Il “trionfo” dell’Iraq ad

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 21/07/2012 alle 14:03 GMT+2

Fu medaglia di legno, ma verrà sempre ricordata come una grande impresa, quella di una squadra nata dalle macerie di un conflitto devastante

Anno insolito il 2004 per il calcio. L’anno del Porto campione d’Europa, l’estate della Grecia trionfatrice all’Europeo facendo a fettine il Portogallo padrone di casa. E anche, se non soprattutto, l’anno del quarto posto dell’Iraq all’Olimpiade di Atene. Una medaglia di legno che entra di diritto nella storia dello sport. Perché quella squadra nasceva dal nulla. Dalle macerie della seconda guerra del Golfo, iniziata il 20 marzo 2003 con l’invasione statunitense. Dal vuoto assoluto di una storia calcistica come quella del paese che sino a poco tempo prima dell’Olimpiade ateniese era stato di Saddam Hussein. La culla dello spirito olimpico è stata però ancora una volta capace di regalare un sogno, un racconto che comunque sia andata a finire resterà nella leggenda.
L’Iraq, tanto per intenderci, compie già un autentico miracolo qualificandosi per il torneo olimpico di calcio (un pass che mancava da Seoul 1988). Poi finisce nel Gruppo D dove sono inserite Costa Rica, Marocco e Portogallo. E lì inizia una delle storie più belle dell’Olimpiade. Il 12 agosto gli uomini di Adnan Hamad fanno il loro debutto contro i favoritissimi lusitani. Una squadra nella quale, per intenderci, giocano calciatori del calibro di Bosingwa, Hugo Almeida, Hugo Viana, Raul Meireles, Bruno Alves e, ovviamente, Crisitano Ronaldo.
Dopo 13’ il Portogallo passa in vantaggio sfruttando l’autogol di Haidar Jabar e sembra già finita. Ma l’Iraq tira fuori l’orgoglio e con Emad Mohammed e Hawar Mulla Mohammed ribalta tutto nel giro di 13’. Bosingwa pareggia al 45’, ma Younis Mahmoud e Salih Sadir chiudono il match con un impressionante 4-2 facilitato anche dall’espulsione di Boa Morte al 51’. Tre giorni dopo la Costa Rica si deve arrendere perdendo 2-0 (Hawar Mulla Mohammed e Karim in gol) e la qualificazione è già cosa fatta, nonostante il ko contro il Marocco nell’ultimo turno. Un risultato incredibile, che permette all’Iraq di qualificarsi come prima del girone e affrontare l’Australia ai quarti.
Il 21 agosto arriva la nuova impresa. I “canguri” non trovano varchi nel fortino iracheno e perdono 1-0, puniti da un gol di Emad Mohammed al 64’. L’Iraq si ritrova sbalzata in semifinale, un risultato semplicemente incredibile. L’altro match si disputa tra l’Italia di Claudio Gentile e l’Argentina di Marcelo Bielsa, per l’Iraq c’è il Paraguay di Carlos Jara. Ma il miracolo finisce. I sudamericani si impongono per 3-1 (doppietta di Cardozo e gol di Bareiro, con sigillo finale di Razzaq Farhan) e costringono i ragazzi di Adnan Hamad alla finale per il bronzo contro gli Azzurrini campioni d’Europa, sconfitti per 3-0 dall’Albiceleste (reti di Tevez, Luis Gonzalez e Mariano Gonzalez).
Si gioca per una medaglia, quella che l’Iraq non ha mai conquistato e quella che all’Italia manca dai tempi di Berlino 1936. A spuntarla sono gli Azzurri con un gol di Gilardino dopo 8’. Finisce soltanto 1-0, nonostante l’incalcolabile differenza di valori in campo. La storia dell’Iraq, però, non finisce qui. Non viene affatto offuscata dal meritato oro vinto dall’Argentina (1-0 in finale, gol di Tevez capocannoniere con 8 gol). Perché l’Iraq è il vincitore morale del torneo, viene premiato con il premio al fair-play e un anno dopo trionfi Giochi dell’Ovest Asiatico. Il preludio migliore per il successo più indimenticabile di tutti, quello nella Coppa d’Asia del 2007, vinta con un Younis Mahmoud ancora di più trascinatore.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità