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Giochi Olimpici, Tokyo 2020: mancano 150 giorni tra speranze e incertezze

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DaEurosport

Pubblicato 23/02/2021 alle 11:17 GMT+1

Giochi olimpici estivi - Con la speranza nel cuore ci avviciniamo a uno degli eventi con più incognite nella storia dello sport. Le speranze sono alte, ma sono ancora tanti i dubbi che circondano la manifestazione.

Tokyo 2020

Credit Foto Getty Images

Tokyo 2020, parte II: mancano 150 giorni all'inizio. Un anno fa cominciava a serpeggiare tra noi, in maniera consistente e pericolosa, il Coronavirus, ma ancora non si immaginava che la situazione potesse degenerare al punto di dover rinviare i Giochi Olimpici di un anno. Purtroppo però è successo come mai nella storia: erano state infatti cancellate le edizioni del 1912, del 1940 e del 1944 a causa della guerra, ma mai era accaduto che slittassero, facendole cadere in un anno dispari.
Adesso siamo di nuovo agli sgoccioli: mancano 5 mesi esatti e noi speriamo ancora, come già facemmo lo scorso anno, che i Giochi si possono disputare, anche se non era mai capitato che un evento sportivo dovesse fare i conti con così tante incognite. Proviamo a trascrivere alcune delle domande più frequenti che ci si pone in merito all'edizione del Sol Levante e poi proveremo anche a darci delle risposte.
I Giochi Olimpici si disputeranno davvero?
Quanto sarà alto il pericolo di contagi?
Sarà un'edizione maestosa o in sordina?
Ci saranno tutti gli atleti di punta?
Al momento c'è del reale ottimismo attorno alla possibilità di disputare i Giochi; del resto, il governo giapponese ripete da mesi che non ci sarà più alcun rinvio e sono già stati stilati dei protocolli rigidissimi per quanto riguarda le questioni sanitarie all'interno delle sedi di gara e del Villaggio Olimpico. Tutti i partecipanti (non solo gli atleti, ma le intere delegazioni e i giornalisti presenti) saranno severamente e assiduamente controllati per poter garantire lo svolgimento delle gare senza rischi.
Diverso è il discorso legato alla parte più scenografica e "di colore". Ancora non si sa se sarà possibile avere presenza di pubblico e in quale misura. Il comitato organizzatore non ha ancora emesso una sentenza definitiva per quanto riguarda questo punto, ma attualmente ci sono un paio di esempi tra Australia e Nuova Zelanda che possono essere d'aiuto. Gli Australian Open di tennis, a Melbourne, si sono svolti in presenza dei tifosi, con ingressi chiaramente ridotti e con un'interruzione per cinque giorni a causa di un lockdown preventivo dopo la manifestazione di qualche contagio; ad Auckland durante le finali di Prada Cup c'è stato parimenti il pubblico, prima del lockdown sopravvenuto anche lì come misura cautelativa. A Tokyo le condizioni saranno sicuramente diverse e si spera che nel frattempo si facciano dei passi avanti in tutto il mondo con la campagna vaccinale, in modo da garantire quell'immunità di gregge che in tanti invocano.
Per quanto riguarda gli atleti, questo anno strano ha condizionato la carriera di tante persone. In Italia, per esempio, vengono in mente i casi di Tania Cagnotto ed Elisa Di Francisca, che inseguivano il nuovo sogno olimpico, ma poi hanno privilegiato la famiglia e sono in attesa di un bimbo, chiudendo così di fatto le loro carriere. Anche i tornei e le gare di qualificazione sono cambiati e alcuni devono essere riprogrammati, e anche in fretta, per dare a tutti la possibilità di provarci. Di certo, comunque, chi aveva intenzione di esserci a tutti i costi farà il possibile per centrare la qualificazione e stare alla larga da pericoli, perché le Olimpiadi sono le Olimpiadi e mai come questa volta sono un sogno da realizzare.
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