Sydney 2000, un modello se vogliamo portare avanti Roma 2024

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Aggiornato 17/05/2017 alle 00:55 GMT+2

L'allora presiednte del CIO Juan Antonio Samaranch aveva definito Sydney 2000 l'Olimpiade migliore di sempre: nel nostro approfondimento olimpico di questa settimana cerchiamo di capirne i motivi, soprattutto in ottica Roma 2024, di cui si sta tanto parlando in questi giorni anche per la vicenda legata all'elezione del futuro Sindaco capitolino.

La cerimonia d'apertura di Sydney 2000

Credit Foto Imago

Sydney 2000 è stata l'Olimpiade migliore di sempre. A dirlo non è stato un sondaggio o il parere di un opinionista qualsiasi, ma niente meno che l’allora presidente del Comitato Olimpico Internazionale Juan Antonio Samaranch, che nel corso della cerimonia di apertura dei XXVII Giochi dell’epoca moderna elogiava il governo australiano e il comitato organizzatore per l’ottimo lavoro svolto. Tra un anno Roma si giochierà il ruolo di città ospitante delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi del 2024 e, sperando che il modello australiano possa dare qualche buono spunto agli organizzatori italiani, nel nostro approfondimento olimpico di questa settimana andiamo a vedere quali furono i punti di forza di Sydney 2000.

Impianti a capienza riducibile

Una delle piaghe che spesso lasciano in eredità i Giochi Olimpici è quella di impianti faraonici costruiti per sport che nel Paese ospitante seguono in pochi e che, puntualmente, finiscono per essere demoliti dopo una manciata di anni dalla conclusione dei Giochi aggiungendo spese non indifferenti a quelle già effettuate per la costruzione e per il mantenimento della struttura. L’alternativa è il degrado, che spesso è anche peggio. In quest’ottica gli organizzatori di Sydney 2000 sono stati lungimiranti creando una serie di impianti formati da una parte fissa e una removibile, così da aumentare la capienza in occasione dei Giochi e diminuirla una volta conclusa la manifestazione.
Un caso su tutti quello dello Stadio Olimpico, lo Stadium Australia, che al tempo dei Giochi poteva ospitare 110000 persone (il più grande Stadio Olimpico mai costruito fino a quel momento) e che, dopo una ristrutturazione nel 2003 ha ora una capienza di 80000 posti e ospita match di football australiano e rugby a 13.

Se costruisci fallo bene...

Tra gli impianti permanenti degno di nota è il Sydney Super Dome, che ai Giochi di Sydney ha ospitato le gare di ginnastica e il torneo di basket. Si tratta di un impianto al chiuso, conta 21.000 posti a sedere ed è oggi utilizzato per concerti ed eventi sportivi di vario genere. Per cinque anni consecutivi è stato classificato fra i palazzetti più belli del pianeta.

Occhio al traffico

Memori del micidiale traffico che aveva rallentato le Olimpiadi di Atlanta, gli organizzatori di Sydney 2000 avevano ben pensato di concentrarsi su quello che ormai è uno dei problemi principali delle grandi città, soprattutto nel casi di grandi eventi, quello della viabilità. Il governo australiano, per far fronte alle innumerevoli questioni relative all’organizzazione delle Olimpiadi, aveva creato un apposito ministero, il Ministero per le Olimpiadi, che tra gli altri aspetti si era occupato della gestione dei trasporti. In primo luogo il Comitato organizzatore e il governo avevano fatto un accordo con tutte le compagnie private così da coordinare lo sforzo di tutti, poi era iniziato il potenziamento delle linee di trasporti.
La nuova ferrovia era stata completata quasi due anni prima dell’inizio dei Giochi (e non pochi giorni prima, come spesso accade in questo tipo di manifestazioni) e i biglietti dei mezzi pubblici erano stati venduti a prezzi molto ridotti, così da convincere anche i cittadini di Sydney a lasciare a casa la macchina.

In ogni angolo del pianeta

Per non rischiare che tutto ciò che era stato fatto per l’organizzazione dei Giochi fosse visto soltanto dai cittadini di Sydney, il comitato organizzatore si profuse in un enorme sforzo per dare ai Giochi una copertura mediatica mai vista prima. Gli addetti media furono 24000, il doppio rispetto a Barcellona 1992, con un totale di circa 7000 giornalisti provenienti da tutto il mondo e 1100 fotografi all’interno degli impianti sportivi.
Sydney 2000 divenne l’evento sportivo più visto al mondo fino a quel momento e quella australiana fu la prima edizione a fare un massiccio uso di internet. Nel 2000 24000 siti internet fecero uso delle immagini dei Giochi e nelle settimane di gare il sito ufficiale della manifestazione fu uno dei più cliccati della rete a livello planetario.

E Roma?

Alla luce di quello che abbiamo visto fino ad adesso, che cosa possiamo aspettaci da un'eventuale vittoria di Roma, al di là di qualsiasi dibattito politico che in questi giorni sta coinvolgendo la capitale a proposito dell'elezione del Sindaco e di un ipotetico ritiro della candidatura? Lasciando da parte il discorso internet e media visto che sarebbe impossibile fare paragoni a distanza di 24 anni, quello su cui ci possiamo soffermare è l'aspetto logistico. La città per il momento ha tre sole linee di metropolitana, una viabilità tutt'altro che perfetta e non è così impossibile trovare difficoltà nella realizzazione di nuove strade. Se, infatti, in Australia lo spazio abbonda, ciò di cui abbonda la città eterna sono i resti archeologici, che spesso rendono difficili se non addirittura impossibili gli scavi per la realizzazione di infrastrutture. Discorso analogo per quello che riguarda gli impianti sportivi, in molti casi troppo obsoleti per pensare anche solo ad una ristrutturazione.
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Credit Foto AFP

La piscina del Foro Italico, rimaneggiata all'ultimo per i Mondiali di Roma 2009 una volta appurato che la Città dello Sport non sarebbe stata terminata in tempo, difficilmente potrà essere ristrutturata in modo da poter ospitare un'Olimpiade; stesso discorso per il Villaggio Olimpico di Roma 1960, non più utilizzabile a 64 anni di distanza. Rimane però il fascino di una delle città più belle del mondo, che avrebbe da offrire ai turisti "olimpici" molto più che delle sole gare sportive. Serve, però, la capacità di lavorare nel modo migliore, senza i tanti sprechi e i tanti errori che spesso caratterizzano la gestione italiana dei grandi eventi.

L’eredità australiana

L’eredità australiana fino ad ora è stata raccolta solo in parte visto che tre edizioni dei Giochi estivi sono seguite a quella di Sydney e la quarta sta per iniziare a breve, ma ancora sia a livello di impianti che di efficacia comunicativa spesso si riscontrano delle pecche. Mancano ormai meno di due mesi all'apertura di Rio 2016, i dubbi sono tanti ma la speranza, come in ogni edizione, è che i Giochi migliori di sempre siano quelli che stanno per iniziare.
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