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Olimpiadi, Tokyo 2020: Tamberi-Barshim, ma non solo: 10 indimenticabili momenti olimpici

Enrico Turcato

Aggiornato 09/08/2021 alle 12:55 GMT+2

Tokyo 2020 - I giochi giapponesi ci lasciano una serie di immagini che rimarranno indelebili nella memoria di tutti, quei classici istanti che si iscrivono nel registro storico e sono destinati ad essere poi rievocati nelle edizioni successive. Ne abbiamo raccolti 10.

Gold medalist Mutaz Essa Barshim (L) of Team Qatar and silver medalist Gianmarco Tamberi of Team Italy celebrate on the track following the Men's High Jump Final during the Tokyo 2020 Olympic Games

Credit Foto Getty Images

Esultanze esagerate, lacrime, abbracci, reazioni, un uncinetto, un omaggio speciale. Sono quegli attimi spontanei e incontrollati, che emozionano, che restano, che rimangono fissi nei ricordi di tutti, dei diretti protagonisti e di chi le ha viste in diretta o in differita. L'Olimpiade di Tokyo, pur senza pubblico, ne ha regalati diversi. Qui ne abbiamo selezionati 10.

Tamberi-Barshim: oro ex aequo nel segno dell'amicizia

“Let's make the history, man!". Un'immagine storica e abbastanza inedita. Gianmarco Tamberi e Mutaz Essa Barshim, da sempre grandi rivali e veri amici, sono appaiati in testa alla gara di salto in alto con la misura di 2.37 e tre nulli a 2.39. Il regolamento è chiaro e glielo spiega l'arbitro: possono proseguire con un salto aggiuntivo per determinare il vincitore o possono vincere ad ex aequo. Barshim allora domanda al giudice: “Possiamo vincere l'oro entrambi?” Risposta: “Si, è possibile. Se decidete, siete campioni.” Barshim, a quel punto, si volta verso Tamberi, lo fissa e gli urla: “Let's make the history, man!”, "Facciamo la Storia". E Gimbo pazzo di gioia gli salta addosso, abbracciandolo e urlando. Oro a entrambi, nel segno dell'amicizia, dello sport, di qull'infortunio comune (la stessa caviglia). Una condivisione bellissima e che non verrà mai dimenticata. E la meraviglia aggiuntiva, ça va sans dire, è che uno dei due campioni era italiano.
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Barshim e Gianmarco Tamberi

Credit Foto Getty Images

Titmus domina, l'allenatore impazzisce

Ariarne Titmus batte la fenomena americana Katie Ledecky nei 400 metri stile libero e il coach della nuotatrice australiana, Dean Boxall, si prende la scena con un'esultanza destinata ad essere ripescata più e più volte, anche con i vari meme sui social. Scende le scale delle tribune, urla, corre, sbraita. Esuberante, probabilmente eccessiva, ma spontanea e quindi da subito virale. La ventenne Titmus, intervistata, non ha avuto dubbi sul suo tecnico: “È proprio così Dean, è semplicemente appassionato”. Ed è proprio per questo che è piaciuta tanto.
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TITMUS BATTE LEDECKY, L'ALLENATORE PERDE LA TESTA

Quell'oro della 14enne Quan Hongchan per curare la mamma malata

Realizzare il proprio sogno e il proprio obiettivo a soli 14 anni. La cinese Quan Hongchan si impone nella finale donne dalla piattaforma 10 metri con un punteggio fenomenale di 466.20. Il suo allenatore la guarda, la prende in braccio, la solleva da dietro e lei incredula si gode un momento di gloria eterno con un sorriso stupito e ingenuo. Alla sua prima uscita internazionale la giovanissima cinese regala così una prestazione impressionante, che le permetterà di dare una grande mano alla sua famiglia. La madre della tuffatrice è infatti malata e tutto quello che la ragazzina riuscirà a guadagnare a seguito di questa medaglia d'oro servirà proprio per le cure della mamma. Nobile e meritato.
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Il 10 perfetto: Quan Hongchan come Nadia Comaneci

L'uncinetto del campione Daley, what a moment to be alive

Pensavate di averle viste tutte? Questa supera ogni confine. Tom Daley, tuffatore fenomenale che ad inizio Olimpiade aveva tuonato "Basta polemiche, sono orgoglioso di essere gay", viene sorpreso dalle telecamere in tribuna durante la finale femminile mentre lavora all'uncinetto. L'immagine fa subito il giro del mondo, proprio per la fama del britannico e per l'inusuale passatempo. Sì perché oltre ad essere un atleta plurimedagliato a livello mondiale e olimpico, Daley è anche un grande appassionato di lavori a maglia e all'uncinetto. Una vera e propria mania che, come ribadito più volte da lui stesso, lo rilassa e lo fa sentire meglio. Un maglioncino, poi spiegherà lui su Instagram, fatto a mano per un cagnolino e per beneficenza. What a moment to be alive.
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TOM DALEY LAVORA A MAGLIA IN TRIBUNA

Arabia e Israele: un abbraccio contro la violenza

Questa volta il finale è stupendo e lancia un messaggio non banale. Chi vince stringe la mano al rivale e poi le alza il braccio, rivolgendo l’omaggio che si deve a chi combatte con onore. Non conta la nazionalità, la razza, la politica, la storia. Raz Hershko (israeliana che ha vinto) e Tahani Alqahtani (Arabia Saudita) hanno regalato al mondo un’istantanea di pace, tre giorni dopo i “rifiuti” di un judoka algerino e di uno sudanese di combattere contro l’israeliano Tohar Butbul nella categoria -73 chili. Un gesto che ha ricevuto l’applauso dei presenti al Nippon Budokan e quello più d'impatto di tutta la platea mondiale. Lo sport può andare oltre ogni influenza politica o estranea ai valori olimpici, può dimostrare rispetto, può regalare messaggi di speranza.
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L'ABBRACCIO SUL TATAMI TRA ISRAELE E ARABIA CHE HA COMMOSSO IL MONDO

Perilli e quella storica prima medaglia di San Marino

Da non credere. 33 anni, nata a Rimini, ma orgogliosa di rappresentare San Marino. L'urlo del Titano risuona per la prima volta ai Giochi Olimpici, San Marino scrive il suo nome nel medagliere. Il mini Stato incastonato tra le Marche e l'Emilia Romagna, 61 km quadrati e poco più di 33 mila abitanti, festeggia il bronzo nel trap (la fossa olimpica) di Alessandra Perilli. Poi in questi Giochi arriveranno per San Marino anche un argento (fossa olimpica a squadre miste in cui c'era sempre la Perilli) e un altro bronzo (nella lotta libera maschile), ma quel momento merita di essere celebrato a dovere. San Marino entra nel medagliere Olimpico per la prima volta. E la prima volta non si scorda mai.

Simone Biles, quello sfogo che ha commosso il mondo

Da campionessa implacabile e indifesa ragazza di 24 anni. In un attimo. Simone Biles è letteralmente crollata emotivamente dopo la finale a squadre della ginnastica. La fuoriclasse statunitense, attesa protagonista di questi Giochi dopo le imprese a Rio e i continui titoli mondiali, si era ritirata al termine della prima rotazione, dopo aver clamorosamente sbagliato il salto al volteggio (da Amanar a un avvitamento e mezzo, atterraggio totalmente sbagliato e pericoloso). La stampa statunitense aveva comunicato che si trattava di uno stop per problemi fisici e che la situazione sarebbe stata monitorata nei prossimi giorni, per decidere se partecipare alle altre finali, ma la ginnasta più forte e vincente di tutti i tempi non si è nascosta dietro a un dito. “Devo concentrarmi sul mio stato mentale e non mettere a repentaglio la mia salute e il mio benessere. Non ho più fiducia in me stessa come prima. Non so se è una questione di età. Non appena salgo in pedana siamo solo io e la mia testa… e lì ci sono demoni con cui devo confrontarmi". Dichiarazioni che hanno commosso e toccato il mondo intero, ma che poi non le hanno impedito di tornare ad esibirsi alla finale alla trave, portando un doppio carpio in uscita (elemento che non eseguiva in gara dal 2012) anziché lo tsukahara, così da non dover eseguire avvitamenti; ottiene 14,000 e vince la medaglia di bronzo, eguagliando il record di Shannon Miller per il maggior numero di medaglie olimpiche vinte da una ginnasta statunitense. Si prenderà una pausa, ma ha voluto chiudere da campionessa, salendo ancora una volta sul podio.
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Simone Biles: "Sento che non mi sto più divertendo come prima"

Che omaggio a "Miss 8" Chusovitina

L'emozione avvolge il centro ginnastica di Ariake, durante le gare di artistica. Una bolgia genuina, inaspettata, improvvisa. Tra applausi scroscianti e grida entusiaste sembrava ci fosse anche il pubblico sugli spalti a omaggiare una vera leggenda delle Olimpiadi, alla sua ultima apparizione: tutti in piedi per Oksana Chusovitina, l'atleta uzbeka di 46 anni che ha stabilito un primato difficilmente migliorabile in uno sport come la ginnastica. Ha partecipato a otto diverse edizioni delle Olimpiadi, eguagliando la nostra Josefa Idem in testa alla classifica delle donne più presenti in assoluto alle Olimpiadi, con appunto 8 partecipazioni (estive e invernali, sono computate entrambe). Considerando la graduatoria assoluta, il più presente è stato invece il canadese Ian Millar, cavaliere canadese con ben 10 partecipazioni a cinque cerchi tra il 1972 e il 2012 (aveva 65 anni a Londra).
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OKSANA CHUSOVITINA: 8 OLIMPIADI E ADDIO IN LACRIME

Okamoto sbaglia, le rivali la portano in trionfo

Misugu Okamoto, numero uno del ranking mondiale dello skate park femminile e favorita per la medaglia d'oro olimpica, con una sbavatura rovina l'ultima run e perde la chance di salire sul podio olimpico: affranta dall'errore viene portata in trionfo dalle rivali che accorrono ad abbracciarla e la portano in trionfo comunque. Il fairplay oltre ogni limite, il riconoscimento alla forza di una grandissima che ha sbagliato la gara della vita. Anche questo è sport.
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Okamoto, in lacrime, portata in trionfo dalle rivali dopo il 4° posto

Pita Taufatofua da Tonga: il torso nudo non passa mai di moda

Pita Taufatofua, guerriero del taekwondo, ha rubato anche questa volta la scena nella Cerimonia d'Apertura dei Giochi Olimpici di Tokyo. Il poderoso atleta è stato portabandiera di Tonga per la terza volta consecutiva, visto si era già messo in mostra ai Giochi Olimpici di Rio 2016 e in quelli invernali del 2018, quando sfidò il gelo e i 15 gradi sotto zero. Ha quasi 38 anni (li compirà a novembre), infatti, Taufatofua che è uno dei pochi atleti della storia ad aver disputato le Olimpiadi estive e quelle invernali (nel 2018 si è qualificato nello Sci di Fondo). Una storia nella storia, di quelle che solo le Olimpiadi sanno regalare.
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