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Olimpiadi invernali, Gios (presidente Federghiaccio): "Dai nostri sport vorrei quattro medaglie, come a PyeongChang"

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Pubblicato 27/01/2022 alle 10:21 GMT+1

OLIMPIADI PECHINO 2022 - L’Italia del ghiaccio vola in Cina per lottare con il resto del mondo in un’edizione dei Giochi olimpici dalle mille incognite. Dal Covid alla sfida con le altre nazioni, con Arianna Fontana come punta di diamante e l'ambizione di ripetere quanto fatto nella rassegna di quattro anni fa. Ne abbiamo parlato con il presidente della Federghiaccio Andrea Gios.

Andrea Gios

Credit Foto Eurosport

Dal 4 al 20 febbraio Pechino ospita la XXIV edizione dei Giochi olimpici invernali, diventando la prima città della storia ad ospitare sia una rassegna a cinque cerchi estiva che una dedicata a neve e ghiaccio. Nel programma sono inserite gare di 15 discipline, che vedranno gli atleti battersi per una medaglia tra le strutture della capitale cinese e le sedi dislocate di Yanqing e Zhangjiakou. L'Italia arriva all'evento con grande ambizione e qualche incognita, con la speranza di fare meglio di quanto raccolto nel 2018 a PyeongChang. Per riuscirci, un contributo importante potrebbe arrivare daglisport del ghiaccio e per capire gli obiettivi di questo segmento della nostra spedizione, il nostro commentatore Johnny Lazzarotto ha fatto quattro chiacchiere con Andrea Gios, presidente della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio (FISG) dal 2014.
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Fontana: "Non sono al 100%, il vero obiettivo è Pechino"

Pechino 2022, tra pochi giorni si comincia. 118 atleti in totale, 32 dei quali provenienti dalle discipline del ghiaccio; quali sono le ambizioni degli azzurri e delle azzurre?
“Le ambizioni ribadite anche dal presidente del CONI Malagò sono molte alte. Il numero uno del CONI ha parlato di venti medaglie, il doppio rispetto a Pyeongchang 2018. Sarebbe chiaramente un risultato straordinario. Per quanto riguarda gli sport del ghiaccio rappresentiamo un terzo delle competizioni olimpiche e nel 2018 abbiamo portato a casa quattro medaglie, risultato che considero più che soddisfacente in relazione alle nostre possibilità. Ripeterci e conquistare quattro medaglie anche a Pechino sarebbe un ottimo risultato. Gli atleti di tutte le nostre discipline si sono preparati al meglio; la consapevolezza che sarà un’Olimpiade impegnativa, anche per le questioni relative al covid c’è. Ma siamo pronti e faremo di tutto per portare il tricolore il più in alto possibile”.
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Fantastica Francesca Lollobrigida! Vince anche la mass start a Calgary

Ci sono tante discipline importanti, due di queste hanno rappresentato quelle da cui sono arrivate le medaglie a Pyeongchang e di queste vorremmo parlare con lei presidente: short track e pista lunga. La punta di diamante è inevitabilmente Arianna Fontana, la valtellinese. Come sta lo short track azzurro?
“Lo short track è la disciplina che rappresenta meglio di tutte le ambizioni olimpiche di medaglia della nostra federazione. Nel 2018 proprio dallo short track sono arrivate tre delle nostre quattro medaglie tra cui un oro; abbiamo un’atleta di grandissimo spessore come Arianna Fontana, indiscussa regina di questa disciplina, ma abbiamo anche due squadre molto forti. Negli ultimi eventi internazionali tra coppa del mondo ed europei abbiamo portato a casa moltissime medaglie. Nell’individuale ad esempio con Pietro Sighel che viene dal Trentino; abbiamo inoltre ragazze molto interessanti; su tutte Martina Valcepina, coetanea di Arianna Fontana che ha ottenuto grandissimi risultati. Abbiamo una squadra femminile di inseguimento che è straordinaria e ha portato a casa già tre medaglie in coppa del mondo, una squadra di inseguimento maschile molto buona e a medaglia in coppa del mondo. E inoltre abbiamo colui che amo definire simpaticamente un “vecchietto”, Yuri Confortola che ha la possibilità di far bene visto che in coppa del mondo nei 1500 metri ha chiuso al terzo posto con un risultato straordinario. Siamo la quarta squadra al mondo come risultati, abbiamo fatto un programma di allenamento molto attento con uno staff tecnico molto preparato e di primo ordine. Ci sono tutti i presupposti per far bene anche se, come sanno tutti gli sportivi, una cosa è vincere in coppa del mondo, un’altra è vincere alle Olimpiadi però partiamo sereni; sereni del fatto che abbiamo fatto il nostro dovere molto bene e perché nelle gare degli ultimi due mesi siamo stati bravi ad ottenere ottimi risultati. Ci giocheremo le nostre possibilità senza paura”.
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Sighel terzo nei 1000m di Dordrecht

Parliamo invece della pista lunga. Staff altrettanto competente con un’assenza però importante tra gli atleti; non ci sarà Nicola Tumolero che a Pyeongchang conquistò un bellissimo bronzo.
“L’infortunio di Tumolero a Pyeongchang, subito dopo la prova del team pursuit, non è stato un infortunio di poco conto con il tendine tibiale reciso. Un infortunio molto grave; Tumolero è stato subito operato ma per atleti di questo livello e con un infortunio di questo tipo il recupero non è semplicissimo. Io comunque spero che Nicola sia con noi nel 2026; chiaramente dispiace lasciare a casa una medaglia olimpica ma confidiamo nei giochi in casa tra quattro anni. Allargando lo sguardo la squadra comunque è di assoluto valore. Possibilità di medaglia ci sono; in particolare con Francesca Lollobrigida, atleta straordinaria che nella sua maturità ha fatto ottimi risultati con medaglie in coppa e agli europei anche in questi ultimi mesi. E’molto forte nelle distanze più lunghe e nella mass start. Riflettori puntati anche su Davide Ghiotto, vicentino, con buoni risultati in coppa del mondo tra 5000 e 10000. Le squadre non sono da sottovalutare, così come non è da sottovalutare Andrea Giovannini e la grande qualità dello staff tecnico guidato da Maurizio Marchetto, che ci ha abituato a risultati incredibili, sa preparare i ragazzi e quindi siamo fiduciosi. Vincere non sarà facile, però non partiamo già battuti. Andiamo a Pechino per salire sul podio; stiamo lavorando, per questo obiettivo, da quattro anni, e quindi siamo pronti”.
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Pechino per l’Italia è una prova generale, sotto tutti i punti di vista, anche per Milano-Cortina 2026. Dopo Torino 2006 ci si aspettava un boom degli sport invernali che si è concretizzato, purtroppo e per vari motivi, solo in parte. Si sta lavorando per far meglio del passato?
“Questa è la grande sfida che noi abbiamo. Chiusi i giochi di Pechino 2022 ci concentreremo al 100% su Milano-Cortina. Per gli sport del ghiaccio saranno uno scenario importantissimo e ci dovranno dare la possibilità di rilanciarci a tutti i livelli. L’impiantistica su questo fronte è fondamentale ed è un punto molto delicato. Stiamo discutendo con l’amministrazione comunale di Milano e con la politica in generale perché, purtroppo, siamo in ritardo nella realizzazione degli impianti e non possiamo certo perdere questa occasione. Dobbiamo realizzare gli impianti, fondamentali per i giochi ma soprattutto per portare i nostri ragazzi a un livello elevato, un livello di preparazione molto avanzato per poter competere in tutte le discipline. Non dimentichiamo che a Milano-Cortina 2026 saremo presenti ovviamente in tutte le discipline; e la sfida più grande l’avremo nell’hockey ghiaccio. L’hockey è una realtà completamente diversa dagli sport individuali; nell’hockey bisogna preparare una squadra che abbia al suo interno almeno venti talenti per poter essere poi competitivi tra le prime dodici nazioni del mondo. Ovvio che è più facile preparare un singolo, e non mi riferisco solo alle eccellenze che possono essere ad esempio Carolina Kostner o Arianna Fontana. Mettere invece assieme un gruppo di trenta ragazzi da cui estrarne venticinque da portare poi alle Olimpiadi è un po’ più complicato, la preparazione è diversa, servono maggiori risorse e un movimento alla base decisamente più ampio; un movimento ampio che purtroppo, al momento, non abbiamo. Le Olimpiadi devono essere uno stimolo per poter fare quel piccolo salto, per poter passare dal diciottesimo posto al dodicesimo posto nel ranking e per migliorarsi ovviamente sia al maschile, sia al femminile. Cosa non facile, ma possibile”.
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A fine Olimpiadi ci saranno le elezioni federali. Andrea Gios, presidente al secondo mandato, proverà a ricandidarsi anche per un terzo mandato e per arrivare come presidente FISG a Milano-Cortina 2026?
“Certamente. Ho già annunciato ai presidenti dei comitati regionali che io mi ricandiderò. Ritengo fondamentale questo quadriennio, è una sfida difficile perché portare tutte le discipline a livello olimpico non è facile. Però credo che ci siano i mezzi e le opportunità. In questi anni abbiamo creato una nuova cultura sportiva e, vorrei dire, anche imprenditoriale all’interno della federazione, cercando di dare sempre più managerialità e per questo penso sia opportuno che io dia il mio impegno per i prossimi quattro anni. Vogliamo arrivare a queste Olimpiadi, che tanto abbiamo voluto, per completare un ciclo importante e conquistare i risultati che gli sport del ghiaccio meritano”.
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