’ha vista laurearsi campionessa del mondo, non è specialità olimpica. Detto questo, la medaglia di bronzo dai tre metri è arrivata anche grazie a quel pizzico di fortuna che le era mancato a Londra e a un errore clamoroso di Jennifer Abel nell’ultimo tuffo. Se la sorte avesse deciso di fare diversamente, invertendo i risultati delle gare, forse oggi non ricorderemmo le Olimpiadi di Londra come un totale disastro, ma magari Tania avrebbe deciso, raggiunto il traguardo della medaglia olimpica, di mettere fine alla sua carriera, non arrivando mai a vincere un mondiale.
Pallanuoto sempre ad alti livelli: il Settebello arrivava a Londra forte della vittoria ai Mondiali di Shanghai nel 2011 e riusciva a confermarsi una delle squadre più forti al mondo; il Setterosa, fresco campione europeo, si trovava ancora in una fase di rodaggio almeno per quanto riguarda la gestione Conti. Nonostante la controprestazione olimpica e il non esaltante mondiale di Barcellona al ct è stata data la possibilità di lavorare con continuità e sul lungo periodo i risultati si sono visti.
picture

Medaglia di bronzo per il Setterosa ai Mondiali di Kazan 2015

Credit Foto LaPresse

Nuoto in acque libere: a Londra portò “solo” un bronzo, ma non va dimenticato che il programma olimpico dell’open water prevede soltanto la 10km. L’Italia in questa disciplina è sempre stata fortissima, prova ne sia che agli Europei di Piombino, disputati neanche due mesi dopo le Olimpiadi, la nazionale azzurra vinse quattro ori sui sette in palio. A Kazan l’Italia ha portato a casa un oro, due bronzi e due quarti posti e in chiave olimpica è riuscita a qualificare tre atleti su quattro posti a disposizione.
picture

Ruffini Furlan Kanza 2015

Credit Foto Eurosport

Nuoto sincronizzato: disciplina difficile per chi ha poca tradizione. L’Italia negli anni è riuscita a far vedere qualcosa di buono, ma lo strapotere di nazioni come la Russia, la Spagna e Cina è difficile da scardinare. La nazionale italiana è riuscita però a ritagliarsi un suo spazio in una disciplina nuova, quella del duo misto uomo donna, grazia anche al talento del giovane Giorgio Minisini. Per il momento non si tratta di specialità olimpica, ma il nostro diciannovenne atleta ha tempo per aspettare.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità