Giovanni Malagò a "Che Tempo che Fa": "Se Sinner farà bene a Parigi 2024 potrebbe essere il prossimo portabandiera"

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Aggiornato 29/04/2024 alle 11:33 GMT+2

NOVE - Giovanni Malagò intervistato da Fabio Fazio A Che Tempo Che Fa: “Sono tre anni che siamo di gran lunga la prima Nazione in Europa”, “Abbiamo la Peggiore impiantistica che c’è nel Vecchio Continente: il Pnrr purtroppo un’occasione molto persa”, “Lo sporta vale tra l’1,40% e il 3% del pil”, “Olimpiadi di Milano-Cortina? Arriveremmo in tempo, ma probabilmente all’ultimo”

Malagò: "Alle Olimpiadi di Parigi faremo meglio che a Tokyo"

“Non c’è mai stata da molto tempo, da tante edizioni, una concorrenza così importante di potenziali candidati, in particolare da parte degli uomini. Il CIO invita di avere l’equality gender anche sui portabandiera, ci sono tornate in cui capita che le donne hanno più potenziali candidate, a esempio negli invernali questa cosa capiterà". Così Giovanni Malagò sui portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi di Parigi 2024 a Che tempo che fa su canale NOVE.
Sulla suggestione Sinner portabandiera: "La regola che dice che il portabandiera deve essere già medagliato? Non è scritta, Sinner non ha neanche mai partecipato a un’Olimpiade. Però la migliore risposta l’ha data lui, esemplare: ‘No, non capisco per quale motivo’. Ci mettiamo nella condizione in cui, se fa un grande risultato a Parigi, di essere il prossimo. Lui come popolarità è andato nella stratosfera, ma anche lo sport italiano negli ultimi tre anni è tanta roba”.
Sulla sua vittoria preferita dell’Italia alle ultime olimpiadi: “Come caschi, caschi bene. Probabilmente quella delle due squadre: la 4x100 e i ragazzi del quartetto del ciclismo. Un simbolo: per tutti i Paesi: quando c’è una squadra e i cambi sono così indispensabili ti dà l’idea della forza di un Paese. (Con le Olimpiadi di Parigi ndr) si ritorna dopo 12 anni sul fuso orario italiano, quello aiuta. Niente più sveglie folli. Soprattutto c’è un’aspettativa meravigliosa dopo quello che è successo con il Covid”
Sugli impianti sportivi italiani datati: “Non mi vergogno mai …. ricordate citazioni di qualcun altro. La frase non parte da me, ma dallo stesso Governo, dal Ministro. È un dato di fatto, i numeri sono chiarissimi, li conosco a memoria. Non siamo mai andati così forte, sono tre anni che siamo di gran lunga la prima nazione in Europa. Non so in quanti altri settori succede questo, e siamo stati secondi nel mondo dietro gli Stati Uniti e terzi dietro la Cina. Numeri stratosferici. Di contro, se vai a fare una radiografia, o addirittura una risonanza magnetica approfondita, noi abbiamo la peggiore impiantistica che c’è nel vecchio continente e non solo. Questo è un dato di fatto, un problema che parte da lontano e si doveva risolvere con il PNRR: purtroppo un’occasione, almeno nel nostro mondo, molto persa o sbagliata. Sostengo e credo con grande cognizione di fatti che questo meravigliosa luna di miele così multidisciplinari dei risultati dello sport, a Tokyo siamo stati anche lì i primi in Europa, non potrà durare a lungo, è un fatto assolutamente oggettivo, a meno che non si attui - e questa è una frase mia - un Piano Marshall sull’impiantistica sportiva a cominciare dalla Scuola, che non compete al Comitato Olimpico, però dobbiamo accelerare quello che di fatto sappiamo tutti”.
Sul ruolo dello sport nella formazione e l’occupazione: “I due grandi educatori storici tradizionali, la famiglia e la scuola, sono in crisi negli ultimi tempi. Lo sport ha recepito moltissimo la responsabilità di questo ruolo sociale ed economico. Su questo vorrei sottolineare che noi valiamo tra l’1,40% e il 3% del PIL. L’altro giorno, parlando con un grande imprenditore che si occupa di altri settori, ho detto: ‘Spero che vi siate resi conto che è molto più facile trovare una risposta per una futura occupazione di un giovane, anche formato, laureato, che parla le lingue.., nel nostro mondo che in settori tradizionali come l’industria pesante, la siderurgia e tanti altri’. Su questo noi abbiamo possibilità di creare offerta. E’ chiaro però che devi fare una politica di investimenti”.
Sulle Olimpiadi di Milano-Cortina: “Partiti con grande ritardo, poi ci si è messo il Covid, cambi di governo a raffica, interlocutori sempre diversi. Ho battuto tutti i record in questi anni, siamo a 8. Sono longevo, ma si ricomincia sempre da capo. Stiamo recuperando giorno dopo giorno, è come una maratona. Guadagniamo posizioni e arriveremmo in tempo, probabilmente all’ultimo, come nella migliore tradizione del Paese. Io mi sono esposto: saranno le migliori Olimpiadi invernali di sempre, ne sono convinto”.
Sulla pista da bob: “Noi abbiamo vinto una candidatura facendo un masterplan, una proposta di offerta e quella ci hanno votato, in cui ristrutturavamo la struttura già esistente di Cortina. In un Paese serio, una volta che dai delle garanzie quelle le devi fare. Poi gli italiani devono sapere, ma ormai l’hanno capito tutti, che non compete a chi deve organizzare i giochi olimpici, ma a chi deve realizzare le strutture. E quella è responsabilità dello Stato, mentre il CONI è una fondazione, che è privata. Penso oggettivamente che realizzare una pista da bob, che in realtà è anche di skeleton e slittino, quindi tre discipline diverse con uomini e donne, ci sono i singolisti, il doppio misto, non resterà in abbandono, perché, presumibilmente, guardando a tutti gli investimenti che stanno facendo in una località come Cortina è un po’ diverso dalle scelte fatte in passato”
Sulla vittoria dell’Inter e il ruolo del calcio nello sport italiano: "L’Inter ha fatto una corsa a sé, per le altre posizioni mi sembra tutto aperto, il che è anche entusiasmante. Ho fatto i complimenti all’Inter come li ho fatto al Conegliano che ieri ha vinto per la seconda volta il campionato. Nel calcio c’è molta litigiosità, ci sono personalità che non facilmente accettano a fare un metro indietro, non si riesce a fare sistema. Quando sono stato eletto la prima volta i miei il giorno dopo mi hanno detto “ siamo arrivati “ invece ho detto di no, ora dobbiamo conquistare quegli altri. L’elezione successiva ho vinto con delle percentuali pazzesche, il Presidente del CONI viene votato da 14 milioni di italiani. Per me è stata la più grande soddisfazione. Non tutti, onestamente credo che questo sia un Paese dove difficilmente hai il consenso di tutte le persone, ma ci siamo andati vicini. Nel calcio purtroppo si fa fatica ad accettare questo e soprattutto c’è una tema di cultura tra la governance moderna e i concetti di proprietà. Questo vale per tutte le istituzioni, che fra poco incontrerò perché abbiamo l’assemblea di Lega, la finale di Coppa Italia. Con il Presidente della Federazione dobbiamo in qualche modo trovare una soluzione. Secondo me, anche il Governo con qualche provvedimento potrebbe fare la sua parte”.
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