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Doping, l'Usada chiede l'esclusione della Russia dai Giochi, ma il Cremlino vuole collaborare

DaLaPresse.it

Aggiornato 27/11/2019 alle 11:55 GMT+1

Momenti tesi nel mondo sportivo per il problema che ha travolto la Russia col doping di stato e che ancora non vede soluzione.

Joao Pedro is the second Serie A player to be banned for a failed doping test this season (Johnny Green/PA)

Credit Foto PA Sport

Il capo dell'Agenzia anti-doping degli Stati Uniti (Usada), Travis Tygart, ha chiesto il divieto generale di partecipazione degli atleti russi ai Giochi Olimpici di Tokyo del prossimo anno. Tygart ha dichiarato che le sanzioni proposte dall'agenzia mondiale antidoping che prevedono la possibilità agli atleti russi di competere sotto la bandiera olimpica sono "inadeguate".
Wada deve essere più dura e imporre la piena restrizione alla partecipazione degli atleti russi alle Olimpiadi che le regole consentono. Solo una risposta così risoluta ha la possibilità di attirare l'attenzione della Russia, cambiare comportamento e proteggere gli atleti puliti che gareggeranno a Tokyo. Le generazioni future di atleti in Russia meritano più di una risposta cinica e debole
Nel frattempo il Governo russo reagisce alla prima proposta della Wada, intenzionata a chiedere l'esclusione per quattro anni degli atleti russi dalle principali competizioni sportive. Questa è la soluzione blanda cui l'Usada si riferisce e cui i russi vogliono fare fronte tramite il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ai giornalisti.
Ci dispiace, le autorità sportive russe sono state, sono e rimarranno il più aperte possibile alla cooperazione e alla collaborazione con la comunità sportiva internazionale e anche con la Wada
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