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La lunga notte di Federica Pellegrini: "Avrò rivisto la gara 40 volte! Mi sono proprio piaciuta"

Davide Fumagalli

Aggiornato 25/07/2019 alle 08:40 GMT+2

La nei campionessa del mondo dei 200 stile libero racconta le emozioni nelle ore successive al trionfo e i complimenti ricevuti da Michael Phelps: "Non ho mai avuto tanti dolori in vita mia. E' come se avessi fatto un after fino a stamattina". La 31ennne di Spinea evidentemente non ha recuperato in tempo ed è stata eliminata nelle batterie dei 100 stile: poco male...

Federica Pellegrini a braccia al cielo sul podio dei mondiali di Gwangju, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Non ho mai avuto tanti dolori in vita mia. E' come se avessi fatto un after fino a stamattina. Stanotte avrò rivisto la mia gara 40 volte. Non mi era mai successo, ma mi sono proprio piaciuta
Notte lunga e complicata per Federica Pellegrini che non ha chiuso occhio e non è riuscita ad essere efficace nei 100 stile libero in vasca, dove è stata eliminata col 22esimo tempo, 54"68. L'adrenalina per la medaglia d'oro nei 200, le mille emozioni, i complimenti, le interviste e tutto quello che segue, non hanno "lasciato scampo" nemmeno ad una campionessa di 31 anni come Federica che ha vissuto una sorta di prima volta, come racconta a Federnuoto.
Stanotte avrò rivisto la mia gara 40 volte. Non mi era mai successo, ma mi sono proprio piaciuta e sono strafelice che tra i commenti ricevuti sui social ci sia anche quello di Michael Phelps. Alla premiazione eravamo tre generazioni a confronto. Io degli anni ottanta, Sjoestrom dei novanta e Titmus del 2000. Mi ha detto che quando partecipavo alle Olimpiadi di Atene aveva 3 anni
Federica ha chiuso la sua lunga giornata verso l'una, ha mangiato una cosa al volo e si è buttata nel letto senza però chiudere occhio: sveglia alle 7:30, ma alle 3:30 era ancora a guardare la sua medaglia d'oro. Un trionfo frutto di una gara al limite della perfezione.
Quest'anno è stato tutto lineare e penso sia stato giusto arrivare a Gwangju solo tre giorni prima dell'inizio senza subire fuso orario. In prossimità delle gare si sta bene su un cucuzzolo di un monte evitando il superfluo. La medaglia di Budapest è stata più sofferta e voluta. Credevo sarebbe stato l'ultimo mondiale e di non riuscire a tornare a quei livelli. Pensavo di nuotare intorno all' 1'54"7, invece sono stata molto più veloce. E' stata la finale più veloce della storia con un livello medio mai così alto. Non ci siamo posti obiettivi cronometrici per la prossima stagione. Quello che avevo è arrivato con un anno di anticipo. Questa medaglia la metto tra le mie prime
A spingerla sempre sono le motivazioni, lei che nuota ad altissimi livelli da 15 anni e che trova ogni volta un modo per avere successo. Questo grazie anche alla famiglia e all'allenatore Matteo Giunta.
La chiave di tutto penso sia che mi piace ciò che faccio. Nelle ultime stagioni sicuramente ho nuotato più per me che per gli altri e quest'anno avevo deciso di nuotare bene i 200. Non di andare al mondiale a fare il bagno. In allenamento sono andata sempre bene e abbiamo intensificato la palestra. Fino al Sette Colli dicevo a Matteo (Giunta, ndr) di sentire troppa la fatica nella seconda parte di gara, ma mi tranquillizzava. Sono felice per Matteo. Tantissimi erano scettici. Invece credo che Alberto (Castagnetti, ndr) l'avrebbe definito un allenatore intelligente. Uno di quelli che sa adeguarsi alle caratteristiche degli atleti. Siamo cresciuti tanto insieme ed effettivamente, con la squadra che sta andando così bene, mi avrebbe fatto strano tornare a casa senza medaglia
Adesso bisogna completare il Mondiali di Gwangju e poi Federica potrà tornare a casa e godersi la sua cagnolina Vanessa, prima di iniziare la preparazione verso le Olimpiadi di Tokyo.
Il prossimo anno disputerò meno meeting. Sarà una stagione piena di pressioni. Adesso mi godo questo momento. Sono felice di aver chiuso in questo modo il cerchio dei mondiali. Le motivazioni per restare sempre in alto le trovi dentro di te ponendoti degli obiettivi che sicuramente cambiano nel corso degli anni. Il prossimo è cercare di avere una famiglia bella come quella che ho tra un paio di anni, ma il più imminente è tornare a casa dalla mia Vanessa. L'ho salutata in aeroporto. L'ho lasciata in braccio a mamma e appena salita in aereo ho visto un film: era Dumbo e mi sono messa a piangere
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