Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

La strepitosa cavalcata di Simona Quadarella: come conquistare Europa e Mondo in un anno

Paolo Pegoraro

Aggiornato 23/07/2019 alle 19:34 GMT+2

Da Glasgow 2018 a Gwangju 2019, Simona Quadarella si è presa il trono europeo e mondiale nel risicato spazio di 365 giorni. Da non trascurare Budapest 2017, la molla è scattata proprio nel Mondiale di due anni or sono.

Italy's Simona Quadarella reacts after winning the final of the women's 1500m freestyle event during the swimming competition at the 2019 World Championships at Nambu University Municipal Aquatics Center in Gwangju, South Korea, on July 23, 2019

Credit Foto Getty Images

Lo sport ad alto livello richiede requisiti sia fisici sia mentali (anzi, soprattutto mentali). Bisogna impegnarsi in incessanti allenamenti per raggiungere la perfezione del gesto tecnico e il rafforzamento della mente. In altri termini: bisogna avere carattere. Le gare si vincono più di testa che di fisico. È la mente che ti fa avere quel qualcosa in più quando c’è bisogno, ed è sempre la mente che ti aiuta a sopportare dosi massicce di sforzo.
Questo passaggio de Il mio spazio blu – autobiografia inserita nei nostri consigli per le letture sotto l’ombrellone – meglio di ogni altro rappresenta il dna vincente della nuova campionessa mondiale dei 1500 metri stile libero Simona Quadarella. A 21 anni ancora da compiere la nuotatrice romana forgiata dal Circolo Canottieri Aniene si è arrampicata sino al tetto del mondo un anno dopo aver autografato la memorabile tripletta europea a Glasgow. Con classe, cristallina, e una dose di tenacia senza precedenti poi stemperata in quelle lacrime davanti ai microfoni che difficilmente scorderemo. La prima medaglia d’oro azzurra ai Mondiali di Gwangju è sua e di casuale in tutto ciò non c’è proprio nulla: già, perché Simona è ormai certezza granitica e al contempo trascinatrice assoluta del nostro movimento.

Meglio della mitica Alessia Filippi

Dieci anni dopo un’altra azzurra sale sul gradino più alto del podio mondiale nei 1500: nel 2009 fu Alessia Filippi tra il tripudio generale dello Stadio Olimpico del Nuoto a Roma, oggi è la sua naturale erede Simona Quadarella, romana doc come lei. Nella sua autobiografia Simona si rivolge sistematicamente al suo idolo di gioventù con l’aggettivo “mitica” quasi in segno di riverenza. Simona, tuttavia, non si è limitata a eguagliare la Filippi ma si è tolta lo sfizio di demolire – oltreché le rivali in vasca Kohler e Jianjiahe – il suo record italiano fissandolo a 15:40.89, quattro secondi in meno rispetto a quello registrato dieci anni fa da Alessia con costume gommato.
picture

Alessia Filippi durante la premiazione ai Mondiali di Roma 2009

Credit Foto Other Agency

E poco importa se quest'oggi ai blocchi di partenza non si è presentata la campionissima Katie Ledecky, perché come ha ammesso Simona stessa dopo la gara con estrema lucidità:
Mi ha spiazzato, ma se ti ritiri vuol dire che in quel momento non sei in grado di lottare per certi obiettivi.
Il duello tra le due sirenette del panorama mondiale è solo rimandato e si preannuncia più equilibrato e scintillante che mai.

Da Budapest a Gwangju, due anni di platino

La vertiginosa scalata di Simona Quadarella allo zenit del nuoto mondiale è cominciata esattamente due anni fa. Nel 2017 a Budapest l’allora 18enne conquista un fantasmagorico bronzo mondiale alle spalle delle nuotatrici top Katie Ledecky e Mireia Belmonte, dimostrando di poterci sguazzare nel gotha nonostante la giovane età e allo stesso tempo svelando i prodromi di quella Quada Mentality che di lì a poco l’avrebbe trascinata in orbita (non a caso il suo soprannome in vasca è “veleno”). Il 2018 è il suo anno: doppietta i Giochi del Mediterraneo di Tarragona 400/800 e soprattutto clamorosa tripletta 400/800/1500 agli Europei di Glasgow, manifestazione che la consacra come una delle più grandi sportive azzurre. Ancora una volta attingiamo a Il mio spazio blu per scavare nei meandri della psiche di Simona:
Agli Europei di Glasgow sono riuscita a vincere anche il 400, l’ultima gara che mi mancava per fare la tripletta, perché volevo vincerlo, non perché fossi tanto più forte delle altre. Ero io ad avere una fame diversa: la stessa che mi ha spinto a conquistarmi la terza medaglia

Verso l’infinito e oltre: Tokyo 2020

Al suo sin da ora sfolgorante palmares mancherebbe solo la medaglia olimpica: “solo”, si fa per dire, quello a cinque cerchi per lei ha i crismi dell’appuntamento col destino. Sì, perché il 25 giugno 2016 simboleggia a tutt’oggi la sua giornata nera per antonomasia: soggiogata dalla pressione, chiude il Settecolli al quinto posto con un modesto 8’37 sugli 800 metri stile libero che di fatto la estromette dai Giochi Olimpici di Rio 2016. Simona è inconsolabile dopo la gara, ma smaltita la furia riparte e tassello dopo tassello compone il più vittorioso dei mosaici. Ah, a Tokyo 2020 per la prima volta i 1500 entreranno nel programma olimpico femminile e se questo non si chiama destino sbrigatevela un po' voi… In mezzo c’è un 800 mondiale – in calendario per venerdì 26 luglio – in cui divertirsi e continuare a coltivare quella sana ossessione per la vittoria. Semplice, no?
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità