Olimpiadi antiche: tutte le vittorie dell’Italia con Roma e le poleis della Magna Grecia

DaOAsport

Aggiornato 08/05/2020 alle 20:29 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

The long jump event at the ancient Olympic Games. Attic black-figured cup, 540 BC. Found in the collection of British Museum.

Credit Foto Getty Images

Le Olimpiadi antiche si disputarono dal 776 a.C. al 393 d.C., ovvero 292 edizioni (si gareggiava ogni quattro anni) per una storia durata più di mille anni e interrotta poi da Teodosio I su influenza di Sant’Ambrogio vescovo di Milano. La mitica Regione di Elide, che comprendeva le città di Elisa e di Olimpia, fu la più vittoriosa con ben 117 affermazioni e distaccò ampiamente le eterne rivali Sparta (81), Atene (47) e Alessandria (44) secondo quanto riportano le storiografie più accreditate (facciamo affidamento a L’Enciclopedia delle Olimpiadi curata da Elio Trifari)
Ma come si comportarono le città attualmente italiane? La più trionfale è stata Crotone con 23 affermazioni e l’ottavo posto nel medagliere di tutti i tempi, l’attuale città calabrese era uno dei capisaldi della Magna Grecia proprio come Siracusa e Taranto che però si fermarono rispettivamente a 14 e 9 vittorie. E Roma? La Città Eterna non andò oltre i 9 sigilli, di cui ben quattro furono ad opera dell’Imperatore Nerone. Da ricordare anche le 7 vittorie di Imera (le sue rovine sono all’interno dell’odierna Termini Imerese, in provincia di Palermo), le 6 di Locri (in provincia di Reggio Calabria) e le 5 di Agrigento.

Roma

Sono 9 i titoli conquistati dall’Urbe nei Giochi antichi. Gaio si impose nel 72 a.C. nel dolico, una corsa su 24 stadi (erano circa 4,6 km) che ricordava le grandi imprese dei messaggeri di guerra. Tiberio Claudio Nerone ebbe la gioia di trionfare nel mitico tethrippon (la corsa dei carri con quattro cavalli) nel 4 a.C. e 21 anni dopo toccò a Tiberio Germanico Cesare nella stessa specialità dove poi festeggiò Lucio Minucio Natale nel 129 d.C.
L’Imperatore Nerone amava questa tipologia di eventi, tanto che nel 67 d.C. si impose nella quadriga con puledri e nella gara per carri a 10 cavalli: non era lui stesso l’auriga ma il finanziatore e nell’albo d’oro finiva chi metteva i soldi, non chi effettivamente saliva sul carro. Nello stesso anno l’Imperatore venne venne incoronato vincitore anche in altri due eventi: nella spettacolare gara riservata agli araldi (quella in cui venivano premiati i migliori annunciatori del programma olimpico e dei verdetti di tutti gli eventi) e in quella per compositori di tragedie e suonatori di lira. Gneo Marcio si rese protagonista di una spettacolare doppietta tra 5 d.C. e 9 d.C. nella corsa al galoppo (il keles a Olympia).

Le città italiane della Magna Grecia

Il più grande atleta della Grecia antica è proprio un uomo proveniente dall’odierna Italia, il leggendario lottatore Milone di Crotone: cinque vittorie di fila a Olympia, fu semplicemente imbattibile tra 532 e 516 a.C., nel 512 a.C. perse in finale contro il concittadino Timasiteo e la leggenda racconta che venne preso dall’ira più funesta.
Ippostrato e Iscomaco diedero grande lustro a Crotone con le rispettive doppiette tra 564 e 560 a.C. e 508-504 a.C. nella prova per eccellenza, ovvero lo stadio (192,27 metri di corsa). Astilo è uno dei pochissimi ad essersi imposto per tre volte consecutive nello stadio e, curiosamente, lo fece difendendo i colori di due città rivali: nel 488 e nel 484 a.C. si affermò per Crotone (in quelle occasioni vinse anche nel diaulo, il doppio stadio), quattro anni dopo ruggì per Siracusa.
stefano.villa@oasport.it
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